//“Pensieri e parole” resta indimenticabile

“Pensieri e parole” resta indimenticabile

di | 2021-05-10T09:00:31+02:00 9-5-2021 7:10|Pensierino del Mattino|0 Commenti

Era il 4 maggio del 1971 quando nasce una delle più belle canzoni della storia della musica italiana: “Pensieri e parole” del grande, grandissimo, Lucio Battisti.

Un brano da brividi, mescolato in due melodie differenti che si separano per poi riunirsi. Di “Pensieri e parole” lo stesso Lucio Battisti – intervistato da Alberto Lupo – disse che era “la più bella canzone che ho scritto sino ad oggi“. Il brano comunica molto grazie ad immagini che ognuno può rivivere nella propria vita, come “Che ne sai di un bambino che rubava/e soltanto nel buio giocava”, “E di un mondo tutto chiuso in una via”, “E di un cinema di periferia”, “Che ne sai della nostra ferrovia”.
Scritta insieme a Mogol, “Pensieri e parole” vive grazie ai ricordi dello stesso cantautore, tant’è che il brano è forse il più evocativo per quanto riguarda la vita dello stesso Battisti.

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