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Che tesori nascosti sotto le strade di Perugia

di | 2018-12-06T19:09:47+01:00 9-12-2018 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti
PERUGIA – Un terrazzamento, sostenuto da mura perfettamente allineate e alte una quindicina di metri, grande quanto un campo di calcio (100 metri per 70), sul quale erano stati eretti in tempi diversi, santuari dedicati, rispettivamente, ad Uni (la Giunone romana), a Potnia Theros, protettrice degli animali, a Sethlans (Vulcano), forse anche alle altre divinità. Luana Cenciaioli, archeologa di fama, ha presentato a Perugia la sua guida agli scavi dal titolo “Sotto la cattedrale” (edizioni Tozzolo Editore, 15 €), in cui sottolinea come quest’area sia destinata al sacro fin dall’VIII secolo aC, in epoca, dunque, villanoviana, anche se il terrazzamento fu innalzato tra il III e il II sec. aC.
La cattedrale cristiana, dedicata a San Lorenzo, protettore del capoluogo umbro, insomma, è stata eretta sulle fondamenta dell’antica area, occupata, in precedenza dal pantheon etrusco, di cui Tinia (il Giove latino) era il dio principale.
Gli scavi, dei quali la Cenciaioli é stata la direttrice per la Soprintendenza dal 1998 al 2008, hanno consentito di illuminare la storia di Perugia, in pratica dalla fondazione. Con grande soddisfazione, in primis, del Capitolo della Cattedrale, il padrone di casa, che ora conta su un museo e su un percorso archeologico negli stessi spazi. “Adesso che abbiamo una guida cartacea – sottolinea monsignor Fausto Sciurpa – sarebbe interessantissimo anche arrivare a varare una guida virtuale, magari in 3D…” Il sasso è gettato.
L’area sacra era circondata da strade in basolato a doppia carreggiata (è stata recuperata per un lunghezza di quaranta metri) e qui si incrociavano le strade del “cardo” (Arco Etrusco e Porta Marzia) e del “decumano” (Arco dei Gigli e Porta Trasimena). Dove oggi insiste piazza IV Novembre una volta insisteva il foro. I lunghi e complessi scavi hanno permesso di portare alla luce, tra l’altro, buccheri del VII sec. aC.; un frammento significativo di un bell’Ercole ed il cervo Cerinite dalle corna d’oro sacro ad Artemide; un bronzetto di orante; l’antefissa del Satiro rubicondo (IV sec. aC.; un’altra antefissa (venivano poste sopra l’ingresso del tempi) con un satiro; l’immagine di Potnia Theros, la signora degli animali (II-I sec. aC.).
Non solo. Dagli scavi è riemersa anche una Domus, una casa ad atrio con tanto di impluvium e camere tutt’intorno, pavimenti in cocciopesto e pitture parietali, vicino a piazza Cavallotti e via Baldeschi. Dal crollo, causato da un furioso incendio, si è salvato un pezzo di parete dipinto in “secondo stile pompeiano” e colori vivaci, con la prua di una nave. Questi elementi, insieme alle tracce di fuoco rilevate sull’Arco Etrusco ed in altre zone dell’acropoli (in via Indipendenza, in via Fani, in via Vermiglioli), fanno ritenere plausibile che la città  fosse stata data alle fiamme, come da fonti storiche, alla fine del Bellum perusinum (41-40 aC.), sia che l’ordine fosse venuto da Ottaviano, o appiccato dai soldati oppure scaturito accidentalmente.
Gli storici sostengono (Dione Cassio, vissuto 250 anni dopo i fatti) che Ottaviano, tra le prede di guerra, si portò via anche il simulacro di Uni, di cui purtroppo si sono perse le tracce.
Elio Clero Bertoldi
Nell’immagine di copertina, una delle opere ritrovate a Perugia

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