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Ecosistema urbano: ecco la classifica

di | 2019-01-27T08:28:42+01:00 27-1-2019 6:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

C’è un’Italia del buon ecosistema urbano che fa, che fa bene e spende bene le sue risorse, che si evolve e progetta le sue trasformazioni future, che non s’accontenta dell’oggi ma guarda al domani, che produce e si migliora.
È in sintesi la fotografia scattata da Ecosistema Urbano, l’annuale rapporto di Legambiente, giunto alla sua venticinquesima edizione, presentato a Milano e realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con un contributo di Ispra sui corpi idrici.
In testa alla classifica dei capoluoghi per quanto riguarda il 2018 ci sono Mantova, Parma, Bolzano, Trento e Cosenza. E’ anche l’Italia dell’AreaC e della mobilità condivisa di Milano, della gestione dei rifiuti di Oristano, Parma, Trento, Mantova, Treviso e Pordenone, della tramvia di Firenze (e magari in prospettiva quella dell’ambiziosa rete su binari di Palermo), che contiene lo spreco di acqua come Macerata e Monza, che investe sul solare come Padova, che teleriscalda 6mila studenti delle superiori come ha fatto Udine esattamente un anno fa. O ancora è quella parte di Paese che amplia gli spazi a disposizione dei pedoni come ha fatto Firenze, che allarga come Bergamo la Ztl fino a farla diventare la più estesa d’Italia o diventa bike friendly come Ferrara, Reggio Emilia, Bolzano con la sua ciclopolitana e Pesaro con la bicipolitana.
Per il 2018 in coda alla classifica di Ecosistema Urbano si piazzano Catania, Agrigento e Massa. Mentre uno sguardo alle grandi città mostra situazioni altalenanti. Nella prima edizione del report, nel ’94 Milano occupava la penultima posizione, peggio faceva solo Napoli, all’ultimo posto. Lo scorso anno Milano era 31esima, oggi è 23esima. Napoli è rimasta negli anni stabilmente nella parte bassa della graduatoria, Roma è ripiombata in basso a partire dal 2010 dopo un’ascesa che l’aveva portata nel gruppo delle prime trenta, Torino addirittura quarta nel ‘98 e nona l’anno successivo e poi, da oltre dieci anni, sempre abbondantemente sotto la sufficienza.

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