//A Giordana è rimasta solo la gattina Mia

A Giordana è rimasta solo la gattina Mia

di | 2024-12-29T01:15:07+01:00 29-12-2024 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Che cosa ci lascia il 2024? La cronaca d’ogni giorno non potrebbe essere più ricca: guerre, morti, lutti, povertà… Un campionario di nefandezze e di tragedie che riempie il diario dell’anno che sta per andarsene e che, purtroppo, continuerà ad occupare pagine intere di quello che sta per arrivare. Al centro, sempre, le azioni dell’uomo che mosso dalle peggiori intenzioni non si ferma davanti a nulla e usa le armi della sopraffazione, dell’inganno, della prepotenza, della protervia per affermare la propria supremazia. Ma c’è un’entità superiore che fa il suo corso e non conosce ostacoli: la Natura. Che non è affatto nemica dell’umanità, anzi, ma che punisce chi con costanza la continua a violentare e a sbeffeggiare. Il fatto è che poi la punizione va a colpire soprattutto coloro che non hanno colpa, se non quella di abitare nel posto sbagliato.

Giordana, 90 anni, costretta a lasciare la sua casa per l’esondazione del fiume Lamone

Traversara è un piccola frazione (circa 900 abitanti) del comune di Bagnacavallo in provincia di Ravenna. Lì in via Torri abitava Giordana, oggi quasi novantenne; da quando era rimasta vedova, in casa con lei c’era solo la gattina Mia, che le faceva compagnia. Ma c’erano le amiche di sempre, le vicine di casa, le persone con le quali condivideva quotidianamente una vita semplice, fatta di piccole e sane abitudini: il caffè da prendere insieme, due chiacchiere per strada, una telefonata, magari la tv da guardare nel salotto… Una piccola comunità dove tutti sanno tutto di tutti e dove ci si dà sempre una mano.

Verso la metà dello scorso mese di settembre, l’esondazione del fiume Lamone che scorre nella zona. D’accordo, le piogge erano state torrenziali, certamente molto più del normale e per due giorni di seguito, ma le acque non invadono campi e abitazioni per caso perché “l’inondazione è stata causata da un ‘enorme tappo’ fatto di legna da disboscamento che si è accumulata da sponda a sponda nei pressi del ponte ferroviario di Boncellino. Si è, infatti, creata una diga di tronchi, portati dalla piena, che hanno indotto il fiume Lamone a varcare l’argine”, scriveva Il Resto del Carlino nell’edizione del 20 settembre.

Ai primi di ottobre, secondo evento catastrofico e di nuovo case allagate e sgomberate in fretta: il Lamone si infuria e rompe l’argine creando altri danni ingenti. Ma era già accaduto nel 2023 quando il fiume era esondato a Boncellino, un’altra frazione di Bagnacavallo a circa 5 chilometri a sud-ovest di Traversara. Nell’ultimo anno e mezzo gli argini erano stati ricostruiti e rafforzati nei punti in cui avevano ceduto, ma evidentemente non è bastato.

La sintesi è presto fatta: quella è una zona a fortissimo rischio e dunque andavano messe in campo tutte le misure per prevenire i disastri che poi si sono verificati. Argini sicuri, aree di svasamento dove l’acqua possa defluire senza andare ad allagare le abitazioni, manutenzione costante del letto fluviale per impedire che si accumuli materiale: interventi ordinari e straordinari che permettano di mantenere in sicurezza il territorio. E invece Giordana si è ritrovata con la casa allagata e inabitabile: ora vive poco distante con il figlio Gianfranco, i nipoti e la gattina Mia che continua a farle compagnia, tanto da dormire nello stesso letto. Ha perso tutto, forse anche la speranza.

La storia dell’anziana di Traversara è stata raccontata con garbo e delicatezza in un bellissimo servizio andato in onda per il Tg3 dell’Emilia Romagna e realizzato dalla collega e amica Giovanna Greco. “Per me non è stato Natale – racconta Giordana -. Qui sto bene, non mi manca niente, sono circondata da tanto affetto, ma vorrei vivere nella mia casa. No, non sono mai tornata a vederla perché voglio ricordarla com’era prima…”.

Quando, a causa dell’inondazione, la donna andò via non riuscì a prendere con sé la micetta che per una decina di giorni rimase intrappolata; si era rifugiata al piano superiore dal quale disperatamente miagolava per attirare l’attenzione. Fu una coraggiosa ragazza, probabilmente della Protezione civile, a salire su una scala e a portarla in salvo, restituendola a Giordana.

Traversara da tre mesi è zona rossa: nessuno può entrare in quel reticolo di case dove non è rimasto nulla se non silenzio e devastazioni. I familiari degli sfollati sono riusciti a prendere l’indispensabile: indumenti, ricordi di famiglia, qualche album di foto risparmiato dalla furia delle acque. Soltanto questo è rimasto nelle mani di chi ora vive giornati angoscianti condite solo da solitudine e rammarico. E anche rabbia.

Perché la Natura non fa sconti all’uomo che non la rispetta e che non sa assecondarla. E fa bene.

Buona domenica e Buon Anno.

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