//Il Papa: attenti al web, crea eremiti sociali

Il Papa: attenti al web, crea eremiti sociali

di | 2019-01-31T17:15:10+01:00 3-1-2019 6:30|Top Blogger|0 Commenti

Mi ricordo quando sulla scrivania in redazione avevo a portata di mano il vocabolario d’italiano. Ho sempre avuto paura degli errori di ortografia e delle inesattezze grammaticali. L’avvento dei computer, di internet, ci ha facilitato molto il lavoro di ricerca. Sono indiscutibili i vantaggi regalateci (beh, comunque li paghiamo) dall’informatica.
Ma il messaggio di Papa Francesco in occasione della 53^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali evidenzia una cosa importante: “Occorre riconoscere che le reti sociali per un verso servono a collegarci di più, a farci ritrovare e aiutare gli uni agli altri, ma di contro si prestano a un uso manipolatorio dei dati personali finalizzato a ottenere vantaggi sul piano politico o economico, senza il dovuto rispetto della persona e dei suoi diritti”.
Tra i più giovani le statistiche rivelano che un ragazzo su quattro è coinvolto in episodi di cyberbullismo. La rete è un’occasione per promuovere l’incontro con gli altri ma può anche potenziare il nostro autoisolamento. Sono i ragazzi a essere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli totalmente sul piano relazionale fino a creare degli “eremiti sociali” che rischiano di restare fuori dalla società reale.
Il messaggio del Papa invita “a riflettere sul fondamento e sull’importanza del nostro essere in relazione e a riscoprire nella vastità delle sfide dell’attuale contesto comunicativo il desiderio dell’uomo che non vuole rimanere nella propria solitudine”. Evidenzia come però la “social netwark community non sia sinonimo di comunità. “Troppe volte – sottolinea Papa Francesco – nel social web l’identità si fonda sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, dell’esterno al gruppo”. E da qui il messaggio diretto agli operatori dell’informazione che oggi intervengono soprattutto sul web. Un invito e un’esortazione alla riflessione quando parla “della necessità di promuovere un uso responsabile dei social media, sull’importanza del linguaggio che deve puntare sempre alla costruzione di ponti e mai ad escludere, discriminare o innalzare muri, sull’obbligo di rispettare la verità dei fatti e la dignità delle persone”. Elementi che rafforzano le nostre battaglie e rappresentano un ulteriore stimolo a difendere la libertà di espressione e i diritti fondamentali di chi fa il giornalista.
Diciamolo chiaramente: oggi, più che ieri, l’informazione mediatica è intrisa di contrapposizione, di pregiudizi di ogni tipo, di violenza verbale e di notizie troppo spesso attinte dalla rete, seppur non veritiere ma comunque utilizzate per dividere e non per unire. Oggi con il web tutti possono comunicare con gli altri, tutti possono fare giornalismo. Ma la professionalità non si inventa da un giorno all’altro.

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