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Una tavola calda scoperta a Pompei

di | 2021-01-03T06:58:10+01:00 3-1-2021 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

NAPOLI – Ancora una volta, il Parco archeologico della città di Pompei rivela entusiasmanti sorprese.  Uno scavo, situato nella Regio V, fra il vicolo dei Balconi e la casa delle Nozze d’Argento, ha portato alla luce un pezzo di storia che immortala una scena risalente alla sera dell’eruzione del ’79. Una squadra (composta da antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo) ha individuato un Thermopolium, una tavola calda, dove i passanti amavano intrattenersi per gustare il prandium, cibo e bevande calde da consumare all’aperto. Il termopolio, il grande bancone ad “elle”, quella sera aveva in menù capretto, lumache e un misto di carne e pesce, una paella ante litteram.

Ad impreziosire il bancone, affascinanti affreschi, rimasti nascosti per quasi duemila anni, raffiguranti due oche germane appese per i piedi, un gallo, un cane al guinzaglio e un graffito che reca un insulto omofobo. Sono stati ritrovati, inoltre, recipienti da dispensa o trasporto: nove anfore, una patera (coppa) di bronzo, due fiasche, un’olla (vaso) di ceramica e sul fondo di un dolium (contenitore di vino) di terracotta, sono stati rinvenuti dei frammenti di fave, adoperate, nell’antichità, come sbiancante del vino. A contribuire a rendere eccezionale i ritrovamenti, aprendo una delle giare, è stato un odore intensissimo di vino, un’esperienza rara, considerando gli oltre duemila anni trascorsi.

Sono stati riconsegnati alla storia anche dei resti di due persone e di un cagnolino. Un uomo, forse il proprietario, era disteso sul letto, nel retro della bottega, rimasto probabilmente schiacciato in seguito al crollo del tetto, mentre altri resti umani, un ladro in cerca di cibo o un fuggiasco intento a trovare riparo, sono stati rinvenuti all’interno di un vaso, riposti, si ipotizza, da scavatori del XVII secolo.

Il Ministro per i beni e per le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in riferimento alle nuove scoperte, ha così dichiarato: “Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata  come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati al mondo in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”.

Il direttore generale ad interim del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, ha definito questa testimonianza della vita quotidiana a Pompei, un risultato eccezionale, reso possibile grazie alle metodologie e tecnologie all’avanguardia che sono in grado di restituire dati inediti. Orgoglioso di mostrare  le recenti scoperte, dà appuntamento al grande pubblico, alle festività della Santa Pasqua, se la pandemia lo consentirà.

Amalia Ammirati

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