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“Parenti serpenti”, ecco la famiglia italiana

di | 2020-12-20T10:48:58+01:00 20-12-2020 6:30|Attualità, Sezione 7, Spettacolo|1 Comment

ROMA – Quando rivediamo un film con piacere anche a distanza di pochi anni e sempre riusciamo a trovarci qualcosa di noi stessi e di chi ci circonda, allora siamo in presenza di un grande classico, ove per “classico” si intende ciò che non passa mai di moda. Se ne può parlare a tutto diritto a proposito di “Parenti serpenti”, anno 1992, di quel gran regista che fu Mario Monicelli scomparso dieci anni fa, autore di film indimenticabili perché rappresentativi in modo lucido, ironico e intelligente dell’indole degli italiani.

Era un’epoca in cui, ancora, nei cinema non avevano imperversato i “cinepanettoni”; per Natale arrivavano nelle sale anche capolavori come questo che fu un misto di disvalori, cinismo, volgarità e provincialismo che ben riassumevano e riassumono la famiglia italiana. La vicenda si svolge a Sulmona, bellissimo paese della provincia abruzzese, in uno dei tanti Natali organizzati “per stare tutti insieme”, come vuole la tradizione, nella casa degli anziani genitori. Qui, nei giorni a cavallo tra la vigilia e il Capodanno, fratelli, nuore, cognati, genitori e figli si danno il solito annuale appuntamento di fine anno e si consuma una tragicomica “resa dei conti” tra congiunti. Tra il pranzo e la cena, che si ripetono per giorni con un menu attento alle tradizioni e alle delizie delle regioni da cui provengono i vari personaggi, i parenti a turno e a gruppi, alle spalle ora di uno ora dell’altro e assumendo i comportamenti più subdoli e bassi, sparlano, si vendicano, fanno ripicche e si lasciano andare alle nefandezze più orribili.

La famiglia che si rivela è un insieme di persone per niente autentiche che hanno accettato di incontrarsi per non venire meno alla tradizione ma non hanno niente da spartirsi oltre il problema degli anziani genitori che vivono soli, per i quali devono trovare una soluzione. Monicelli nel rappresentare questa situazione è spietato e allo spettatore non fa mancare niente di quanto già sa ma lo sa condire con il suo “italicum acetum”: il regalo riciclato e inutile rifilato ai parenti, le frasi di circostanza, i sorrisetti malefici, i pettegolezzi, le antiche gelosie, le corna e i tradimenti. Anche i personaggi sono paradigmatici, delle vere caricature: il fratello single che fa outing, la sorella senza figli e un matrimonio fallito, quella brutta e arcigna e poi la cognata “beccata” sulle foto di una rivista porno di cui tutti sanno ma guai a parlarne. Insomma, nelle scene del film emerge tutto ma soprattutto il peggio, il marciume della famiglia italiana che vuole apparire a tutti i costi “perbene” anche se non lo è.

Con il suo realismo leggero come una farfalla e violento all’inverosimile a creare un ossimoro ineguagliabile, “Parenti serpenti”, è il Film di Natale con la f maiuscola. Tantissimi i momenti salienti della pellicola ma tra i più riusciti c’è l’entrata alla messa di mezzanotte quando, in modo grottesco, il passaggio delle signore agghindate per l’evento, suscita chiacchiere e maldicenze in un sottofondo crescente, biglietto da visita della bella Italietta sempre in bilico tra essere e apparire. Una società piccolo-borghese, insomma, che è ancora oggi quella descritta dal grande Maestro grazie alla bravura di artisti eccezionali come Marina Confalone, Paolo Panelli, Alessandro Haber, Cinzia Leone e Monica Scattini tra gli altri.

Una storia purtroppo come tante, verosimile anche nel finale semiserio in cui tutti i personaggi trovano finalmente un accordo nella soluzione che individuano per “sistemare” gli anziani genitori. Niente spoiler. Giudicate voi vedendo o rivedendo il film. La visione è consigliata per i giorni di Natale.

Gloria Zarletti

One Comment

  1. Antonio 20 dicembre 2020 at 10:03 - Reply

    Bellissimo il film,bellissimo il tuo scrivere su un argomento tanto vero quanto da tenere nascosto dall’ipocrisia “noi non siamo così”.
    Invece , purtroppo,siamo tutti toccati da certe “malattie”di ieri ,oggi e domani.

    Per sorridere amaramente:se ci fosse stato il covid ,i poveri genitori si sarebbero salvati.

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