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Renato Zero ritorna alle canzoni di protesta

di | 2020-10-30T23:26:41+01:00 1-11-2020 6:35|Sezione 8, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – “Scendo in strada con le mascherine perché ho bisogno del saluto della gente, prendendo tutte le precauzioni del caso: non mi piace però questo terrorismo e chi dice che la cultura non dà da mangiare”. Parole di Renato Zero in questo periodo di pandemia, pronunciate alla presentazione di “Zerosettanta volume due”  (arrivato il 30 ottobre), il secondo capitolo della trilogia che ha inaugurato a partire dal giorno del suo settantesimo compleanno, lo scorso 30 settembre. “Sono felice di avere messo in atto questo progetto – sottolinea –. Necessitava di una formattazione a causa del covid che ha dato spunti e spinte al sottoscritto da tirare fuori; tre album che mi rappresentano, fra ballad, pop e rock, con la voglia di rispolverare la canzone di protesta per esporre le ragioni della nostra inquietudine e per rappresentare il pubblico che non ha la possibilità di manifestare il proprio umore”.

Proprio nel brano “Vergognatevi voi” Renato si scaglia contro coloro che non mantengono le promesse: “Credo siano abbastanza identificabili. Il potere è una possibilità che si offre alle persone e non mi pare che oggi sia esercitato nella maniera più corretta a scapito di 60 milioni di persone. La politica più semovente è di calarsi nel quotidiano degli italiani con verifiche dirette, rendendosi conto dello stato di salute del Paese; il politico che non va nelle borgate è distante dalle emergenze quotidiane. In questo periodo di covid abbiamo dimostrato di comprenderne la gravità, di assumerci le responsabilità e di cambiare le nostre abitudini”. Su questo punto l’artista ha decisamente puntato il dito: “Non eravamo preparati alla prima ondata del covid-19. Oggi è scandaloso che il Governo non sia stato in grado di prepararsi a questa seconda ondata, soprattutto verso i lavoratori, docenti pagati molto poco rispetto ai rischi che corrono, come anche nella sanità con i medici che prendono come un portantino: in ogni passaggio di quest’altro disco c’è la protesta”.

Questo nuovo Dpcm Renato Zero non lo digerisce proprio: “A proposito dei ristoranti mi viene da porre un quesito. Andarci all’ora di pranzo è meno pericoloso che alla sera? La forza dei ristoratori è proprio la cena, soprattutto in questo periodo di smart working con tutti che a pranzo mangiano a casa: il lavoro dei ristoranti è serale e rispetto a mezzogiorno che differenza c’è?”. Tornando a questo secondo capitolo della trilogia “Zerosettanta”, Renato ne ha anche per le nuove leve in “Troppi cantanti pochi contanti”. “È magnifica la spinta di partenza e basterebbe fare una copertina dove si adotta il nudo per arrivare al successo – rimarca –. Invece ci deve essere una chiave di lettura, la voglia di raccontare, imporre il proprio messaggio e la propria identità: oggi ci sono copia incolla continui e lo trovo molto negativo; questi tre album rappresentano un ritorno al passato, quando ho avuto la possibilità di avere vicino maestri come Armando Trovajoli ed Ennio Morricone”.

Il brano “La logica del tempo” in un certo senso fotografa i 70 anni dell’artista. “Con il tempo ho sempre avuto un rapporto sereno, non nervoso – ammette –. Non ce l’ho con il tempo poiché ho avuto un percorso molto variegato e accidentato che me lo ha offerto e mi fa usufruire delle mie risorse”. Sulle unioni gay Renato è in sintonia con Papa Francesco: “Non posso che essere d’accordo con il Santo Padre con grande rispetto. Il mondo cambia continuamente, anche a livello climatico, e tutto ci costringe a prendere delle posizioni anche diverse, ad essere aperti e comprensibili con tutti”.

In questo secondo capitolo 14 nuove canzoni e il consolidamento delle importanti collaborazioni inaugurate con il primo disco, dalla produzione e gli arrangiamenti di Phil Palmer e Alan Clark, al prezioso ed impeccabile apporto del maestro Adriano Pennino.

Franco Gigante

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