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La difficile convivenza tra uomini e lupi

di | 2021-02-05T19:18:09+01:00 7-2-2021 6:30|Attualità, Cultura, Sezione 7|0 Commenti

BORGOROSE (Rieti) – “Custodi erranti – Uomini e lupi a confronto” di Matteo Luciani (ed. Pandion, in italiano con traduzione in inglese e prefazione di Luigi Boitani). Ecobiologo, autore, storyteller, fotografo, divulgatore ambientale, progettazione editoriale con i Carabinieri Forestali, docente e divulgatore Ambientale AIGAE (Associazione italiana guide ambientali escursionistiche): questo è Matteo Luciani, romano, con origini nel comune di Borgorose nel Cicolano (nonno materno pastore transumante). Ed è proprio al Museo Archeologico del Cicolano, nella frazione di Corvaro, che nel giugno 2017 ha presentato questo libro, appena fresco di stampa, frutto di una sua esperienza di tre anni, parte trascorsi in solitudine, parte insieme ai pastori della Riserva Montagne della Duchessa: Sandro, Gerso, Chicchino e l’assistenza dei Guardiaparco, seguendoli in tutte le fasi della loro giornata, dormendo dove capitava, anche sotto uno spuntone roccioso.

A destra, Matteo Luciani

Nello stesso anno è stato anche ospite a Geo&Geo su Rai Tre. Il libro è impreziosito da 180 foto, molto suggestive, che documentano la bellezza della Riserva (istituita nel 1990) nelle quattro stagioni, la difficile coesistenza tra il lupo, l’uomo e la pastorizia: “Vite legate tra loro, che si incontrano, si scontrano, si uccidono, dipendono l’una dall’altra e insegnano ai nostri occhi che è la morte stessa ad alimentare la vita, questo è un libro alla ricerca di strategie di convivenza nel contesto naturale in cui l’uomo opera e il lupo vive”. La mungitura all’alba, la preparazione del formaggio nel capitolo dedicato al “Risveglio”, seguono i capitoli “Imbrunire”, “Vite parallele”, “Visita attesa” (quella del lupo), “Fine stagione”.

Lupi e tecniche di caccia, la difesa del pastore maremmano abruzzese, gracchio alpino, aquila reale, grifone, fauna e flora, faggi secolari che offrono ombra a un intero gregge, il bramito del cervo nel territorio della Riserva: vite parallele all’uomo e il rischio reale che tutto scompaia. “Perdere le attività in montagna significa perdere un patrimonio culturale e naturale, la biodiversità, le praterie secondarie. E’ questa la sfida da abbracciare per le generazioni future, per la coesistenza. In questi tre anni, durante la mia esperienza diretta, i lupi hanno ucciso solo tre pecore, tutte selezionate fra le più deboli”. Nemico dell’uomo, il lupo è stato perseguito e quasi sterminato dai “lupari”, una vera professione, praticata nel ‘900 soprattutto nel comune di Leonessa nel reatino, ma il vero colpevole attualmente è il ritardo con il quale vengono rimborsati i danni da fauna selvatica, causati anche da cervi, caprioli e cinghiali, per le colture. Il lupo, grande predatore insieme all’orso bruno marsicano, anch’esso da proteggere, è indispensabile per l’equilibrio biologico ed è prezioso, proprio per il contenimento della fauna selvatica, che diversamente sarebbe troppo invasiva (i cervi e i cinghiali sono in forte aumento in questi ultimi anni).

La prima pagina del libro, che anticipa l’introduzione, cita Giacomo Leopardi: “La legge naturale varia secondo le nature. Un cavallo che non è carnivoro, giudicherà forse ingiusto un lupo che assalga e uccida una pecora, l’odierà come sanguinario, e proverà un senso di ribrezzo, e l’indignazione abbattendosi a veder qualche sua carnificina. Non così un lione. Il bene e il male morale non ha dunque nulla di assoluto. Non vì è altra azione malvagia, se non quelle che ripugnano alle inclinazioni di ciascun genere di essere operanti: né sono malvagi quelli che nocciono ad altri esseri, mentre non ripugnino alla natura di chi le eseguisse”. In natura ogni essere ha il ruolo, la sua inclinazione su questo pianeta e tutto si tiene in perfetto equilibrio. Solo l’uomo interferisce, solo l’uomo uccide a prescindere dalle reali necessità, solo l’uomo inquina e distrugge, abusando delle risorse. “Lupi e uomini hanno da sempre una relazione molto stretta, a volte idilliaca ma più spesso tormentata, tanto da diventare guerra totale fino all’ultimo sopravvissuto. Naturalmente è stato l’uomo che ha dettato l’agenda di questa relazione, condizionata dalla ecologia e economia delle popolazioni umane – scrive Luigi Boitani nella sua prefazione –. I popoli cacciatori e guerrieri senza la preoccupazione di difendere alcun animale domestico, hanno ammirato e rispettato il lupo per la sua ovvia superiorità nella caccia alle prede selvatiche. I popoli sedentari, agricoltori e allevatori, invece, hanno dovuto fare i conti con la necessità di tenere il lupo a distanza dalle proprietà dell’uomo”.

Cani da conduzione del gregge affiancano cani da guardia eccellenti, come i pastori maremmani abruzzesi: “Fanno egregiamente il loro lavoro contro qualsiasi entità sconosciuta che voglia avvicinarsi o provare ad entrare all’interno del recinto – racconta Matteo con il cuore in gola per aver potuto fotografare un agguato di tre lupi con la predazione di una pecora, subito messa su un ramo d’albero per evitare che venisse mangiata e poterla far visitare al veterinario per il rimborso – braccati da una figura bianca (il pastore maremmano abruzzese): la lupa del branco prende la fuga senza provare minimamente a fronteggiare il grande intruso, se pur solitario”. Poco dopo è il maschio alfa che torna alla carica, ma il branco deve battere in ritirata. Il custode errante ha vinto ancora.

Reduce da un viaggio alla scoperta della Penisola del Sinis in Sardegna, tra coste perlacee, quarzo, posidonia spiaggiata, grandi dune e macchia mediterranea, Luciani è attualmente impegnato lungo il corso alto del Tevere “Il fiume dell’adolescenza”, uno dei fiumi più nominati e percepiti negativamente e questa volta invita a rimpicciolirci e a guardare le cose “da una prospettiva idealmente più ampia e praticamente più stretta – scrive nel suo profilo social – contempliamo il torrente, permettiamogli di scontrarsi con la roccia e vincerla per mezzo della perseveranza. In questo modo egli diventerà un fiume, raggiungerà il mare per poi tornare sotto forma di piccole gocce d’acqua che riabbracceranno la terra. Ogni vita, condizione, situazione è legata all’altra. E non importa a quale scala la vediamo, il principio sarà e resterà sempre lo stesso”.

Francesca Sammarco

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