Alessandro Laera
Lucio Corsi è un cantautore italiano. Nasce il 15 ottobre del 1993.Il suo primo album è del 2017 e si chiama “Bestiario musicale”; segue “Cosa faremo da grandi”; nel 2020 arriva “Tu sei il mattino”. Il suo pezzo più ascoltato è “Volevo essere un duro”, che ha portato a Sanremo e che ha cantato all’Eurovision Song Contest.
Quest’ultimo brano racconta come Lucio Corsi, anche se vorrebbe sembrare un duro, in realtà si accetta per quello che è. Ci sono alcune figure retoriche che la canzone ci propone:
“Però non sono nessun, non sono nato con la faccia da duro, ho anche paura del buio, se faccio a botte le prendo”: con l’anafora ”non sono” l’autore esprime le proprie fragilità, sottolineando la distanza tra ciò che lui è, e ciò che vorrebbe essere. M piacciono le parole: ”Ho anche paura del buio” o “se faccio a botte le prendo” perché fanno apparire Corsi vulnerabile e autentico. Un’altra figura retorica che troviamo è la personificazione, che si riferisce al tempo: “Ma non ho mai perso tempo; è lui che mi ha lasciato indietro”.
Secondo me la canzone di Lucio Corsi è bella perché ci fa riflettere su come vorremmo essere e ci rassicura sul fatto che in realtà ognuno di noi ha dei pregi e dei difetti. Sono felice per lui che con questo brano è diventato più famoso, perché oggi molto spesso le canzoni sono commissionate dalle case discografiche, invece lui è autentico e ha creato un pezzo che piace molto ai giovani, anche se ha un ritmo diverso da quelli che vanno più di moda.