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L’Italia del calcio è ancora arrabbiata

di | 2018-03-18T22:23:15+01:00 19-3-2018 4:30|Prima Pagina, Punto e Virgola, Sport|0 Commenti

Il campionato di calcio di serie A si ferma per permettere alla Nazionale di disputare due prestigiose amichevoli contro Inghilterra e Argentina, il cui fascino è persino scontato almeno per chi segue le italiche vicende pallonare. Quando furono programmate, avevano l’obiettivo di consentire agli azzurri di prepararsi al meglio e contro avversarie assai qualificate per l’ormai vicino mondiale in Russia. Serviranno, purtroppo, per cominciare la faticosa ricostruzione dopo le macerie lasciate in seguito all’eliminazione per mano della Svezia dalla più prestigiosa manifestazione calcistica del pianeta. E’ bene essere subito molto chiari: chi scrive è ancora oggi molto arrabbiato contro i principali protagonisti di quella clamorosa cancellazione dalla rassegna che mette di fronte ogni 4 anni anni il meglio del calcio mondiale. Vale la pena ricordare che un evento simile non si verificava dal 1958, esattamente sessant’anni fa.

Quella debacle ha artefici assai ben individuati: l’ex presidente federale Carlo Tavecchio e l’ex tecnico Giampiero Ventura. Ai quali vanno di diritto aggiunti tutti i collaboratori che, in misura più o meno tangibile, contribuirono a confezionare quell’ignominia. D’accordo, si sta parlando soltanto di calcio e una sconfitta per quanto pesante e dolorosa su un prato verde non implica alcuna conseguenza sull’immagine e sulle qualità del nostro Paese. Eppure, tutti più o meno ci siamo rimasti male, anche coloro che di solito non hanno alcun interesse verso il calcio, caratterizzato comunque da deprecabilissime degenerazioni. 

Dunque, Tavecchio e Ventura, ora spazzati via per fortuna dal vento dell’inevitabile rinnovamento, per quanto soprattutto il capo della Federcalcio abbia tentato in tutti i modi di resistere, anche di fronte all’evidente fallimento della sua gestione. Cominciata, vale la pena non dimenticarlo mai, dall’infelice uscita pubblica quando ancora era candidato con la battuta sugli “Optì Poba” (cioè giovanissimi di colore prelevati in Africa) che vengono a giocare in Italia. Quella frase dalla chiara connotazione razzista fu punita con una squalifica nelle sedi internazionali, ma non ebbe conseguenze in Italia per il semplice fatto che il presidente avrebbe dovuto punire se stesso… Niente da fare: ha vinto la linea del Coni e così la Figc è stata commissariata e il ragionier Tavecchio si può godere finalmente la pensione. Anche se nella nostra Italia, sempre più patria del rovescio e non del diritto, qualche colpo di coda è sempre dietro l’angolo e ciò che giustamente è uscito dalla porta, ce lo possiamo ritrovare da un momento all’altro rientrato dalla finestra.

E poi Ventura, artefice dello sconquasso tecnico, tattico e soprattutto psicologico, che ha permesso ad una mediocre Svezia di far fuori l’Italia. Non si è molto lontani dalla realtà se si ipotizza che almeno una decina squadre della nostra serie A avrebbero eliminato a mani abbastanza basse i nordici e le altre avrebbero fatto figura decisamente migliore, rispetto ad una pochezza non giustificabile dal livello medio del nostro campionato. Che non sarà il migliore del mondo, ma che certamente ha qualità superiori rispetto a quanto avviene a Stoccolma e dintorni.

E invece si deve ricostruire. Con la consapevolezza però che ci sono “vecchietti” ancora in gamba e soprattutto tanti giocatori nel pieno della maturità e tanti giovani che possono fare molto di più e sui quali contare per la rinascita della Nazionale. E intanto i Mondiali ce li vedremo in tv senza l’Italia, porca miseria…

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