Degli alunni Matilda Scirè e Francesco Cichinelli della classe VB, Papa Woityla
Cronaca da Pompei, 24 ottobre 79 d. C.
Il vulcano erutta!E’ mattina, mi trovo sul mio letto a pensare alla scossa di questa notte.
Non è stata molto forte, ma non è mai successo; la città è rimasta immobile, senza pensarci.Verso ora di pranzo le porte del teatro iniziano a cadere, i pesci nelle fontane e nel fiume muoiono, gli ulivi appassiscono.Il foro mostra crepe ovunque. Dal mercato si sentono urla che dicono di scappare.
Torno a casa ad avvisare tutti:
–Correte, correte, bisogna scappare!
Dal vulcano inizia ad uscire una nube cupa e asfissiante, cerchiamo di raggiungere le porte della città, quando un’esplosione travolge tutto.
Io, affiancato a mio padre, corro senza fermarmi. I miei occhi non vedono fuga davanti alla morte; la tensione sale vedendo la mia vita a pezzi…L’unica cosa che ricorderò per sempre è quella nube travolgente e mortale che ci fece chiamare da allora col nome di “fuggiaschi”.
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