//L’albero più bello è la Quercia di Tricase

L’albero più bello è la Quercia di Tricase

di | 2019-11-24T06:31:31+01:00 24-11-2019 6:33|Punto e Virgola|0 Commenti

Il miglior albero italiano è la Quercia Vallonea di Tricase, in provincia di Lecce. Il singolare referendum è stato organizzato dall’associazione friulana Giant Trees Foundation Onlus, che si occupa della salvaguardia degli alberi giganti nel mondo e che ha aderito al concorso europeo Tree of The Year 2019. E così quest’anno, per la prima volta, è stato possibile votare l’albero più bello anche in Italia.

La secolare quercia del Salento ha ottenuto uno straordinario plebiscito web (oltre 350.000 voti)  si è guadagnata la prima posizione del Tree of the Year italiano. Il nome scientifico è “Quercus Ithaburensis Decaisne” e appartiene, come i castagni e i faggi, alla famiglia delle fagaceae. Questo albero antichissimo (si conta che abbia un’età di circa 700 anni) vive sulla strada che porta a Tricase porto e, sin dai primi giorni del concorso, ha guadagnato la vetta nella classifica per non abbandonarla mai durante i mesi di votazione. La signora sospesa tra storia e leggenda, conosciuta anche come Quercia dei Cento Cavalieri vanta più di 700 metri quadrati di foltissima chioma ed un tronco di 4,25 metri.

Oltre alla quercia vincitrice, la Fondazione Giant Trees aveva scelto come finalisti altri 3 esemplari di particolare importanza per caratteristiche, storia, cultura e bellezza: la Quercia di Fossalta, in provincia di Venezia; la Quercia delle Checche, in val d’Orcia (Toscana) e la Quercia il Leccio dell’Etna in Sicilia.

La quercia di Fossalta di Portogruaro è un albero alto 16 metri e con una circonferenza di 9. Si tratta di un esemplare che è sorprendentemente vuoto al suo interno ma, nonostante questo, è in grado di restare in piedi e sorreggere tutto il suo peso. Dell’età di circa 600 anni, la “vecja” di Fossalta era presente già tempi della Serenissima sotto forma di un semplice alberello.

La Querce delle Checche

La Quercia delle Checche si trova nel Comune di Pienza, in provincia di Siena, nel cuore della Val d’Orcia. La roverella  ha almeno 370 anni, è alta 22 metri, ha un fusto di 4,5 metri di perimetro e d’estate vanta una splendida chioma che può raggiungere un diametro di 34 metri. Il nido perfetto per numerosi uccelli. La storia l’ha vista protagonista in diversi momenti, l’ultimo dei quali durante la seconda guerra mondiale quando venne scelta come riparo per le munizioni dei partigiani. L’albero è anche conosciuto come Quercia delle Streghe, perché secondo un’antica leggenda in passato era il luogo in cui esse si incontravano in occasione dei sabba, un convegno durante il quale venivano compiute pratiche magiche e riti blasfemi.

La Querce delle Checche

Il 15 agosto del 2014 venne gravemente ferita da un vergognoso atto di vandalismo perdendo uno dei rami più grossi, pari a un terzo del volume della gigantesca pianta. Quel giorno, i vandali fecero della Quercia l’oggetto di una sessione di Tree Climbing. Alcuni volontari della Società Italiana di Arboricoltura intervennero per evitare danni permanenti alla pianta. Da quel momento, è partito un lungo percorso burocratico durato 3 anni, per tutelare la Quercia, fino a quando la Regione ha dato il via libera al  Comune di Pienza che aveva formalizzato la richiesta di tutela. In meno di tre anni, il Ministero del Beni Culturali ha riconosciuto la Quercia delle Checche come un bene immobile da sottoporre a tutela. È stata classificata come albero monumentale perché “di particolare interesse pubblico”.

La Quercia il Leccio dell’Etna

Nel versante orientale dell’Etna, nel territorio di Zafferana Etnea, si trova un leccio, Quercus Ilex, quasi millenario: l’Ilice di Carrinu, dal nome di un antico proprietario del fondo, o Ilice du Pantanu, dall’antica presenza di una zona umida nelle sue adiacenze. Situato a 970 metri di altezza alle pendici dell’Etna, è l’ultimo esemplare di una rigogliosa foresta di lecci che risale a settecento anni fa, che anticamente collegava il versante orientale con quello settentrionale dell’Etna. Il magnifico albero (il Leccio dell’Etna, appunto) espande su un possente tronco un’imponente architettura di lunghi rami, perciò è detto l’albero dai rami più lunghi del mondo, ha una circonferenza del tronco di circa cinque metri ed è alto diciannove metri. Questo leccio dalle foglie verde scuro, dai rami contorti e lunghissimi, il tronco massiccio e scuro, le lunghe radici nodose aeree, per le sue impressionanti dimensioni è uno degli alberi più fascinosi e più vetusti dell’Etna e sarebbe il secondo per antichità e grandezza in Italia. Una delle colonne portanti del cielo.

La premiazione è in programma il prossimo 30 novembre a Buttrio, in provincia di Udine. L’albero vincitore, la Quercia Vallonea di Tricase, si aggiudicherà non solo il titolo di migliore albero italiano 2019 ma avrà anche la possibilità di passare alla finale dell’albero europeo del 2020.

Buona domenica.

Nell’immagine di copertina, la Quercia Vallonea di Tricase

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