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Le parole di Ungaretti per resistere e sperare

di | 2020-11-06T12:34:19+01:00 8-11-2020 6:20|Cultura, Sezione 5|4 Comments

VITERBO – Sono servite solo poche parole a Giuseppe Ungaretti, nella poesia intitolata “Soldati”, per descrivere con una frase toccante, divisa in quattro versi liberi e brevi e senza alcuna punteggiatura, la condizione di drammatica incertezza e lo stato d’animo del momento vissuto dai soldati in trincea durante la Grande Guerra del 1918: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Intenso nel contenuto è il parallelismo utilizzato dal poeta con questi semplici vocaboli, grazie ai quali riesce a mettere a confronto in maniera esplicita la precarietà della vita dei soldati paragonandola a quella delle foglie sugli alberi nella stagione autunnale, destinate inevitabilmente a cadere per una folata di vento più forte, così come l’incerta vita dei soldati al fronte potrebbe cambiare per un colpo improvviso sparato del nemico. Questa similitudine accomuna soldati e foglie a vivere nell’attesa di un qualcosa che quasi certamente potrebbe condurli verso il medesimo destino, rendendo amara e malinconica la metafora del poeta.

Rapportandolo ai giorni nostri, il commovente componimento di Ungaretti si potrebbe addirittura prendere come spunto per una profonda riflessione, naturalmente con un pizzico di fantasia, per tutti quei contesti personali vissuti intimamente con grande preoccupazione o con un forte stato d’ansia, destinati poi a culminare con una prova importante, un esame o una scelta delicata ma in questi casi con aspetti meno drammatici rispetto a quella guerra a cui fa riferimento il poeta. Esaminando quindi con attenzione il contenuto della poesia di Ungaretti in riferimento alla realtà di oggi, proprio mentre un nemico invisibile e silenzioso si sta insinuando tra noi mettendo a dura prova gli equilibri sanitari ed economici su cui poggia l’intero sistema sociale, possiamo notare che ci troviamo tutti a vivere con qualche timore precauzionale causato dell’escalation indiscriminata dei frequenti contagi dovuti al terribile Covid-19 e possiamo affermare, continuando con l’esempio metaforico della poesia, che percepiamo tutti un senso di insicurezza, proprio come le foglie appese agli alberi in autunno, visto che il virus, in forma più o meno grave, può colpire chiunque e in qualsiasi momento se non si rispettano le precauzioni sanitarie.

Questa volta però abbiamo la consapevolezza ed il vantaggio, in una visione positiva ed in prospettiva, anche alla luce degli enormi sacrifici richiesti e imposti dalle nuove limitazioni restrittive dell’ultimo Decreto Ministeriale, che l’imminente annuncio di un vaccino antivirus possa rappresentare, nella metafora attuale, la nostra anticipata e tanto attesa primavera. Tutto ciò per noi si traduce in un atteggiamento pragmatico, sintetizzato in una a sola e affascinante parola: resilienza, grazie alla quale saremo in grado di riuscire a superare con una vena di speranza e di rinascita questo stato di momentanea difficoltà.

Paolo Paglialunga

 

4 Commenti

  1. Roberta 8 novembre 2020 at 10:26 - Reply

    Buongiorno Paolo anche oggi hai toccato il mio cuore e credo quello di tutti i tuoi lettori
    La tua positività è il tuo.rispetto delle regole appartengono anche a me e speriamo di essere molto più contagiosi del COVID

  2. Tiziana 8 novembre 2020 at 11:27 - Reply

    Bellissimo articolo

  3. Tiziana 8 novembre 2020 at 11:28 - Reply

    Bellissimo articolo molto attinente al momento.Complimenti

  4. Barbara 9 novembre 2020 at 23:45 - Reply

    Grande come sempre Grande Paglialunga, profondo e toccante.
    GRAZIE barbara

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