/, Spettacolo/Green Book, viaggio nell’America razzista

Green Book, viaggio nell’America razzista

di | 2019-02-15T15:18:46+01:00 17-2-2019 6:30|Sezione 7, Spettacolo|0 Commenti

VITERBO –  Vincitore di tre Golden Globe  (miglior attore non protagonista a Mahershala Alì, migliore sceneggiatura a Nick Vallelonga e miglior film brillante), cinque nomination  ai premi Oscar 2019 (miglior film, miglior attore a Viggo Mortensen, miglior attore non protagonista a Magershala Alì, migliore sceneggiatura originale a Nick Vallelonga, miglior montaggio a Patrick J. Don Vito), Green Book è stato accolto dal pubblico con grande entusiasmo.

Standing ovation alle prime proiezioni al Toronto Film Festival, vittoria del premio del pubblico e trionfo come miglior film, sezione commedia o musical ai Golden Globe 2019, vincitore del premio del National Board of Review  e menzionato dall’America Film Institute come uno fra i migliori dieci film dell’anno. Uscito a metà novembre 2018 negli Stati Uniti, è ora in corsa per gli Oscar e nel frattempo ha già incassato al botteghino la considerevole cifra di 35 milioni di dollari. In Italia è in programmazione  nelle sale cinematografiche dal 31 gennaio.

Chiunque abbia visto questo film ne è rimasto affascinato sia per le tematiche narrate sia per il perfetto equilibrio fra i momenti comici e drammatici in esso contenuti. Film definito dagli americani con il termine “crown pleaser” che significa che piace al pubblico perché con “leggerezza” la pellicola veicola un messaggio di rispetto verso la diversità, un invito a vedere la persona diversa più con curiosità che con repulsione proprio per cercare di sfatare il  pregiudizio negativo che si può nutrire nei suoi confronti.

 

Protagonisti del film sono Viggo Mortensen, che interpreta magistralmente la parte di un italo-americano che fa il buttafuori in un locale notturno, ignorante, manesco ma profondo conoscitore delle “regole della strada”.  e Magershala Alì che interpreta la parte di un pianista afroamericano di gran successo, colto ed elegante, la storia è ambientata nell’America degli anni Sessanta e The Negro Motorist Green Book, da cui per sintesi deriva il titolo del film, è una guida pubblicata negli anni Cinquanta, scritta da Hugo Green, dedicata ai viaggiatori afroamericani per aiutarli a trovare motel e ristoranti disposti ad accoglierli ( nessuno dei quali di un certo di livello perché quelli erano rigorosamente riservati ai bianchi).

Diretto da Peter Farrelly che, per l’occasione, ha abbandonato sia il fratello Bobby, con il quale ha condiviso la regia di film di successo, sia il genere demenziale degli stessi per cimentarsi con il genere della commedia on the road  riuscendo magnificamente nel suo intento. La trama del film racconta la storia vera di un buttafuori italo-americano che fa da autista, e non solo, ad un talentuoso pianista nero che per due mesi va in tournée nel sud razzista degli Stati Uniti del 1962. Il viaggio sarà anche un percorso di conoscenza fra i due che pur venendo da due realtà diametralmente opposte impareranno a conoscersi e a rispettarsi pur nelle reciproche diversità, anzi le stesse diventeranno motivo di arricchimento per entrambi.

Ottime la regia, l’interpretazione degli attori e la sceneggiatura, studiate ed accurate le ambientazioni ed i costumi, il razzismo, l’intolleranza,  la diversità sono i contenuti del film che seppure contestualizzati in un epoca non troppo lontana restano comunque tematiche di bruciante attualità . Qualcuno l’ha definito parabola sulla tolleranza ma è una definizione un po’ riduttiva perché nel film c’è molto di più, c’è la presa di coscienza e la consapevolezza di voler combattere ed abbattere i muri del pregiudizio e dell’intolleranza partendo da sé stessi e maturando attraverso un percorso interiore che richiede coraggio e determinazione.

Un viaggio nel viaggio anche per lo spettatore che affronta insieme ai protagonisti una serie di peripezie ed esperienze che scatenano una vasta gamma di emozioni che vanno dall’allegria all’indignazione,  dalla rabbia alla commozione  che si alternano e si rincorrono nel corso della storia fino ad arrivare ad un finale niente affatto scontato. Green Book è un film che non passa inosservato, che induce alla riflessione e sul quale, nei prossimi giorni saranno di nuovo puntati riflettori.

Silvia Fornari

 

Nella foto di copertina, una scena di Green Book 

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi