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Stipendio docenti: ltalia ultima in Europa

di | 2019-04-26T11:54:42+02:00 28-4-2019 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

NAPOLI – Il mestiere dell’insegnante è davvero complesso come tutti quelli che hanno a che fare con materiale umano di cui in qualche modo si prende in mano il destino o quanto meno se ne fa parte. La maestra è colei che accoglie il bimbo dal nucleo familiare ed è il primo impatto del bambino con la società. Ma che società abbiamo oggi? Quella per cui sei qualcuno solo se appari? Solo se sei potente o guadagni tanto? Ma come può un maestro apparire ai suoi alunni credibile se per prima la società non gli dà credito. I prof ancora meno, guadagnare poco è da sfigati. Purtroppo nel nostro Paese stiamo pagando lo scotto della famosa infelice frase: “Con la cultura non si mangia”.  E i governi susseguitesi negli ultimi vent’anni hanno smantellato la scuola per un mero disegno di risparmio economico perché l’istruzione non fa cassa. E per attuare il diabolico piano si passa dallo screditamento di chi ne fa parte.
Da qui il grande divario economico tra gli stipendi degli insegnanti europei  e i nostri: lo dice l’Europa. In questo caso la differenza non è presa in considerazione, anzi pare proprio che l’Italia non si voglia proprio allineare. Eppure sin dalle civiltà dei fiumi nel 3000 a.C. gli scribi avevano un posto onorevole nella scala sociale, gli si riconosceva un valore trasmissivo. Ancor più nella cultura greca i maestri erano i filosofi e depositari del sapere ed erano grandemente considerati ed onorati. E ripercorrendo la nostra storia di Paese recentemente formato, il maestro del libro Cuore ha assunto un ruolo centrale nella formazione di questo nostro Stato.

Purtroppo la situazione odierna si è capovolta e da genitori, ministri dell’istruzione, collaboratori e scuola/azienda i docenti ormai sono stati sviliti e relegati a un’immagine triste e in definitiva senza alcuna riconoscenza del valore sociale che appartiene loro in un’Italia che, per crescere, dovrebbe semplicemente investire sul futuro dei suoi giovani e quindi sulla scuola. Una scuola che smetta di essere azienda affinché l’unico proficuo interesse deve essere a lunga gittata: creare cittadini di alto profilo culturale.

Angela Ristaldo

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