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Cammino di Francesco: adesso è interattivo

di | 2019-10-07T09:54:17+02:00 6-10-2019 6:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

RIETI – La figura di San Francesco d’Assisi incuriosisce ed affascina allo stesso tempo e trova tutti d’accordo nel definirlo il personaggio della cristianità tra i più audaci ed illuminati. Dai dipinti del tempo viene ritratto come un giovane esile, di statura media, dall’aspetto semplice e mite; ma se si ripercorrono tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato la sua breve esistenza, ci si accorge che fin da giovanissimo era animato da un “fuoco” che lo caratterizzava in tutte le sue azioni: un giovane appartenente al ceto (che oggi si definirebbe borghese), dalla cultura cortese e cavalleresca. A soli 20 anni fu protagonista di scontri tra le contrade di Perugia ed Assisi e con i rivoltosi fu imprigionato per un anno. Divenne cavaliere ed intraprese il suo primo viaggio, nella Puglia, che segnò il principio di quella che sarà poi la sua missione futura.

E’ l’anno 1205 quando in una notte in cui era lontano da casa, durante il viaggio, sognò una voce che lo scosse profondamente. Era una voce che lo interrogava sul perché della sua esistenza e che insinuò in lui il dubbio sulle scelte che fino ad allora aveva compiuto: “Chi può meglio trattarti? Il Signore o il Servo?”. Fu quello il momento in cui sentì che il fuoco che lo animava era destinato al servizio di Dio. Da quel momento si verificò il totale cambiamento del giovane Francesco che si isolò in preghiera e al servizio dei più bisognosi, fino ad arrivare al gesto estremo e clamoroso della sua rinuncia pubblica ad ogni bene terreno. Nudo, si rivestì dell’abito da eremita e cominciò il suo lungo viaggio al servizio del Signore “per riparare la casa che era tutta in rovina”.

Tra i luoghi più significativi che Francesco toccò, ci fu senza dubbio Roma, dove giunse per chiedere al Papa, Innocenzo III, l’autorizzazione e l’approvazione della forma di vita religiosa che andava predicando e da cui ottenne l’autorizzazione in quanto solo in secondo momento gli fu concessa l’approvazione della “Regola”. La vita di Francesco era diventata un peregrinare continuo in terre in cui ha lasciato segni e testimonianze tangibili, indelebili. Uno dei luoghi particolarmente indicativo delle sue gesta e significativo della sua grande Fede è quello che oggi viene indicato come “La Valle Santa”, ovvero il passaggio di Francesco a Rieti, dove si recò numerose volte negli anni che vanno dal 1208 al 1224. La valle reatina, geograficamente molto vicina ad Assisi e La Verna, fu una delle sue patrie.

Una grande distesa di pianure circondate da monti che, oggi, vedono numerose testimonianze degli insediamenti francescani nelle grandi e potenti abbazie del tempo. La particolarità di questa valle è di avere una forma circolare, chiusa lungo tutto il perimetro da colline e monti, tra i quali spicca il Monte Terminillo. Un anfiteatro naturale su cui spiccano i quattro santuari francescani, idealmente disposti alle quattro estremità che formano una croce mistica. I 4 santuari che delineano il cosiddetto Cammino di Francesco, che oggi è tra i percorsi religiosi e naturalistici più interessanti. Il Cammino è stato inaugurato nel 2003 e si articola in 8 tappe (per circa 80 km). Queste tappe conducono alla Rieti medievale, con i suoi palazzi e le sue chiese. I 4 Santuari (Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo) sono incastonati tra i boschi e contengono testimonianze del passaggio del Santo (come Rivodutri con il Faggio di San Francesco, il borgo di Posta, nella valle del Velino, e sulle vette del Terminillo).

Nel Santuario di Greccio, nel dicembre del 1223, per la notte di Natale, Francesco volle rievocare la nascita di Gesù con una rappresentazione vivente, celebrandola in una grotta, a testimonianza della nascita umile del Bambino Gesù: da questo ebbe origine la tradizione del Presepe. Il Santuario di Greccio, abitato da monaci, è sede del Museo Internazionale dei Presepi e della prima rievocazione storica al mondo del Presepe vivente. Nel Santuario di Fonte Colombo , chiamato anche il Monte della Regola, Francesco nel 1223, raccolto in una grotta, scrisse la Regola dell’Ordine, poi approvata dal Papa; lì tornerà anche in un secondo momento, nel 1225, quando – già malato – andò per farsi curare il male agli occhi che lo costringeva da tempo a dettare i suoi testi. Anche il Santuario di Fonte Colombo è abitato da monaci francescani. A La Foresta Francesco, nel 1225, viene ricevuto e ospitato; lì in tranquillità e solitudine si ritirava a pregare nella cavità di una roccia, simbolicamente il costato di Cristo e lì compose gran parte del Cantico delle Creature. Il Santuario di Santa Maria della Foresta oggi continua la sua missione francescana e accoglie la Comunità “Mondo X” aperta ai giovani che vivono disagi di vario genere: la tecnologia non è presente e i giovani di diversa provenienza si avvicendano, coltivano la terra e si nutrono del ricavato. Qui il simbolo dell’uva ricorda il dono che Francesco fece come ringraziamento dell’ospitalità ricevuta.

Il Santuario di Poggio Bustone, è il Convento dedicato a San Giacomo. San Francesco vi giunse nel 1208 n cerca di luoghi nascosti per raccogliersi e meditare, dopo aver attraversato Cascia e Leonessa. Agli abitanti si rivolgeva con il famoso saluto ”Buongiorno, buona gente”. Proprio sui monti che sovrastano il paese, sembra che gli apparve l’angelo che gli preannunciò il futuro del suo Ordine e lo assolse dai suoi peccati. Questi Santuari sovrastano la cosiddetta “Conca Reatina”, già definita con una forma di anfiteatro e che rappresentano simbolicamente la croce che identifica San Francesco: il Tau, la croce scelta come rappresentativa della sua opera, delle sue gesta e a cui era devoto in quanto rappresentava il suo concetto di dedizione al Signore, come forza salvatrice, beatitudine della povertà, elemento sostanziale della vita francescana. Era il suo sigillo, la sua firma, il segno di una convinzione spirituale profonda.

Negli anni numerose sono state le iniziative dedicate alla celebrazione della vita di San Francesco. Nel territorio reatino le celebrazioni dedicate alla Valle del Primo Presepe, vedono il coinvolgimento del mondo della cultura e della scuola con svariate iniziative dedicate soprattutto agli istituti di ogni ordine e grado, fra cui contest artistici e dimostrazioni–laboratorio, in grado di stimolare la creatività degli studenti e allo stresso tempo di avvicinarli a quel periodo storico in cui la Valle santa Reatina vide l’assidua presenza di Francesco. Tutte le attività dedicate e messe in campo già dal mese di settembre, culmineranno il 6 gennaio con presentazioni ed esposizioni dei lavori che spazieranno dal cimentarsi con la tecnica del mosaico/collage per rappresentare la natività, alla rappresentazione di antichi arti e mestieri, e ancora rievocazioni storiche e tutto ciò che concerneva la vita del Basso Medioevo. E’ stato anche presentato, qualche giorno fa, un progetto inerente il Cammino di Francesco in chiave moderna, in cui si vuole ripercorrere la vita del Santo in questi luoghi, attraverso l’innovazione e la tecnologia. Francesco raccontato con una ottica nuova, rivolta ai turisti, e che si avvale di mezzi moderni e della musica per far sì che, con una voce narrante, Francesco stesso racconti la sua esperienza. Quindi un Francesco proiettato nel futuro; accostamento che potrebbe apparire irriverente ma, in realtà, fu egli stesso un grande innovatore nel suo tempo.

La sua determinazione e tenacia nel perseguire la sua idea della Fede e le testimonianze portano a pensare che avesse una mente talmente creativa da riuscire a cogliere e percepire negli uomini e nella natura circostante ciò che non era facilmente percepibile e visibile a tutti. Quel farsi uomo tra gli uomini, il comprendere la natura nelle sue molteplici manifestazioni, quel far sì che ancora oggi si ritrovi ovunque l’impronta divina in ogni aspetto della realtà, rivela una mente innovativa, completamente proiettata ed immersa nel mondo circostante tanto da coglierne i suoi più reconditi e alti significati.

Stefania Saccone

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