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Binario 16 per non dimenticare

di | 2019-11-17T06:37:02+01:00 17-11-2019 6:00|Cultura, Sezione 1|0 Commenti

FIRENZE – È passata poco più di una settimana, ma è impossibile non ricordare quel 9 novembre 1943 dove dal binario 16 della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella a Firenze parte il primo convoglio di deportati ebrei per Auschwitz.

Proprio il 9 novembre del 1943 quasi 300 ebrei furono ammassati sui vagoni di un treno e trasportati di forza ad Auschwitz, dove sarebbero arrivati il 14 novembre, pochi giorni dopo. Molti avevano già subito il trattamento a loro riservato: all’alba del 6 novembre, con l’irruzione nei locali della comunità ebraica in via Farini ad opera degli occupanti tedeschi e dei militi “repubblichini”, numerosi ebrei furono trucidati prima della partenza in treno. Tra i deportati c’erano anche 8 bambini e 30 anziani; La più giovane si chiamava Lia Vitale con il suo solo anno di vita, mentre la più anziana era Fanny Tedesco con ben 93 anni sulle spalle; dei 300 partiti ne tornarono solo 15 (8 uomini e 7 donne).

Firenze non dimentica, e portando in alto il suo appellativo di città d’arte, nel 2013, alla testa del binario dell’orrore, il binario 16, della stazione di Santa Maria Novella, venne inaugurato un monumento in memoria delle deportazioni naziste del 1943. L’opera era stata realizzata da Nicola Rossi, con il Marmo Giallo Sahara proveniente da una cava al confine fra Israele ed Egitto: visivamente risulta semplice, chiara e diretta, con il suo cuneo di ferro che squarcia una pietra incassata su due binari.

Un’occasione, per chi vuole andare a visitarlo, e per chi ogni mattina, passa davanti a quel binario, di riflettere su una delle pagine più spaventose dell’umanità. Una storia drammatica e tragica di uomini annientati per la loro appartenenza etnico-religiosa, oppure per il loro orientamento sessuale o per la loro invalidità fisica. Per quanto l’olocausto possa sembrare lontano, non riguardò solo gli ebrei, ma anche i rom, gli omosessuali, i disabili che subirono il medesimo trattamento. Tutto nel cuore dell’Europa e proprio a casa nostra.

Boris Zarcone

Nell’immagine di copertina, il binario 16 della stazione di Santa Maria Novella a Firenze

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