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Pompei, orgoglio e vanto per l’Italia

di | 2020-03-08T06:37:10+01:00 8-3-2020 6:00|Arte, Cultura, Sezione 1|0 Commenti

POMPEI (Napoli) – Il Parco archeologico di Pompei riserva sempre piacevoli sorprese ai tanti visitatori che ogni giorno affollano le strade dell’antica città. Infatti, in seguito al  piano straordinario di salvaguardia delle strutture archeologiche della città antica, avviato nel 2014, sono state riaperte al pubblico la Casa degli Amanti, la Casa del Frutteto e la Casa della Nave Europa.

Chiusa al pubblico da circa quarant’anni, la Casa degli Amanti, è così chiamata dal verso inciso in un quadretto con anatre sul fondo del peristilio (giardino colonnato), che recita Amantes, ut apes, vitam melitam exigunt (Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele). Portata alla luce nel 1933, la Casa conserva in maniera pressoché completa  il secondo piano del peristilio, un tempo accessibile attraverso una scala nel portico settentrionale. Fatta eccezione per le pitture delle fauces e per alcuni pavimenti del II stile, le pitture presenti nella domus furono realizzate in IV stile nel corso del I sec. d. C. Alcuni oggetti rinvenuti nella casa, un braciere, un bacile, una lucerna in bronzo e delle cerniere in osso, sono esposti in una vetrina collocata nell’atrio.

La Casa della Nave Europa deve il suo nome al grande graffito inciso sulla parete nord del peristilio, dove è raffigurata una grande nave da carico, chiamata “Europa”. La domus risale al III sec. a. C e ha subito, nel corso del tempo, numerose modifiche. Lo splendore del passato della Casa è testimoniato dalle monumentali colonne in tufo e dalle decorazioni in stile che è possibile ancora ammirare in alcuni ambienti.

La Casa del Frutteto, restaurata con fondi ordinari del Parco archeologico di Pompei, mostra pareti decorate con immagini che rimandano alla lussureggiante flora e alla tipica fauna mediterranea: limoni e corbezzoli, piante da frutto e ornamentali, uccelli svolazzanti e un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente.

La domus, scavata parzialmente nel 1913 e poi nel 1951, presenta il classico impianto ad atrio, attorno al quale si dispongono vari ambienti e, nella parte posteriore, uno spazio verde con un triclinio estivo, utilizzato durante la stagione calda in alternativa al più interno triclinio.

“Pompei è una storia di rinascita e riscatto, un modello per tutta Europa nella gestione dei fondi comunitari – commenta il ministro per i beni e le attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini -. Un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno contribuito ai risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti e che sono motivo di orgoglio per l’Italia”.

“A Pompei non è più il tempo delle emergenze – conclude il direttore del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna – abbiamo davanti a noi nuove e importanti sfide per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione degli scavi e del territorio”.

Amalia Ammirati

 

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