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E’ l’olio extravergine l’oro verde della Tuscia

di | 2019-11-03T10:47:40+01:00 3-11-2019 6:25|Attualità, Enogastronomia, Sezione 6|1 Comment

VITERBO – L’autunno in natura è la tipica stagione dalle mille varietà dei colori caldi, dal rosso dei tramonti alle svariate sfumature di verde degli alberi e della vegetazione. Per l’Italia, ma soprattutto per determinate regioni, è anche il momento di importanti raccolti nell’agricoltura. Di questo gruppo fa parte il Lazio ed in modo particolare la zona della Tuscia, provincia di Viterbo, che si contraddistingue per la qualità di alcuni prelibati prodotti agroalimentari tra cui il vino, le nocciole e le castagne dei Monti Cimini, ma su tutta la zona regna sovrano per importanza e prestigio il vero oro della Tuscia: l’olio.

Quest’anno purtroppo la produzione di olio è in flessione rispetto ai volumi del 2018 per quanto riguarda la quantità stimata del raccolto delle olive, ma la qualità risulta eccellente come testimonia Giovanni Archibusacci, titolare insieme alla sorella Silvia di uno dei frantoi più antichi della zona: “La stagione non è delle migliori per quanto riguarda il raccolto delle olive che, tengo a precisare, provengono tutte dalla nostra zona per cui parliamo di prodotti al 100% locali”. “La qualità del prodotto invece è ottima e questo ci inorgoglisce al punto che quest’anno – continua Archibusacci – abbiamo pensato di celebrare i 131 anni del frantoio di famiglia, producendo un olio pregevole, oltre al nostro tradizionale Extra Vergine DOP Canino, chiamato per l’occasione 130.1, realizzato con le migliori olive raccolte nel mese di settembre e frante all’istante, proprio nello stesso mese in cui nel 1888 il mio avo Arturo iniziò l’attività di frantoiano realizzando un prodotto di alta qualità. Il risultato finale di quest’olio, estratto a freddo ed a produzione limitata, racchiude in se tutta la passione e l’amore nel far bene il proprio mestiere e sprigiona le emozioni accumulate in tutti questi 131 anni di attività. Ne siamo completamente soddisfatti e orgogliosi”.

Nel resto d’Italia la quantità produttiva di olive e quindi dell’olio extra vergine d’oliva sembra migliore, con la Puglia, che da sola fornisce oltre il 50% di olio italiano, capace di trainare la ripresa rispetto al 2018 con un +175% di olive raccolte. A darle una mano contribuiscono le regioni del sud e delle isole che segnano tutte dei risultati positivi in termini di raccolto e di qualità. Altalenante la situazione produttiva delle regioni centrali con Abruzzo (+52%) e Marche (+63%) in crescita rispetto all’anno precedente mentre Lazio (-19%), Umbria (-28%), Toscana (-20%), Emilia Romagna (-50%) e Liguria(-43) sono in evidente calo. Con un forte segno negativo (-65%) anche la produzione di Veneto e Lombardia. In sostanza, la considerevole crescita di produzione di olio delle regioni del Sud ed in particolare della Puglia non sarà sufficiente a fronteggiare la notevole richiesta interna dell’olio extra vergine d’oliva nazionale ed ecco quindi che sarà fondamentale puntare sulla qualità del prodotto.

“Per stare da tutti questi anni sul mercato dell’olio extravergine d’oliva bisogna sempre reinventarsi ed innovarsi puntando e garantendo l’eccellenza del prodotto finale – riprende Giovanni Archibusacci –. Il nostro primo frantoio nel 1888, affittato dai Principi Torlonia, era alimentato ad energia idrica. Solo nel 1935 passammo, primi nel viterbese, all’energia elettrica. Quindi nel 1965, sempre cercando innovazione, il nostro frantoio adottò per primo in Italia l’acciaio inossidabile in tutte le fasi di lavorazione. Dieci anni dopo, continuando nel percorso di sviluppo e qualità, affiancammo al tradizionale frantoio a macina su pietra un nuovo impianto ad estrazione centrifuga. Nel 1999 abbiamo ottenuto la certificazione Olio Extra Vergine DOP Canino a conferma della qualità dei processi e dell’eccellenza del nostro olio. Ed è questa la strada che insieme a mia sorella Silvia continueremo a percorrere, puntando sempre di più sulla qualità che si raggiunge selezionando accuratamente le olive, facendo passare il minor tempo possibile tra la raccolta e la frangitura”.

“Le olive devono essere macinate subito e quindi dopo essere state raccolte – aggiunge – vengono immediatamente portate al frantoio per essere immesse nel processo produttivo. A quel punto si ottimizza la situazione per avere un olio di altissima qualità da un punto di vista organolettico, con un profumo deciso e intenso, dal sapore amaro e piccante e con bassissima acidità. Insomma un olio extra vergine d’oliva di qualità eccellente come è giusto mettere sul mercato e come il mercato richiede, per il benessere di tutti i consumatori”.

Insomma, in questo periodo di screzi commerciali, di dazi, di prodotti non certificati e di dubbia provenienza, immessi senza scrupoli sui mercati alimentari e che poi vanno a finire sulle nostre tavole, cerchiamo di puntare sulla qualità dei prodotti locali italiani, realizzati dalle nostre aziende produttrici, magari scegliendo quelli a km 0. Talvolta si cerca il prodotto dal prezzo più basso pensando di risparmiare sulla spesa ma a rimetterci è la qualità del cibo che mangiamo con evidenti ripercussioni sullo stato di salute e di benessere di noi stessi. Vale sempre la pena fare questo tipo di risparmio? Pensiamoci.

Paolo Paglialunga

One Comment

  1. Sergio 3 novembre 2019 at 12:39 - Reply

    Bravo Paolo, la penso come te.
    Risparmiare sul cibo di qualità fa malissimo al nostro ” fisico”.
    Di conseguenza si ricorre al medico e…..Ci siamo giocati il risparmio iniziale.
    Ottimo articolo

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