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Capoccetti è da 90 anni il caffè di Viterbo

di | 2020-09-08T13:03:36+02:00 6-9-2020 6:30|Attualità, Sezione 7|1 Comment

VITERBO – Bere un buon caffè è uno dei piccoli piaceri della vita. C’è chi non può farne a meno appena sveglio; chi lo beve per avere un po’ di energia; chi semplicemente come scusa per scambiare due chiacchiere con un amico o un collega; chi, ancora, per fare una piccola pausa durante il lavoro. Insomma le occasioni per degustare un buon caffè non mancano mai, anzi a volte le creiamo proprio per poter assaporare questa bevanda dal profumo inconfondibile.  Ed è proprio intorno alla torrefazione e alla lavorazione del caffè che dal 1930 si è strettamente legata la vita di tre generazioni dei Capoccetti, una nota famiglia viterbese.

“La storia della nostra famiglia, unita al caffè e alla città di Viterbo, è iniziata con il mio bisnonno Antero in uno stabilimento dove si producevano saponi e si commercializzavano prodotti di consumo quotidiano per la casa, tra i quali anche il caffè – afferma Maurizio Capoccetti, responsabile commerciale della Capoccetti espresso 1930 -. Fu poi con l’intuizione commerciale di mio nonno Luigi, autentico fondatore dell’attuale impresa, che sfruttando la stessa sede in via della Ferrovia a Viterbo, decise di intraprendere la sola attività di specializzazione nella torrefazione del caffè, dismettendo gli altri prodotti ed iniziando in tal modo la vera e propria produzione esclusiva del Caffè Capoccetti. Era l’11 maggio del 1930 e nasceva così la Ditta Luigi Capoccetti & Figli, che quest’anno ha festeggiato orgogliosamente i novant’anni di attività e di produzione”.

In quegli anni, a cavallo tra le due guerre mondiali, esistevano altre torrefazioni di caffè nel territorio viterbese?

“L’idea e il coraggio di puntare su un processo di torrefazione in città è stato tutto merito di mio nonno Luigi, che fu il primo a Viterbo a credere con fermezza e decisione nel futuro di questa attività. Prima di lui il mio bisnonno Antero commercializzava già il caffè assieme ad altri prodotti coloniali facendosi pervenire il prodotto già torrefatto dalle strutture industriali del Nord Italia ma la svolta si è avuta grazie alla scelta di nonno Luigi che veniva considerato dai concittadini come un pioniere dell’arte della torrefazione, anche perché tutto il processo produttivo avveniva per mezzo di una vecchia ma preziosa tostatrice da 10 kg”.

Poi la Seconda Guerra mondiale e le difficoltà per tutti i cittadini e per tutte le attività commerciali.

“Nonno Luigi è stato affiancato, fino alla fine dei suoi giorni, dai figli Alfredo (mio padre) e mio zio Francesco. In quei periodi successivi alla guerra, dovettero fare i conti con i danni subiti dai bombardamenti che avevano parzialmente distrutto lo stabilimento originario di via della Ferrovia. A causa di ciò sono stati costretti a produrre il loro caffè utilizzando dei tostini manuali posizionati sui terrazzi delle loro abitazioni, lavorando anche di notte per soddisfare le esigue esigenze del mercato di quegli anni e per non interrompere la produzione alla quale i cittadini di Viterbo si erano abituati, ma soprattutto questi enormi sacrifici vennero fatti per sostenere le proprie famiglie, lottando tra mille difficoltà per non perdere definitivamente l’azienda che portava il loro nome”.

Subito dopo fortunatamente la lenta ripresa fino al boom economico. Come hanno vissuto queste fasi i suoi predecessori?

“Dopo la Guerra fu un momento difficile per tutti ma nel 1952 sempre grazie alla propria capacità imprenditoriale, nonno Luigi aprì il Caffè Centro, un punto di degustazione nella centralissima Piazza delle Erbe che era giustamente considerata il salotto buono della città. Successivamente nel 1956 aprì un secondo punto vendita chiamato Fonte del caffè, situato a pochi passi dal precedente, nella bellissima Via Marconi, proprio negli stessi locali dove si trova ancora adesso. Purtroppo, nello stesso anno il fondatore dell’azienda morì e furono i suoi due figli a portare avanti la società fino al 1974, quando a seguito della scomparsa dello zio Francesco, mio padre Alfredo rimase da solo a gestire la ditta per poi lasciarla sotto la mia guida dal 1985”.

Nove decenni di vita è un bell’anniversario. Qual è stato il segreto per saper rimanere sulla cresta dell’onda nonostante i periodi economici in Italia non siano sempre stati felici.

“Sono stati nove decenni di gioie, gratificazioni ma anche di lacrime e sudore come accade in tutte le famiglie. Anni di crescite, non sempre facili e spesso faticose, di scelte e cambiamenti talvolta radicali ed ardui. Novant’anni di impegno costante e passione per il nostro lavoro con molteplici soddisfazioni. Forse il segreto, se così si può chiamare, è stato quello di lavorare con professionalità e con umiltà, puntando sempre sulla migliore qualità del prodotto offerto ai clienti che colgo l’occasione per ringraziare, perché è proprio il loro costante apprezzamento che ci ha permesso di realizzare il progetto di questa meravigliosa avventura che dura appunto da novant’anni”.

Parlava di cambiamenti, oggi effettivamente la Capoccetti Espresso 1930 si è evoluta e completamente trasformata, non è più la piccola azienda locale ma punta anche a mercati fuori confine.

“Da circa un anno abbiamo inaugurato la nuova sede nella zona industriale di Viterbo, con una superficie di circa 2.000 mq e lavoriamo ogni anno 160.000 kg di caffè. Abbiamo una decina di dipendenti interni ai quali si sommano circa trenta collaboratori commerciali, il tutto sotto la supervisione e l’ottimizzazione di gestione della signora Barbara Iacobazzi, legale rappresentante della nostra azienda. Il nostro caffè è presente in oltre 600 esercizi pubblici in Italia e all’estero, tra clienti diretti e quelli riforniti attraverso distributori e concessionari. Siamo radicati in 13 province italiane, oltre naturalmente alla nostra, e in dodici paesi extra confine”.

Barbara Iacobazzi

Una crescita consolidata che vi vede tra le aziende di spicco del capoluogo della Tuscia non può che essere un motivo di soddisfazione per chi ne porta il nome.

“Siamo ormai tra le aziende più longeve rimaste in produzione nel nostro territorio. Abbiamo portato il nome della nostra Viterbo in giro per il mondo, cercando di onorarla producendo e distribuendo prodotti di altissima fascia e qualità. Lo dico con l’orgoglio della persona innamorata della sua città e della sua storia, per senso di appartenenza alle nostre tradizioni locali e naturalmente da innamorato del mio brand e di tutto quello che rappresenta per la mia famiglia”.

Quali sono gli orizzonti futuri e i nuovi progetti della sua azienda?

“Tante idee e progetti nuovi. Stiamo virando con progetti a medio/lungo termine sull’espansione dei mercati europei e asiatici, a tal fine abbiamo assunto una responsabile export che curerà questo progetto. A breve invece usciremo con un nuovo prodotto chiamato ‘Antica Ricetta 1930’, proprio per ricordare il nostro anniversario. Una nuova miscela ad altissima resa, ottenuta rielaborando i metodi e la ricetta originale risalente ai primi anni 30 e utilizzata anche da mio papà e da mio zio. Nel mese di ottobre presenteremo tre nuovi prodotti di tre monorigini, in grani di qualità superiore provenienti da un’unica zona o piantagione distinta e accuratamente selezionata, confezionati in barattoli da 1 kg cadauno in gas inerte, destinati ad una clientela altovendente in modo da poter ampliare la sua gamma di prodotti di degustazione. Infine abbiamo una novità che coinvolgerà i giovani”.

La curiosità è notevole: di che si tratta?

“Con l’ingresso in azienda di mia figlia Elisa siamo entrati nel mondo dei social e delle vendite online dalle quali ci attendiamo molto, ma soprattutto ad ottobre inaugureremo la nostra ‘Accademia dell’espresso 1930’ con corsi di specializzazione della durata di due giorni, da effettuare nella nostra sala demo interna alla torrefazione ed appositamente strutturata, anche seguendo le direttive per la sicurezza sanitaria anti-covid, allo scopo di formare personale qualificato con profilo altamente professionale da barman. Il primo giorno sarà dedicato alla conoscenza del caffè, dal raccolto nelle piantagioni fino all’arrivo nei porti di sdoganamento con il supporto di video e immagini. A seguire le istruzioni per le tecniche di manutenzione delle attrezzature da banco e tecniche di ottimizzazione di estrazione del caffè”.

“Tutte queste iniziative affinché il meraviglioso percorso dell’azienda della mia famiglia lungo i novant’anni di storia – conclude Maurizio Capoccetti – possa ancora godere in futuro di gioia e soddisfazioni. E quindi in occasione di questa ricorrenza il mio pensiero ed il mio grazie vanno a mio nonno Luigi, il fondatore dell’azienda, a mio padre Alfredo e a mio zio Francesco, che mi hanno preceduto gestendo il timone della seconda generazione, ai miei cugini Antero e Luigi presenti in azienda fino a pochi anni fa, a tutti i collaboratori esterni ed interni, al reparto produttivo, al commerciale e a tutti quelli che hanno contribuito in maniera piccola o rilevante al raggiungimento di questo prestigioso traguardo. Infine un grazie alla nostra clientela per averci dato l’opportunità di migliorarci e di realizzare un progetto che era un semplice pensiero ma che senza di loro sarebbe rimasto solo un sogno”.

Paolo Paglialunga

One Comment

  1. Giuseppe Presutti 6 settembre 2020 at 12:50 - Reply

    Auguri alla famiglia Capoccetti per il loro lavoro, che parte da lontano, nella ns. Città, che ci allieta per il gusto del palato e per l’aroma del loro caffè. Senza dimenticare altre piccole Torrefazione nella realtà storica di Viterbo che per il caffè hanno dedicato la loro esistenza e lavoro con costanza e dedizione. Una su tutte, la famiglia Bonanni. E data l’ora, a tutti i lettori di questo articolo dell’amico Paolo, esterno il mio Buon Pranzo della Domenica con alla fine, logicamente, la degustazione di un buon caffè. Non poteva essere diversamente.
    Buona giornata.
    Giuseppe PRESUTTI

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