//Se il calcio giovanile diventa “mattanza”

Se il calcio giovanile diventa “mattanza”

di | 2018-06-10T02:07:09+02:00 10-6-2018 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Questa è una brutta storia che non ha nulla a che fare con lo sport, soprattutto quando i protagonisti sono ragazzini di 14 anni alle prime esperienze agonistiche della loro vita. A Vasto, in Abruzzo, si disputa il Torneo del Mare Adriatico, manifestazione di calcio giovanile alla quale partecipano società provenienti da diverse regioni italiane. Domenica 3 giugno, è in programma – tra le altre – anche la finale della categoria Giovanissimi fascia B, quella appunto che raggruppa i nati nel 2004. In campo ci vanno le formazioni del Monterosi (località in provincia di Viterbo) e del Napoli As Promotion.

Le premesse non sono del tutto incoraggianti: il giorno precedente, in semifinale, la squadra partenopea si era segnalata per una serie di “esuberanze”, soprattutto fuori dal campo. “A tre metri da me – racconta a Marco Gobattoni del Messaggero, Alessia Tarani, direttrice del settore giovanile del Monterosi – ho visto un signore che si è tolto la cinta per andare a caccia degli avversari…”. Alla fine, per calmare gli animi, devono intervenire i carabinieri. E la domenica, purtroppo, i timori puntualmente si materializzano: nel primo tempo, si gioca pochissimo a calcio, piuttosto volano calcioni e non si contano gli interventi scorretti, sollecitati – scrive sempre il quotidiano romano – “dalla panchina della formazione partenopea”.  Non è una partita, non è sport, non c’è divertimento. Durante l’intervallo, nel chiuso dello spogliatoio, la decisione drastica: i giovani calciatori sono impauriti e sgomenti. “Li ho visti piangere – ancora Alessia Tarani – e a quel punto, d’accordo con la società, non abbiamo avuto dubbi: abbiamo ritirato la squadra. Per noi il rispetto e la correttezza valgono molto più di una coppa. Non c’era più divertimento, ma solo un gioco ruvido che metteva a rischio anche l’incolumità dei ragazzi”.

Il trofeo finisce nella bacheca dell’As Promotion Napoli che  per venti minuti festeggia in campo (giocatori, genitori, tecnici e accompagnatori) la “vittoria”, mentre di nuovo i carabinieri sorvegliano che non ci siano ulteriori problemi per la comitiva del Monterosi che lascia l’impianto di gioco. Naturalmente la società campana potrà dare di quanto accaduto una versione totalmente difforme, ma vale la pena segnalare quanto scritto a proposito del club partenopeo dal direttore del torneo in una lettera ufficiale di scuse al Monterosi: “Sono stati un incubo: non metteranno più piede nella nostra manifestazione”.

Non c’è proprio nient’altro da aggiungere se non ricordare quanto affermato tempo fa da Paolino Pulici, detto “Puliciclone”, ex bomber del Torino che vinse lo scudetto: “I giovani calciatori dovrebbero essere tutti orfani”. Già, perché babbi e mamme che incitano i propri virgulti alle peggiori nefandezze andrebbero puniti con un Daspo perenne. Per non parlare poi di allenatori e dirigenti vari che, prima di essere tecnici e insegnanti, dovrebbero essere innanzitutto educatori. Troppi condizionali e troppi interrogativi. Servono fatti e basta. Senza se e senza ma.

Buona domenica.

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