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E Sant’Agata diventa ostaggio dei facinorosi

di | 2019-02-09T11:40:31+01:00 10-2-2019 6:30|Attualità, Sezione 7|0 Commenti

CATANIA – 6 febbraio 2019: la festa di Sant’Agata di quest’anno non verrà ricordata solo perché il maltempo ha rovinato le giornate in cui si sono svolte le processioni. Verrà ricordata, soprattutto, perché il “fercolo” è stato fatto rientrare in Cattedrale in anticipo rispetto all’ora in cui normalmente ciò avviene. Una situazione di cui non si ha memoria nella storia della città etnea. Per la prima volta la “vara” contenente il simulacro della Santa è stata riportata in Chiesa a spalle invece che trascinata dai cordoni dei devoti.

 

Tutto ciò si è verificato perché, per motivi di sicurezza, è stato deviato il percorso che abitualmente si segue durante la processione: il capovara, dopo un incontro con le forze dell’ordine, comunica la decisione di non procedere lungo la salita di San Giuliano in quanto c’è troppa gente in mezzo ai cordoni e dispone l’immediato rientro in Chiesa. È ancora impressa nella memoria la tragica scomparsa di un giovane nel 2004 proprio in questa salita, un tratto pericoloso non solo quando si percorreva correndo, ma anche quando viene percorso a passo d’uomo, gli uni addossati agli altri, senza alcuna possibilità di scampo nel caso qualcuno fosse inciampato e avesse perso l’equilibrio.

 

I devoti si dividono: da una parte chi continua a tirare il cordone e si mette addirittura in ginocchio davanti la Santa per non farla rientrare subito, dall’altra chi capisce il pericolo in cui si può incorrere e sgancia i cordoni.

 

Il rientro in Cattedrale è molto veloce ed è davanti il sagrato che il parroco del Duomo, don Barbaro Scionti, pronuncia parole forti contro le “teste calde”: “Cari delinquenti – scandisce – siete soli e isolati. I devoti di Sant’Agata e Sant’Agata non sono ostaggio di nessuno. Ora fate silenzio perché dobbiamo pregare”.

 

La terza manifestazione religiosa al mondo per numero di partecipanti, dopo la settimana santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, in Perù, si è conclusa con l’amaro in bocca per molti. Speriamo che il prossimo anno, questi oppositori prendano consapevolezza di quanto è alto il rischio di procedere in determinate condizioni dove la sicurezza delle persone non è garantita, e riescano a fare un passo indietro cambiando le loro idee tradizionaliste e superstiziose.

Rosa Rosano

 

Nella foto di copertina, il momento del rientro in Cattedrale di Sant’Agata

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