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Tra Giaele e Mario un amore senza confini e limiti

di | 2019-10-11T19:05:37+02:00 13-10-2019 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

PERUGIA – Una storia d’amore durata 18 anni. Una grande passione che si era dipanata tra il confino e l’esilio fino alla partecipazione alla Guerra Civile in Spagna, che ne segnò la tragica fine. Mario Angeloni, perugino, eroico tenente della prima Guerra Mondiale, conobbe Giaele Franchini nel 1918. Lei studentessa del liceo classico, figlia del sindaco repubblicano di Cesena, aveva vent’anni, essendo nata il 22 gennaio 1898. I due, subito fidanzati, si sposarono nel 1921 e si stabilirono a Perugia.

Giaele Franchini

La loro felicità, la loro serenità venne subito “attaccata” e minata dall’avvento del fascismo. Angeloni, infatti, repubblicano e massone, era entrato nel mirino delle autorità del regime ed inviato al confino. Ustica, Palermo e Ponza, le tappe dell’odissea. Giaele non volle dividersi dal marito e lo seguì sempre, tanto che nel 1927, mentre si trovavano ad Ustica, Giaele confidò al consorte di essere stata conquistata dai discorsi e dai ragionamenti dei socialisti, anche loro confinati, e, sebbene fosse figlia e moglie di repubblicani, confessò al suo uomo che se mai si fosse iscritta ad un partito avrebbe scelto quello socialista. Raccontò lei stessa che Mario le rispose: “Brava: hai fatto una buona scelta”.

Quando Angeloni tornò libero, dopo l’amnistia del 1928, la coppia si spostò da Perugia a Cesena nella speranza che i controlli della polizia fossero meno asfissianti. Ma anche questa volta le cose non andarono come nelle attese. E nel 1932 Angeloni, informato che il prefetto di Cesena intendeva inviarlo di nuovo al confino, fuggì in Francia. Giaele non poté seguirlo subito perché le autorità continuavano a negarle il passaporto. Appena l’ottenne, però, raggiunse l’amato a Parigi.  Qui la coppia – lo rivelò lei stessa nel libro di memorie dal titolo “Nel ricordo di Mario” – vissero “in dignitosa povertà”.

Scoppiata la Guerra Civile in Spagna, Giaele seguì il marito, stabilendosi a Barcellona. E quando Mario Angeloni morì da prode il 28 agosto 1936, lei restò in Spagna, e sul luogo in cui era caduto il marito, decise di iniziare l’attività di infermiera. Nel momento in cui le Brigate Internazionali vennero ritirate dalla Spagna (1938), la vedova di Angeloni si trasferì in Francia. Il governo di Vichy, formatosi dopo la disfatta francese ad opera delle armate naziste, spedì Giaele al confino in un paesino sperduto sui Pirenei. Grazie ad alcuni amici, la coraggiosa donna italiana si spostò clandestinamente a Marsiglia e da qui raggiunse il Messico. Dopo la liberazione, si trasferì a New York e poi con la la nave “Vulcania” rientrò in Italia. A Roma l’attendevano parenti ed amici, tra i quali Sandro Pertini e Pietro Nenni. La vedova ottenne un impiego nel PSI ed è spirata nella sua città di origine, Cesena, il 26 gennaio 1991, all’età di 93 anni.

Elio Clero Bertoldi

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