di Clara Mia D’Acunto, classe 3^E – Mercoledì 5 marzo, la mia classe, insieme ad altre classi terze, ha avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con Don Roberto Faccenda, direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Salerno, un prete un po’ diverso dagli altri, che mira a fa ridere e riflettere allo stesso tempo.
Questo incontro è avvenuto nell’ambito di una serie di incontri che Don Roberto terrà nella nostra scuola per parlare di consapevolezza di sé e di come relazionarsi con gli altri e con la realtà del mondo nel suo complesso.
Durante il nostro incontro, ci ha raccontato una storia importante ed emozionante. Quella di Sara ,una ragazza di 18 anni: una ragazza col sorriso spento e dal corpo esile. Don Roberto ebbe l’impressione che si potesse trattare di malnutrizione e problemi familiari, e così riferì alla preside dell’istituto che la ragazza frequentava all’epoca, ma un giorno ricevette una telefonata che lo informò del fatto che Sara aveva tentato di togliersi la vita la sera prima del suo esame di maturità e che era in coma. Egli, allora, si sentì triste, pensava di aver fallito. Poco dopo, quando lei si risvegliò, chiese prima di tutto se sua madre le volesse ancora bene e dopodiché un rosario. Adesso Sara è una ragazza di 25 anni, felice.
Con questa storia ci ha spiegato tre punti importanti: fidarsi, affidarsi e confidare. Ma non è così facile come sembra! Vi siete mai chiesti se cadeste all’indietro e dietro di voi ci fosse la persona più importante della vostra vita, se vi fidereste di quest’ultima? Molti risponderebbero di sì, ma solo pochi di questi lo farebbero davvero.
Poi ci ha mostrato una banconota e ci ha chiesto chi la volesse; ovviamente quasi tutti hanno alzato la mano, dopo l’ha accartocciata, l’ha alzata e ci ha domandato chi la volesse. Quasi lo stesso numero di persone ha alzato la mano. A questo punto ci ha chiesto perché avessimo comunque alzato la mano, anche se la banconota era in pessime condizioni. Qualcuno ha risposto: “perché ha sempre lo stesso valore”. Ecco cosa voleva insegnarci Don Roberto: sempre lo stesso valore! Esatto! Ci ha paragonato alla banconota, ma ci ha dimostrato che, in ogni caso, in ogni situazione, abbiamo sempre lo stesso valore, con la differenza però che noi non dobbiamo farci piegare da nessuno.
Sara si era fatta piegare; si era fatta piegare perché non si sentiva accettata, non si sentiva abbastanza. Infine ci ha spiegato la differenza fra sorridere e ridere. La differenza è che noi ridiamo sempre: se cade qualcuno, se qualcuno fa qualcosa di divertente, noi ridiamo; ma di qualcosa al di fuori di noi; sorridere, invece, è completamente diverso. Avete mai visto il vostro viso mentre ricordate quella volta al mare o il ricordo di qualcuno o semplicemente il ricordo di un episodio accaduto tempo fa? Sorridiamo non solo con la bocca, ma anche con gli occhi. La differenza è che sorridere è qualcosa che succede quando vedete cosa avete dentro e, come ci ha detto Don, una cosa che nessuno potrà mai portare via. Penso sia stato davvero un bellissimo incontro: ci ha fatto ridere, ma anche riflettere. Quello di Sara è uno dei molti esempi che potremmo avere davanti, dietro o persino dentro di noi, Don Roberto Faccenda con il suo linguaggio semplice e diretto, ci ha trasmesso dei valori molto attuali e importanti che tutti dovrebbero avere.