//Turismo, dopo il ko pronti alla ripresa

Turismo, dopo il ko pronti alla ripresa

di | 2021-02-21T07:09:13+01:00 21-2-2021 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Il turismo è uno dei settori economici più importanti in Italia: è una notizia ovvia, ma vale la pena citare qualche dato per averne piena consapevolezza. Nel 2019, secondo i dati diffusi dall’Enit, il nostro Paese fu il quarto più visitato al mondo con 94 milioni di visitatori, in particolare 217,7 milioni di presenze straniere e 432,6 milioni di presenze totali. Il comparto valeva il 13% del Pil nazionale. Il 2020 si chiude con 53 miliardi di euro in meno rispetto al 2019 e per i primi tre mesi del 2021 si stima una perdita di ricavi di 7,9 miliardi di euro. Il motivo principale è stato la riduzione di turisti internazionali in tutto l’arco dell’anno, con punte del 60% nei mesi estivi; si stima che per i primi mesi del 2021 ci sarà una riduzione del 60% dei flussi italiani e dell’85% di quelli internazionali.

Alberobello e i suoi trulli

La situazione è drammatica (-90% di fatturato secondo Pier Ezhaya, presidente di Astoi, l’associazione dei tour operator); la scorsa estate, ben l’81% dei turisti italiani ha scelto mete in base a criteri di sicurezza: tali comportamenti sono destinati a durare nel tempo, condizionando fortemente le scelte della destinazione. Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, è comunque molto fiducioso: “Finita l’emergenza sanitaria, il turismo tornerà molto in fretta e impetuoso, con quei tassi di crescita enormi che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Anche gli stranieri torneranno presto. Ma, quando tornerà il turismo internazionale, ci troveremo di colpo ad affrontare degli eccessi di crescita, a dover affrontare il tema degli affollamenti e dei ticket d’ingresso nelle città. Il piano quinquennale che avevamo è stato interrotto dal Covid e dobbiamo farne uno nuovo alla luce di quanto è accaduto”.

“Nel Recovery Fund – aggiunge Franceschini – ho chiesto aiuti su alcune direttrici: prima di tutto la riqualificazione delle strutture ricettive, per non puntare su un turismo di tipo mordi-e-fuggi, bensì su un turismo di alta qualità con alta capacità di spesa; poi le infrastrutture, come gli aeroporti e le ferrovie con treni ad alta velocità per arrivare in tutto il Paese, compreso il Sud e la Sicilia; ci sarà poi un grande intervento sull’Italia cosiddetta ‘minore’, quella dei borghi che devono essere ripopolati magari come borghi diffusi, dei cammini (abbiamo cento Santiago di Compostela), delle ferrovie inutilizzate (1000 km) delle piccole città d’arte, del food, delle bellezze naturali, insomma del turismo lento”.

“Infine – conclude il ministro – anche la promozione sarà diversa: dobbiamo rendere l’Italia attrattiva dal punto di vista dell’accoglienza e della sicurezza. Le persone, nel futuro, anche a pandemia finita, andranno in un Paese se sapranno che è sicuro, se ha un buon welfare e una buona assistenza sanitaria, anche perché il turismo è sempre più anziano, e su questo dobbiamo ancora fare molto”.

L’imperdibile Capri

In sintesi, le Istituzioni sono pronte a fare la loro parte (la speranza è che dagli enunciati e dalle ottime intenzioni si passi presto alla fase operativa e realizzativa), ma anche il variegato mondo dell’accoglienza si sta sta attrezzando (e in molti casi lo ha già fatto) perché migliaia di imprese ed operatori turistici hanno lavorato e investito per garantire ai propri clienti servizi ed ambienti sicuri, ma è altrettanto necessario che il turista viaggi e si comporti in modo responsabile. Il Covid ha modificato le nostre vite e le nostre abitudini ed oggi più che mai dobbiamo essere consapevoli dell’effetto che le nostre scelte e i nostri comportamenti hanno su noi stessi e sugli altri. In questo senso, l’osservanza delle norme anti-pandemia non è sufficiente a fare di noi dei buoni viaggiatori, perché essere un turista responsabile significa rispettare l’ambiente, i monumenti, la storia, la cultura e le tradizioni dei luoghi che visitiamo e delle persone che ci vivono. Solo in questo modo aiuteremo noi stessi, le nostre famiglie e la nostra economia.

Buona domenica.

 

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi