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Torre Alfina, magia di un castello incantato

di | 2018-06-23T13:17:33+02:00 24-6-2018 6:15|Attualità, Sezione 4, Viaggi|0 Commenti

ACQUAPENDENTE (Viterbo) – Arrivando a Torre Alfina, piccolo borgo medievale nel territorio di Acquapendente, in provincia di Viterbo, sorge un castello da mille e una notte dove basta solo una visita per sentirsi re o regina. Torre Alfina sorge nello spicchio di territorio che separa la Tuscia dalla Toscana e dall’Umbria. La storia di questo magico borgo è intimamente legata al tenebroso castello che troneggia al di sopra del bosco del “Sasseto”, una foresta mista di latifoglie secolari, intatta e incantata nella sua selvaggia bellezza.

ll castello ha una lunga storia,  passò di mano in mano fino alla dinastia Monaldeschi che governò il feudo per due secoli. Sul finire del 1800 tutte le proprietà signorili furono acquistate dal conte Edoardo Cahen, che si fregiò del titolo di marchese di Torre Alfina. I Cahen, ricchissima famiglia ebrea di banchieri, furono persone di raffinata cultura. Nei dipinti delle gallerie del castello sono visibili i ritratti di Matilde Serao e Gabriele D’Annunzio, il quale scrisse un’opera musicata da Rodolfo Cahen: “Sogno di un tramonto d’autunno”. Il conte Edoardo diede il via alla ristrutturazione del palazzo come oggi appare, secondo il progetto affidato all’architetto senese Giuseppe Partini, ma non vide terminato il suo progetto. Alla sua morte gli successe il figlio Teofilo Rodolfo che continuò l’opera di ristrutturazione fino all’emanazione delle leggi razziali che lo costrinsero alla fuga dall’Italia. Non avendo eredi lasciò il patrimonio al maggiordomo. 

La storia recente è decisamente meno romantica: il castello fu venduto dal maggiordomo a un imprenditore romano e successivamente nelle mani di Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia Calcio. Dopo un’asta giudiziaria, attualmente è gestito da Boscolo che ne ha fatto una delle location più affascinanti del centro Italia aprendo e valorizzando l’interno delle sale splendidamente affrescate e il giardino all’italiana con al centro una fontana dove s’innalza un cavallo rampante.

L’aver conquistato un posto tra i borghi più belli d’Italia la dice lunga su questo delizioso paese: passeggiare nei suoi vicoli è quanto di meglio si possa fare per godere della sua bellezza. Agli amanti della buona tavola e ai golosi che visitano il borgo di Torre Alfina, un ulteriore consiglio: una sosta per gustare una delle famose coppe del gelato di Torre Alfina, un prodotto artigianale dotato di un’eccezionale cremosità che lo rendono unico. Altra specialità della casa sono le pappardelle al cinghiale, un piatto tipico presente nel menù di ogni ristorante della zona e diventato protagonista di una sagra che si svolge durante la settimana di Ferragosto nella piazza centrale del Borgo.

Adele Paglialunga

Nella foto di copertina, il castello di Torre Alfina

 

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