ROMA – Qualche giorno fa ci ha lasciato dopo una lunga malattia suor Paola, al secolo Rita D’Auria, la religiosa tifosissima della Lazio. L’energica consacrata calabrese di Roccella Jonica di Damasco, se ne è andata all’età di 77 anni, nella sua cella nel convento, a via Monti della Farnesina. Apparteneva alla congregazione delle Suore Scolastiche francescane di Cristo Re. Volto noto ed apprezzato, per oltre quindici anni, della televisione nella storica trasmissione “Quelli che il calcio”, con i suoi ironici commenti sportivi ha tenuto banco suscitando unanime simpatia. È riuscita, dimostrandolo giorno per giorno, a vivere la sua profonda e schietta vocazione religiosa (avuta il 25 gennaio, giorna della conversione di san Paolo) in un concreto impegno verso gli altri, gli ultimi, i più bisognosi, gli emarginati.

Suor Paola con il presidente della Lazio Claudio Lotito
Un sorriso contagioso, una energica persona che ha scritto una significativa pagina del sociale, dello sport, che rimarrà sempre nel cuore di chi l’ha conosciuta personalmente o semplicemente l’ha vista in televisione. Oltre alla profonda fede in Dio e la sua passione per il prossimo, aveva una “fede” incondizionata per la Lazio, la sua squadra del cuore. Anche la società sportiva nel comunicato di cordoglio per la sua scomparsa l’ha definita “fervente religiosa ed orgogliosa ambasciatrice della Lazialità”. “Suor Paola se ne è andata. Ci lascia il suo immenso amore per il prossimo, che lei coltivava occupandosi dei più deboli e sfortunati a cui regalava tutte le sue energie e la sua sincera e concreta testimonianza cristiana”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
È stata anche allenatrice di calcio dei più piccoli, e durante il ventennio di gestione Lotito, ha organizzato numerosi eventi di beneficenza, spesso coinvolgendo la società biancoceleste, con i calciatori della Lazio che a turno hanno preso parte in qualità di camerieri a cene riservate alle categorie di persone meno fortunate.
Per diversi anni ha insegnato come maestra all’istituto Sacro Cuore di Gesù, alla Farnesina, è stata nominata Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, ma soprattutto ha servito nelle mense dei poveri, alla sequela di Cristo, per “donare speranza a chi l’ha persa”, come diceva spesso. Questa suora ha dedicato la sua esistenza all’impegno sociale, tanto che nel 1998 ha fondato l’associazione So.Spe (Solidarietà e Speranza): un progetto ideato per sostenere ragazze madri, detenuti, giovani in difficoltà, ma anche persone colpite da povertà e violenza.
Ormai tiferà dal Cielo per la sua Lazio insieme agli sportivi che l’hanno preceduta e sicuramente anche lassù sarà in prima linea con la sua sciarpa bianco-celeste ed il suo sorriso contagioso ed indimenticabile.
Laura Ciulli
Lascia un commento