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Bohemian Rhapsody, film da non perdere

di | 2019-01-17T23:58:07+01:00 20-1-2019 6:15|Sezione 4, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – È il 1970 quando Farrokh Bulsara, uno studente universitario britannico di origini parsi che lavora come scaricatore di bagagli all’aeroporto di Londra-Heathrow, assiste all’esibizione in un locale notturno di una band locale di nome Smile. Proprio quella sera il cantante del gruppo lascia la band e Farrokh si offre per sostituirlo.
Fu così che da quella sera e da quell’incontro del giovane Farrokh, cantante e pianista, con Brian May, chitarrista, e Roger Taylor, batterista, ebbe inizio una fruttuosa collaborazione che portò alla costituzione, in quello stesso anno, di uno dei gruppi rock britannici più famosi della storia della musica: i Queen. Nel 1971 al terzetto già costituito si aggiunse, qualche quarto ed ultimo elemento del complesso, il bassista John Deacon. La rock band, così composta,  si impose ben presto all’attenzione del pubblico diventando, con il passare degli anni, uno fra i più importanti gruppi della scena musicale internazionale tanto da riuscire a vendere, nel corso della sua attività artistica, circa 300 milioni di dischi.

Fra le più importanti canzoni del quartetto si ricordano Bohemian Rhapsody, inserita sia dai critici che dai sondaggi popolari fra le migliori canzoni di tutti i tempi,  a seguire Somebody to love, We are the champions, Don’t stop me now, We will rock you, I want to break free e molte altre.

La band ha riscosso, nel corso degli anni, un grandissimo successo di pubblico ed ha avuto una forte influenza sulle generazioni e sui musicisti successivi. Caratteristica del gruppo erano i loro concerti che, animati dal cantante del gruppo Freddie Mercury, che nel frattempo aveva cambiato nome e cognome ed era diventato uno dei più carismatici frontman di sempre, si trasformavano in veri e propri spettacoli teatrali; la loro ultima esibizione al Live Aid è stata votata da un vasto numero di critici come la migliore dell’anno. Il 23 novembre del 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente attraverso un comunicato di essere risultato positivo al test dell’HIV e di essere malato di AIDS. Morirà il giorno successivo, il 24 novembre 1991, a soli 45 anni a causa di una broncopolmonite fomentata dall’Aids nella sua casa di Londra.

 

Il film ripercorre le tappe della storia dei quindici anni di attività artistica dei Queen ed ingloba in tale contesto temporale la biografia del grande frontman del gruppo Freddie Mercury ed in particolare le sue vicende personali ed artistiche legate al periodo della sua esperienza musicale con i Queen. Curatissima l’ambientazione del contesto temporale che va dagli anni della costituzione del gruppo avvenuta nel 1970 fino al concerto del Live Aid  nel luglio del 1985. Splendida la colonna sonora composta in successione dalle canzoni più  belle e conosciute della band la cui composizione, per alcune di esse, viene rivelata nel corso del film. L’effetto prodotto dalla musica è piacevolmente nostalgico per gli spettatori più adulti mentre è di scoperta o riscoperta per un pubblico più giovane a cui viene mostrata una bella pagina di storia della musica contemporanea impossibile da ignorare.

 

Ottima l’interpretazione di tutti gli attori fra i quali, in modo particolare, quella del protagonista Rami Malek, attore americano di origini egiziane, che ha restituito agli spettatori un Freddie Mercury assolutamente credibile in modo particolare nelle sue esibizioni sceniche interpretando magistralmente la gestualità teatrale ed istrionica del personaggio. Fluido ed equilibrato il ritmo narrativo della storia mai eccessivo, mai monotono,  curata la sceneggiatura che  focalizza la vita di questo grande personaggio sia in relazione al suo indiscusso talento artistico sia in relazione alle sue vicende famigliari e personali rappresentando le stesse sempre con garbo ed equilibrio senza mai cadere nella banalità o nella volgarità restituendo pertanto al pubblico l’immagine di un uomo comunque dotato di grande talento e di una forte personalità che affronta le sue vicissitudini, la sua diversità e la sua malattia con forza e coraggio assumendosi sempre la responsabilità delle proprie scelte.

 

Film imperdibile, qualcuno lo ha definito il film fenomeno dell’anno e non a caso, solo in Italia ha incassato oltre 21 milioni di euro ed è stato il film più visto del 2018, un ottimo risultato in considerazione del fatto che è in programmazione nelle sale cinematografiche italiane da appena un mese e mezzo. È un film che colpisce ed emoziona. Colpisce per le indubbie capacità artistiche di tutti i componenti del gruppo ed in particolare per l’indiscusso talento e le spettacolari performance del  grandissimo Freddie Mercury ed emoziona profondamente per le vicende umane e personali dello stesso, la sensazione che si prova dopo aver visto il film è quella di aver assistito ad una prova artistica di non facile realizzazione  ma indubbiamente riuscita nel  suo complesso.

 

La giuria dei Golden Globe di quest’anno ha recentemente  premiato Bohemian Rhapsody assegnando al film due statuette: la prima quale miglior film drammatico e la seconda a Rami Malek quale migliore attore protagonista: due premi, a parere di chi scrive, assolutamente meritati e che hanno trovato conferma anche nel giudizio del pubblico che ha accolto calorosamente il film nelle sale cinematografiche.

 

Silvia Fornari

 

Nella foto di copertina, una scena del film Bohemian Rhapsody

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