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Il lavoro femminile non sfonda in Italia

di | 2020-01-16T20:45:29+01:00 19-1-2020 6:40|Attualità, Sezione9|0 Commenti

ROMA – Nei giorni scorsi, a Roma, presso la sede del Centro Studi Americani, il convegno “Più donne, più Pil”, organizzato dall’Associazione Inclusione Donna che, con la collaborazione del Centro Studi, ha voluto fornire una riflessione ed un dibattito sul difficile tema della condizione delle donna nel mondo del lavoro. Presente il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, da sempre impegnata sul tema della condizione femminile e del ruolo della famiglia nella società. L’iniziativa, afferma Carolina Gianardi, tra le fondatrici di InclusioneDonna, ha come obiettivo di fare il punto sull’occupazione femminile in Italia, che nell’ottica di una crescita economica e sociale tenga presente ed abbia cura della crescita sia qualitativa che quantitativa del ruolo delle donne all’interno del sistema. All’incontro sono intervenute Marta Dassù, senior advisor for European Affairs dell’Aspen Istitute, già vice presidente del Centro Studi Americani, la cui introduzione ai lavori è stata curata da Sila Mochi, ispiratrice e trait d’union di Inclusione Donna.  A fornire un quadro generale d’insieme è intervenuta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat.

Dagli ultimi dati forniti da Eurostat 2019, è risultato che l’occupazione risulta in crescita nel nostro Paese, pari al +1,2% con circa 285 mila unità e di questi 171 mila sono donne. Tali dati fanno ben sperare ma non consentono certo di cantar vittoria, in quanto l’Italia è uno dei paesi europei con i livelli più bassi di occupazione femminile. Infatti la media europea è di 66,5 occupate ogni 100 donne tra 20 e 64 anni, e l’Italia si trova al penultimo posto con il 52,5%. All’incontro è intervenuto anche Andrea Montanino, presidente del Fondo Italiano di Investimento e chief economist di  Cassa e Depositi e prestiti. Ha moderato l’interessante incontro Carlotta Ventura, direttore del Centro Studi Americani.

Quest’interessante dibattito è stato ideato e voluto dall’associazione #Inclusione Donna che è una alleanza che è nata nel 2018 e che ad oggi riunisce circa 57 associazioni in Italia , che si è ispirata ai principi democratici fondamentali della nostra Costituzione, che vuole promuovere la parità di genere nel mondo del lavoro e della rappresentanza. E’ un punto di aggregazione che rappresenta circa 40 mila donne di ogni ambito sociale, impegnate in diversi settori del mondo lavorativo. Già nell’ottobre scorso c’è stato un primo incontro tra queste associazioni, sempre a Roma, con l’intento di sensibilizzare le Istituzioni ed il settore privato ad identificare e rimuovere gli ostacoli che possano impedire la piena parità di genere nella rappresentanza e nel mondo del lavoro. Con il provocatorio titolo di “meno occupate, meno pagate. Donne e lavoro in Italia”, #Inclusione Donna ha presentato 10 istanze su occupazione e rappresentanza femminile, consegnate ad una rappresentanza trasversale unita dal medesimo impegno comune.

Nelle istanze si chiede alle Istituzioni  che adottino nuove misure per favorire l’occupazione e l’imprenditoria femminile. Nuove ed efficaci forme di incentivi per accedere al credito ed al mercato delle agevolazioni fiscali. Si chiede inoltre di rivedere, studiare e formulare nuove misure che possano favorire l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, rivedere anche le politiche del welfare a favore di chi si dedica alla cura della famiglia e mirare ad una occupazione al femminile almeno del 60%, e l’istituzione di un osservatorio per monitorare gli step finalizzati al raggiungimento degli obiettivi. Quindi più presenza femminile all’interno delle istituzioni e rispetto dell’uguaglianza nella selezione dei rappresentanti istituzionali. Un dibattito per fissare il punto su di un tema che ancora oggi è motivo di attenzione e su cui è lecito chiedersi se si tratta effettivamente di discriminazioni e disuguaglianze quelle che ancora persistono nelle opportunità di impiego e nella ripartizione delle responsabilità familiari e di cura, considerando che uno dei principali ostacoli alla piena partecipazione della donna al mercato del lavoro è ancora la disuguale ripartizione del lavoro domestico e di cura tra uomini e donne, mancando politiche efficaci di condivisione e di conciliazione.

Le donne continuano a lavorare meno ore fuori casa e più ore in casa. Nel mondo, esse svolgono in media una mole di lavoro in casa che supera due volte e più quella degli uomini e dove il divario si è andato riducendo, non è tanto per la maggiore partecipazione degli impegni familiari, bensì per l’aumento delle ore lavorate fuori casa delle donne, mentre la cura dei figli resta principalmente un compito femminile.

Stefania Saccone

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