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New York, la città a dismisura d’uomo

di | 2018-12-08T18:22:31+01:00 9-12-2018 6:05|Sezione 2, Viaggi|1 Comment

NEW YORK (Usa) – Street ed Avenue, un reticolo di strade che per orientarsi al meglio hanno i numeri, zona Est e zona Ovest al centro la Fifth Avenue che, come Spaccanapoli, divide la città: questa è Manhattan circondata dall’infinito oceano, il cuore pulsante di New York. Nove  ore di volo per approdare al JFK e sei dall’altra parte del globo con a proprio favore sei ore recuperate, così da inseguire  il sole.

 

Una città sorprendente a “dismisura” d’uomo per i suoi alti grattacieli che in uno spazio piccolo racchiudono tante vite. Luci sfavillanti e grandi led a Time Square e ci si trova in un luogo che ha una grande personalità ed influenza sul resto del mondo. Non ci si sente estranei perché da subito, i grattacieli, i taxi gialli, il fumo bianco dai tombini catapultano in un set cinematografico già visto, familiare, che appartiene al vissuto di ognuno di noi.

 

Sembra riconoscerne ogni angolo, sembra di rivedere le scale antincendio in ferro esterne ad alcune abitazioni su cui l’affascinante Richard Gere saliva verso la sua “pretty girl” con una rosa in bocca. Ed ancora Central Park, il grande polmone verde al nord della città, set di numerosi film partendo dal più celebre “A piedi nudi nel parco” per finire al ponte bianco di Spiderman. Immancabile la pista di pattinaggio sul ghiaccio, presenti in varie parti della città.

 

I simpatici scoiattoli grigi presenti in ogni spazio verde della città. “Imagine” scritto su un mosaico a ricordare l’abitazione di John Lennon e il luogo dell’assurdo delitto compiuto. Unica variante al reticolo di strade delineato è Broadway, una lunga via che in modo irregolare taglia la geometria, perché è la strada degli artisti, tanti piccoli teatri che durante tutto l’anno mettono su gli spettacoli musicali classici, tappa immancabile per il turista per assaporare il musical americano, anch’esso tassello immancabile dell’immaginario collettivo sull’America. E allora ci si chiede come mai a Napoli, allo stesso modo. non ci sia una compagnia stabile che proponga il teatro di Eduardo, ma si sa gli americani della cultura identitaria hanno fatto un vanto e sanno supportarla. 

 

New York è una città in cui è tangibile la ferita sanguinante dell’11 settembre, le misure di sicurezza ad ogni passo all’ingresso dell’aeroporto, si è schedati con annesse impronte digitali e metal detector ad ogni ingresso di luoghi sensibili  come all’imbarco del battello per raggiungere il simbolo americano: la Statua della libertà che da lontano sembra piccolissima, ma che avvicinandosi mostra tutta la sua maestosità e la sua grandezza simbolica di una nazione oggi più vulnerabile, ma la stessa fragilità ha restituito un’umanità e calore inaspettato.

 

Il Memorial per l’11 settembre sul luogo delle torri gemelle è stata un’operazione di riscatto, rispetto e memoria di grande impatto emotivo. Due grandi piscine con un foro quadrato al centro con sui bordi in marmo nero  incisi i nomi delle vittime, lo scroscio dell’acqua che restituisce vita ad un triste luogo che appartiene a tutti noi come per tutti i delitti di vittime innocenti (circa tremila), il cui vissuto è raccontato nello spazio al di sotto delle fontane dove si riparte dalle fondamenta di quelle infelici torri il cui crollo ha cambiato la storia dell’intero globo. Immagini, racconti, reperti, pezzi di vetro, tributi fissano la memoria con la frase di Virgilio: No day will erase you from the memory of time (Nessun giorno ti cancellerà il ricordo del tempo). E in pochi anni all’esterno un  grattacielo più alto dell’intera città come forma di riscatto di una Nazione sì ferita, ma con un’energia fortissima.

 

Una città che esprime energia che in forma ridimensionata si ritrova anche a Napoli, una vivacità che rimane dentro. Tanto c’è da vedere, visitare, i tanti musei di arte contemporanea come il MOMA o il Guggenheim, il cielo stellato di Van Gogh vale il viaggio. Ma il design, l’architettura di questi luoghi sono valore aggiunto. Ed ancora il ponte di Brooklyn e il famigerato Empire State Building, anch’esso set di tanti film dal cui ottantaseiesimo piano si può godere di una vista mozzafiato a 360 gradi della city. L’altezza che va alla testa per le oscillazioni percettibili e necessarie, un’esperienza unica salire velocemente in altezza in ascensore con immagini filmiche in alto per distrarsi.

 

Certo non tutto è luce a New York, avrà pure le sue ombre, ma è di sicuro una città non banale che ti pone al centro del mondo alla ricerca di una felicità possibile.

 

Angela Ristaldo

 

Nella foto di copertina, la Statua della Libertà simbolo di New York e degli Stati Uniti

One Comment

  1. Ela 9 dicembre 2018 at 9:49 - Reply

    Come sempre, una scrittura fluida, mai artificiosa o noiosa, contraddistingue gli scritti di Angela Ristaldo. Ho risentito i profumi di N.Y., città che ho vissuto e tantissimo amato, e con solo un racconto è cosa difficile. Bravissima

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