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Senza letture si diventa “analfabeti funzionali”

di | 2021-03-12T23:18:04+01:00 14-3-2021 6:10|Attualità, Cultura, Sezione 3|0 Commenti

ROMA – In Fahrenheit 451 c’è una scena in cui si condensa tutto il significato del bellissimo film di Francoise Truffaut, anno 1966, tratto dal profetico romanzo scritto da Ray Bradbury nel 1951, si potrebbe dire “in tempi non sospetti”. Nella scena il protagonista Guy Montag, a letto prima di dormire, sfoglia un fumetto privo di parole. Si limita a guardare le figure: è il suo momento di “evasione” serale dopo una giornata di lavoro. Nella città in cui vive, infatti, è illegale tenere in casa i libri, considerati strumenti di corruzione capaci di provocare turbamento e destare domande, curiosità. Essendo quindi vietata da tempo la lettura, Montag l’ha proprio dimenticata, non è più capace di decifrare parole né tantomeno il loro significato. I più giovani addirittura sono del tutto analfabeti. Contro di essa il governo esercita una vera e propria guerra: i pompieri, tra cui lo stesso Montag, sono impegnati in quotidiani roghi di libri laddove essi vengono denunciati e scoperti dalle autorità. A scuola si impara qualche nozione a memoria ma la conoscenza non viene nutrita con nessun’altra attività. Chi legge “ancora” o viene trovato in possesso di volumi di ogni genere, viene arrestato e addirittura fatto sparire: nessuno, neanche i parenti, vengono più informati sulla sua sorte.

La società che fa da sfondo al romanzo – distopico quando fu scritto ma abbastanza realistico oggi – è governata da una dittatura. Una dittatura che si fonda sull’analfabetismo figlio della “damnatio memoriae” e dell’ignoranza, strumenti di manipolazione. In Fahrenheit 451 nessuno conosce più la storia, i classici della letteratura e della filosofia, la poesia, le fiabe, i racconti, il teatro. Con i libri, gli incendi hanno distrutto e continuano a distruggere anche i valori che questo patrimonio culturale nei secoli tramandava da una generazione all’altra. Le persone vivono come in una bolla, stordite da uno schermo gigante che proietta in ogni casa, tutto il giorno, programmi che danno l’impressione agli spettatori di esserne i protagonisti, roba un po’ simile ai nostri reality. C’è poco di cui parlare, tra chi si riunisce per un the o un party, se si esclude qualche notizia di gossip ma rigorosamente positiva. La vita descritta è molto noiosa e la stessa moglie di Montag, per alleviare una profonda depressione nata dal vuoto di giornate insignificanti, fa uso di psicofarmaci.

State ancora leggendo la trama di Fahrenheit – è meglio ricordarlo – ma è vero che Ray Bradbury nel libro e Francoise Truffaut nel film hanno descritto molto bene quello che sarebbe successo dopo, ossia oggi. Facciamo un salto dal 1951 al 2021. Oggi l’Italia è il quarto paese Ocse per la maggiore incidenza di adulti con problemi di corretta comprensione delle informazioni, in coda ci sono Indonesia, Turchia e Cile. Il fenomeno si chiama analfabetismo funzionale. Più di sette italiani su dieci ne soffrono e ciò significa che non sono in grado di comprendere ciò che leggono e scrivono anche se sono diplomati e laureati perché per superare test ed esami imparano a memoria contenuti che verranno cancellati dopo il tempo necessario per la performance. Niente a che fare con la conoscenza, quella che si nutre con il tempo e anche un po’ con la fatica e con quell’allenamento che ci fa diventare più veloci nel comprendere e collegare informazioni. Che ci rende capaci, insomma, di parlare di un argomento a ragion veduta e di scrivere un testo o una lettera con le connessioni logiche al posto giusto e i tempi verbali corretti, il necessario per essere compresi.

L’analfabetismo funzionale è quindi una vera e propria emergenza che ha ricadute in ogni settore della vita. Nasce dalla mancanza di esercizio mentale e dalla sua sostituzione con la televisione, i social e la tecnologia in genere ma soprattutto è causa, a sua volta, di un abbassamento del livello culturale di una società. E’ la conseguenza dell’abbandono della lettura come attività di svago in cui la mente viene sbrigliata per immaginare altri luoghi, per rivestire ruoli diversi, per conoscere situazioni e far fare alla mente tutte quelle attività di cui è capace e per le quali è stata creata. Ray Bradbury è stato un veggente: i suoi personaggi sono poco interessanti, sono grigi e vuoti perché una dittatura, vietando la lettura, ha fatto fuori la curiosità e gli stimoli, la possibilità di migliorarsi, di cambiare, di vedere la realtà da angolazioni diverse per trovarci nuovi spunti, elementi che sono in grado di qualificare la vita.

La realtà dei fatti è andata oltre: oggi non c’è una dittatura che impedisca di aprire un libro la sera per incontrare persone di altri mondi, di altre epoche e venirne arricchiti e trovarci fonte di ispirazione e gioia. Per scansare fatica e concentrazione noi stessi stiamo rinunciando a tutto questo facendo fuori tutto il piacere che ne può derivare. E se non c’è piacere, inevitabilmente, arriva la noia. Una noia da Fahrenheit 451.

Gloria Zarletti

 

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