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Fantasy, perché piace così tanto a tutti?

di | 2019-05-03T13:12:08+02:00 5-5-2019 6:10|Attualità, Cultura, Sezione 3|0 Commenti

NAPOLI – Perché colpisce ancora così tanto il genere fantasy? Perché attira una così grande quantità di persone tanto che ogni film, libro o altro esca in visione si genera un’attesa e, quindi, una letterale presa d’assalto del film, del libro o di che viene proposto? Esempi, tanto per non andare troppo indietro, con la trilogia del Signore degli anelli e poi con l’Hobbit, ancora poi con i film dedicati alla magia di Harry Potter; per ultimo la saga del Trono di Spade e, volendo essere un po’ fuori dalle righe, con tutti i film dedicati ai supereroi. Forse perché è solo nel genere fantasy o fantascientifico che un uomo può dare libero sfogo alle proprie costruzioni fantastiche? Forse perché ognuno trova un po’ di se stesso nei personaggi mitizzati e un po’ supereroi che giostrano nella tv o nei libri?

Di sicuro l’aspetto più propriamente irreale, appunto fantastico, corrisponde all’immaginario di ciascuno di noi. E’ una fuga parziale dalla realtà, è un ritrovarsi nel bello, nell’ideale di un ambiente o di un contesto umano seppur spesso travagliato (come del resto è la nostra vita). Sarà che finiscono sempre bene, o meglio con una grande attesa di bene (quasi sempre con la vittoria del bene sul male) che ci spingono a guardarli. Una sorta di enfatizzazione della nostra vita, dei nostri sogni. In questo senso spesso e volentieri “fantastico” sta per qualcosa di estremamente bello e desiderabile. Un mondo ideale dove ciascuno ci si ritrova. Nel filone fantasy rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove quasi tutti gli elementi non vengono spiegati in maniera scientifica e questo fa vibrare le corde dell’immaginario, del soprannaturale.

Ma perché i supereroi affascinano così tanto? E non è solo una questione legata ai giovincelli. Del resto è vero che i bambini anche piccoli sono in grado di fare ragionamenti e, soprattutto, di distinguere il bene dal male, o almeno di capire chi protegge gli altri e chi, invece, non lo fa. Sarebbe dunque questo innato senso di giustizia, il motivo per il quale i bambini sono naturalmente attratti dai supereroi. E così anche noi, già in età precoce, preferiamo le figure che proteggono i deboli ed ecco, forse, perché li amiamo anche quando tanto piccoli non siamo più. “Noi eroi abbiamo dei poteri, dobbiamo metterli al servizio dell’umanità” diceva Capitan America nell’ultimo Avengers.

Il fantasy è un genere letterario piuttosto recente, ma è imparentato con generi molto antichi come l’epica, il mito, la leggenda e la fiaba. Spesso gli scrittori di fantasy rielaborano miti e leggende del passato per creare nuove trame. Infatti l’epica, il mito, la leggenda, la fiaba e il fantasy hanno tutti un elemento in comune: sono il frutto del fantasticare. I racconti fantasy sono storie che narrano vicende spesso complicate, ambientate in universi dove predominano il mistero, il magico e il soprannaturale. La scuola dove Harry Potter studia magia, oppure La Terra di Mezzo, dove vivono gli Hobbit, sono tutti mondi paralleli al nostro, che non si possono raggiungere compiendo un viaggio nello spazio reale. Per arrivarci occorre, infatti, un intervento magico, un incantesimo, un imprevisto, l’intervento di una realtà esterna che sta al di sopra, al di fuori dell’ambito umano, angusto e pieno di limiti.

Elementi straordinari intervengono in un contesto reale. In altri racconti un mondo, che è sicuramente il nostro e che ci sembra del tutto familiare, è stravolto da qualcosa che non si può spiegare con la logica, la razionalità. Un elemento fantastico, straordinario si introduce in un ambiente del tutto normale e realistico. Da questa intrusione deriva, a volte, una minaccia, un pericolo o anche, più di frequente, la salvezza, la libertà che l’uomo da solo non riesce ad ottenere. Personaggi reali esplorano mondi paralleli. Spesso, descrivendo mondi paralleli, gli scrittori intendono parlare indirettamente di se stessi. Allontanare lo sguardo dalla realtà e inventarne una nuova, permette di osservarsi con maggiore obiettività e distacco.

Anche l’uso della magia serve a far riflettere. Sebbene la magia sembri una pratica facile e immediata per superare qualsiasi difficoltà, i maghi più saggi vi ricorrono solo in casi estremi. Sanno bene, infatti, che possedere un simile potere, senza usare il buon senso dei saggi, potrebbe portare alla catastrofe. Il fantasy fa quindi anche capire che persone potenti o malvagie possono essere combattute e spesso inaspettatamente battute da piccoli esseri, all’apparenza insignificanti, come gli hobbit, gli elfi o i bambini.

Nello studio del fantasy si fa principale la teoria che il genere trovi maggior successo in quei periodi della storia dell’uomo in cui si ha la sensazione di essere in crisi. Dunque epoche di dolore e di lotta, il cui esito incerto fa sperare che, come accade spesso nei fantasy, la fazione che sentiamo “nostra” riesca in qualche modo a prevalere. Alcuni sottolineano invece, come, anche se questa sia una visione del fantasy particolarmente diffusa tra critici ed esperti, esiste anche un’altra corrente di pensiero che ritiene il genere particolarmente adatto per riflettere, attraverso complesse analogie e metafore, sul mondo odierno. Insomma secondo quest’ottica il fantasy non è solo un universo immaginario in cui richiudersi per non vedere quello che c’è attorno a noi, ma un modo per ragionare su questioni che interrogano fortemente la nostra coscienza e il nostro mondo, attraverso però una modalità diversa, più interpretativa e analogica.

In questo senso il fantasy ha un valore fortemente ideologico, perché spinge i lettori, in particolare i giovani, ad aderire a valori e ideali quali il coraggio, l’integrità, il senso di responsabilità, il soprannaturale, la giustizia, il rispetto di sé e degli altri, la lealtà. Sarà proprio per tutto questo che il genere fantasy attira così tante persone, i bambini ma forse anche e soprattutto gli adulti.

Innocenzo Calzone

Nella foto di copertina, Capitan America

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Conduce da più di 10 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Appassionato di Arte, partecipa ad attività culturali con l’associazione “Neapolis” promuovendo incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli attraverso attività di doposcuola per ragazzi bisognosi e il Banco Alimentare. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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