NUORO – Anche quest’anno, presso l’Auditorium della Biblioteca comunale S. Satta di Nuoro, si è svolta la tredicesima edizione del concorso letterario dedicato allo scrittore Bachisio Floris. Il Liceo Ginnasio statale “Giorgio Asproni” di Nuoro, su iniziativa della famiglia Pedaccini-Floris, con il patrocinio e il contributo economico del Banco di Sardegna, ancora una volta ha bandito l’edizione del concorso “Borsa di studio Bachisio Floris”, con lo scopo di promuovere la conoscenza dei romanzi dello scrittore nuorese, “Tre ore” e “Nuoro forever”, di suscitare o accrescere nei giovani il piacere della lettura e della scrittura e soprattutto di sollecitare nei ragazzi a una maggiore consapevolezza della realtà nuorese degli anni ’50 e ’60, che costituisce lo sfondo culturale, socio-ambientale, affettivo dei romanzi di Floris, professore, scrittore e bancario nuorese.
La commissione giudicante i lavori degli studenti era costituita dalla presidente Pergentina Pedaccini, moglie del compianto Bachisio, i figli Daniela e Giovanni, il giornalista Giacomo Mameli e, per il secondo anno consecutivo, chi scrive. Come affermato dal dirigente scolastico in apertura della manifestazione, “compito della scuola è quello di accompagnare i giovani ad una visione del passato che possa essere confrontata col presente, e all’esercizio del governo di una delle competenze principali che la scuola è chiamata a dare, quello dell’uso della lingua italiana. Essa non è solo necessaria per la scrittura, ma soprattutto per la comunicazione, la comprensione, per vivere, per trasmettere ciò che si è, e quest’uso adesso è messo spesso in pericolo dai sistemi informatici e dall’intelligenza artificiale”.
Per questo motivo, per invogliare i giovani spesso troppo usi alle tastiere e ai social, si è riproposto, per il tredicesimo anno consecutivo, il concorso, per invitare i giovani liceali a cimentarsi in una prova di composizione, avendo a disposizione tre tracce, un foglio bianco e una penna. Secondo il giornalista Giovanni Floris “c’è stata una costante in questi 13 anni in cui si è svolto il concorso, e sono le categorie che il Liceo classico ha saputo dare a questi ragazzi, le categorie con cui affrontano cambiamenti così repentini, strepitosi e veloci per leggere le cose che succedono. Sono quasi un metodo, sono un approccio alla cultura, sono un modo per capire quello che sta succedendo”.
Gli elaborati hanno mostrato la grande profondità degli studenti nell’affrontare temi come l’indifferenza o l’approccio al proprio futuro, con una mente attuale ma con uno sguardo rivolto verso il passato, con la capacità di leggere il contesto attorno a loro. Tutti i ragazzi che hanno colto l’opportunità offerta dal Liceo Asproni hanno fatto bene, perché mai come quest’anno è stato difficile scegliere. Come ha sottolineato più volte Daniela Floris “in ogni tema c’era quel guizzo, quella differenza dagli altri, dove i piccoli scrittori in erba hanno messo sé stessi, approcciandosi alla realtà in modo personale e talvolta intimo”.

Giovanni Floris con la professoressa Virginia Mariane
L’eccezionalità del concorso è data dal fatto che in un’era che corre troppo veloce, dove la cultura è un mordi e fuggi, dove spesso si pretende di ottenere senza sforzi, i 22 ragazzi partecipanti si sono messi in gioco, perché questo è importante nella vita. A volte si vince, a volte no, ma ciò che conta è che i ragazzi si sono cimentati in una prova di scrittura e si sono sottoposti al giudizio di una commissione. Il messaggio importante, che secondo la signora Pergentina Pedaccini si vuole dare con la partecipazione al concorso, è che nella vita è importante dare il meglio di sé per poter andare lontano imparando a superare le difficoltà, avendo sempre il coraggio di tentare.
Alla tredicesima edizione 2025 della borsa di studio hanno partecipato 22 allievi di 13 classi del Liceo Asproni. Per la terza volta il preside Fadda ha innovato la formula di svolgimento della prova. Non più testi composti a casa, ma svolti in presenza, davanti ad una commissione, nella sede dell’Università di Via Salaris dove sono state dettate le tre tracce proposte. Va segnalata, come negli anni scorsi, la stradominante partecipazione femminile. Su 22 concorrenti 16 sono state le alunne e 6 gli alunni. La classe più attiva è stata la 2A con 4 studenti.

La famiglia Floris; a destra, il preside Fadda
I concorrenti si sono confrontati nella prova denotando passione per la lettura e amore per la scrittura. Diverse tracce si sono distinte per stile narrativo e contenuti, con accenti fortemente personali e un legame ad episodi concreti presenti nei testi proposti e ad altri vissuti intimamente. Dal punto di vista formale, gli elaborati sono stati giudicati migliori rispetto a quelli esaminati negli anni scorsi, con periodi sintatticamente ben costruiti. Delle tre tracce proposte, quella sull’indifferenza è stata la prediletta. I ragazzi hanno adottato stili e linguaggi differenti, prosa, poesia e il disegno, dove l’arte grafica ha trattato il tema dell’infanzia ieri e oggi. Sentimenti, opinioni, paure e speranze hanno trovato corpo e anima negli scritti, validi per la personale e partecipata narrazione di argomenti forti e complessi, spesso tra loro lontani, ma raccontati in modo maturo e profondo.

Daniela e Giovanni Floris; a destra, la signora Pergentina Pedaccini, moglie del compianto Bachisio
I 5 ragazzi premiati, in modo critico e personale, hanno mostrato di conoscere i testi di Bachisio Floris e di saper andare oltre, guardando il passato, ma protendendosi con attese e sogni verso il futuro. Ai primi classificati sono stati dati premi in denaro. Alla quinta classificata, Maria Teresa Loi della 2A, è andato un premio di 400 euro. L’autrice ha presentato una soddisfacente sinergia tra forma e contenuto. In tempi dove tutto sta cambiando, il tema dell’indifferenza è stato quasi urlato. Nel testo ha citato la guerra, la violenza, i sorrisi, gli abbracci negati, e un episodio personalmente vissuto, proponendo esempi di realtà quotidiana. L’elaborato si è chiuso con la speranza di una società meno impassibile, fredda, indifferente alle crescenti ingiustizie sociali.
La quarta classificata, Rosalia Bruno della 3C, si è aggiudicata 600 euro. L’alunna ha composto una poesia che analizzava con linguaggio corretto le ragioni del silenzio e le individuava nella paura. Paura del giudizio degli altri, paura di conservare nel cuore ricordi angosciosi, paura che Bachisio Floris sentiva diversa dalla vigliaccheria e dalla crudeltà, ma che in realtà approdava allo stesso risultato. La lirica si è articolata in un’unica e lunga strofa di 30 versicoli costituiti anche da 2 sole parole, alla ricerca dell’essenziale. Il finale è sconsolato: “Non posso far niente”.
La terza classificata, Sara Carbone, si è aggiudicata 700 euro. Il testo, con un parallelo importante, sottolineava l’accoglienza differente riservata ai profughi ucraini rispetto agli africani. Immagini, speranze, sogni, drammi hanno preso corpo in una narrazione dove la storia di Bachisio Floris riviveva con la guerra, il dolore, i pregiudizi, le discriminazioni e riprendeva il monito gramsciano dell’indifferenza umana.

Bachisio Floris con la moglie
Il secondo classificato, il giovane Camilo Cassini, si è aggiudicato 800 euro. L’autore ha proposto una breve poesia, coinvolgente sin dalle prime parole, con concetti che descrivevano un personaggio “piccolo verme senza ideali”, dalle “inutili ali”. La società malefica lo ha abbandonato e lo ha detestato, costringendolo a mostrarsi “spoglio e pieno di rimpianti”. Dalle parole dello studente è emerso vivo il senso di colpa che angosciava il giovane rendendolo “muto”. Il testo evocava immagini ed emozioni. Parole dure nate da un’anima sensibile e sofferente. Il linguaggio offriva ritmo e sonorità alla lirica. Il tema dell’indifferenza, ostico e attuale, è stato espresso in versi fotogramma, metrica curata, ritmo incalzante, duro fino all’epilogo: “Sei malefica, infida società, quando mi reprimi, piccolo verme senza ideali. Morirò io, indifferente. Falcia le mie inutili ali”.
Il podio se lo è aggiudicato il più giovane degli studenti, Fabrizio Serra che, con il suo componimento, ha ottenuto il primo posto e 1.000 euro. Il suo elaborato ha toccato temi laceranti, tra indifferenza e incertezza, con una narrazione ironica e malinconica. Una telecamera in piano sequenza aperta su sé stesso, con un giovane che ondeggiava tra visione pessimistica e barlumi di speranza. Dal testo è emerso l’ideal tipo, non sardo ma universale, del giovane di oggi, quasi una “canna al vento”, per citare la Deledda. Lo studente con disinvoltura ha citato i libri di Bachisio Floris, leggendovi barlumi e salvifici “chissenefrega”, analizzando la realtà difficile della società, e le peripezie economiche che gli studenti fuori sede devono affrontare una volta iscritti all’università. Nel finale del suo racconto è approdato al mitico cinema Eden, tanto in voga negli anni ’50 -’60, in una rivalutazione positiva del passato, con i grandi maestri della storia.
Con una prosa efficace ha saputo trasmettere la folle paura del futuro, l’ansia che accompagna i traguardi, ma con un messaggio finale di grande importanza. Non si può pensare al futuro senza gettare indietro lo sguardo verso il passato perché, come scrive Fabrizio, “il passato non è inutile, serve a crescere, a ricordare, a raccontare proprio come faceva Bachisio”.
Gli altri partecipanti hanno tutti ricevuto un attestato di partecipazione e poco prima di mezzogiorno la cerimonia si è conclusa con le foto di rito e la consegna di un bellissimo e profumatissimo bouquet di rose con cui il dirigente Fadda ha omaggiato le donne della commissione.
Virginia Mariane
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