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“Borgo sud” racconta gli strappi della vita

di | 2020-11-14T18:43:03+01:00 15-11-2020 6:35|Cultura, Sezione 8|1 Comment

MILANO – Donatella Di Pietrantonio esce con un nuovo romanzo, “Borgo sud” (Einaudi) che riprende la storia di due sorelle tanto diverse, già protagoniste de “L’Arminuta” (Einaudi) che si è aggiudicato il Premio Campiello 2017. La scrittrice, originaria abruzzese, vive a Penne, un paese in provincia di Pescara, dove alterna il lavoro di autrice a quello di dentista pediatrico. Si è organizzata suddividendo la settimana lavorativa tra la professione di medico e la passione che ha avuto da sempre, ma che solo in età matura ha potuto svolgere in modo sistematico, la scrittura. “La scrittura è tutto, è la vita – sottolinea la stessa Donatella -. Anche nei giorni in cui lavoro mi sveglio prestissimo per poter scrivere. È un’urgenza vitale, come l’ossigeno”.

Nel nuovo libro tornano i personaggi che hanno caratterizzato “L’Arminuta” lasciando riaffiorare sentimenti forti come quello dell’abbandono, dello spaesamento che prova la protagonista nel ritornare nella sua terra, ruvida e contraddittoria, del timore di riagganciarsi al proprio passato carnificato nel paese d’origine. Torna l’Abruzzo: il vento, la riviera, la sabbia tra i denti, il dialetto, l’odore degli arrosticini per le strade, il profumo dei fiadoni con ricotta e formaggio. Al panorama verdeggiante di colline e montagne descritte nel primo libro si aggiunge il mare, che però qui “è solo una sfumatura del nero che bagna la sabbia e si ritrae”. Non importa vederlo sempre o descriverlo meglio perché – come dice la protagonista – si sa da sempre “che sta lì”. Dopo anni torna di nuovo nella sua terra, perché qualcosa è successo, perché Adriana, sua sorella, ne ha rifatta una delle sue riportandola “indietro”, “a tutto quello che avevo voluto lasciare”. Sempre presente il tema della famiglia che è quella che ti forma , ti condiziona ma ti salva. Ha sempre e comunque un ruolo fondamentale, sebbene sia molto variabile il grado di trasformazione che ciascuno riesce a dare rispetto alle esperienze vissute in famiglia.

L’autrice in questo nuovo romanzo che può essere letto anche senza il primo torna a raccontare gli strappi della vita, il dolore, l’amore, ma anche il tradimento. Questa volta accanto ai personaggi femminili compare una figura maschile, Piero, il marito sposato in età giovanile. Durante lo svolgimento della storia l’autrice scende nell’intimo di questo personaggio e lascia emergere le problematiche che nascono in una coppia che si è legata troppo presto e deve fare i conti con il cambiamento delle proprie personalità. Succede spesso, a volte un tradimento che è solo evasione può rafforzare il rapporto, a volte invece il tradimento è qualcosa di forte e sconvolgente tanto da mettere in crisi il rapporto di coppia. “È il romanzo della maturità – spiega l’autrice durante una intervista telefonica – quello in cui mi sono spinta al di fuori di quelle che sono le mie comfort zone, ad esempio il tema della maternità e rapporto madre-figlia. Ci sono tante novità, c’è un personaggio maschile determinante, c’è il matrimonio, c’è il tradimento, c’è anche il sesso nelle sue molteplici forme, ma soprattutto un tema generale: come si attraversa la vita adulta avendo alle spalle una storia come quella di queste due sorelle, quali sono le conseguenze nelle scelte adulte e nelle relazioni di questo disamore che hanno patito nella famiglia di origine”.

“In realtà – aggiunge – il tema materno è come un sottotesto che resiste dietro le pagine, ma non ho più bisogno di raccontarlo così diffusamente come un tempo. Le maternità di cui scrivo sono sempre problematiche e storte, mentre in questo libro l’intento è quello di sondare le conseguenze del disamore che queste sorelle hanno vissuto in famiglia. Volevo raccontare la deprivazione affettiva che si soffre in certe famiglie, che oggi chiamiamo ‘disfunzionali’. Che cosa diventano queste mancanze nella vita adulta? A quali scelte ci conducono? Come queste relazioni primarie che non hanno funzionato si riflettono poi nelle nostre relazioni mature?”. Un libro che coinvolge il lettore fin dalle prime righe tratteggiando storie e sentimenti anche di dolore in una terra dura e contraddittoria, quella di origine, che riprende il filo conduttore del primo romanzo e lo dipana fino a dare vigore alle vicende di queste due sorelle separate durante l’infanzia che poi si sono ritrovate in “L’Arminuta”, prendono due strade completamente diverse in età adulta, ma tornano a riavvicinarsi rafforzando il legame familiare. Il libro è dedicato a Paolo e attraverso le interviste all’autrice si scopre che , come dice lei stessa “Paolo è una delle persone che mi hanno aiutata a entrare in certe pieghe molto intime di un personaggio del libro raccontandomi la sua esperienza di vita. Mi ha aperto il suo cuore permettendomi di entrare in territori a me del tutto sconosciuti. È stato il mio Virgilio”.

Dopo il successo de “L’Arminuta”, di cui si sta realizzando un film grazie alla sceneggiatura scritta dalla stessa Donatella, ci si aspetta il consenso del pubblico relativamente al nuovo romanzo “Borgo sud” che probabilmente concorrerà al Premio Strega. Per ora non possono essere pianificati eventi letterari duranti i quali presentare il libro ma in attesa di tempi migliori si può certamente cominciare a leggerlo.

Margherita Bonfilio

One Comment

  1. Gaetana Figuccia 22 novembre 2020 at 17:39 - Reply

    Un bell’articolo, una bella presentazione della scrittrice.

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