//Talking about our Future… What are we going to be?

Talking about our Future… What are we going to be?

di | 2019-11-04T19:19:22+01:00 4-11-2019 19:19|Alboscuole|0 Commenti
Di Beatrice Di Liddo e Angela Sgaramella – III G Spesso capita che molti ragazzi si chiedano tra di loro che lavoro vorrebbero fare da grandi oppure quale università frequentare. In effetti, sono delle domande che ci si pone spesso e alle quali solitamente si risponde dicendo il nome del lavoro che racchiude le proprie passioni. È proprio questa la tematica trattata dagli alunni all’interno dei cartelloni realizzati dalla classe 3G il giorno 29/10/2019, con l’aiuto della professoressa d’inglese Rosaria Di Ruvo. “We are going to be…” è il titolo utilizzato, che tradotto in italiano significa proprio “abbiamo intenzione di essere/ saremo…”. Di conseguenza, ognuno di noi ha avuto la possibilità di realizzare dei testi in inglese, all’interno dei quali potevamo scrivere tutto ciò che ci appassiona, i cattivi e i buoni aspetti del nostro possibile futuro lavoro…Abbiamo dato libero sfogo ai nostri pensieri e alle nostre opinioni. Tutti questi testi sono stati poi trascritti su dei cartoncini colorati e decorati con immagini o fotografie e, in seguito, incollati su due differenti cartelloni. Alla fine di questo progetto, sono stati realizzati due prodotti finali ricchi di colori e dei sogni che caratterizzano ciascuno di noi. Ci sono lavori molti diversi tra di loro: si va dal dottore all’ingegnere informativo, dal biologo a lavori più “particolari” come il calciatore o la stilista, che non devono essere considerati “impossibili” da fare solo perché sono un po’ più particolari. Per esempio, Angela scrive che: “da grande vorrei studiare biologia. “Essa ha diversi settori: botanica, zoologia, biofisica, biologia marina…Tra questi, preferisco botanica e zoologia, quest’ultima in particolare. Infatti, fin da piccola mi sono sempre piaciuti gli animali, in particolare cani, gatti, cavalli, panda ed altri, ad eccezione dei rettili in generale, come i serpenti, e degli insetti. Proprio per questo motivo, ho pensato di fare la zoologa, quindi mi sono un po’ informata sui buoni e i cattivi aspetti di questo lavoro. Per esempio, solitamente uno zoologo viaggia in diverse parti del mondo per studiare alcuni animali, l’ecosistema in cui vivono e anche i cambiamenti che questi subiscono con il passare degli anni. Di conseguenza, questo lavoro include anche altre tematiche che m’interessano, proprio come l’inquinamento. Tuttavia, so anche che in Italia non ci sono molte opportunità lavorative per quanto riguarda la zoologia. Ecco perché, molto spesso delle persone, una volta finiti gli studi, intraprendono un lavoro completamente diverso o si trasferiscono all’estero. Infatti, in paesi come la Germania o la Svizzera ci sono maggiori attenzioni per i problemi ambientali e per le ricerche scientifiche. Nondimeno, se dovessi intraprendere questa carriera, vorrei lavorare per la WWF o per associazioni simili.” Mentre Beatrice scrive di voler diventare una biologa marina, perché ama il mare e la biodiversità presente in esso; lavoro impegnativo ma traguardo non impossibile da raggiungere. La passione di Beatrice per il mare risale alla sua infanzia, quando in vacanza trascorreva ore e ore sulle rive del Salento alla ricerca di gamberetti, pesci, paguri e granchi che puntualmente liberava al tramonto. Durante le ultime estati ha frequentato diversi corsi di nuoto e di tecnica subacquea, esperienze che hanno alimentato la sua passione sino a convincerla che da grande diventerà una biologa marina. Il biologo marino è una professione molto utile in Italia, visto che il nostro paese ha migliaia di chilometri di costa e una fauna marina da preservare. In tanti lo ignorano, ma nei nostri mari nuotano balene, squali, delfini, capodogli più un’infinità di pesci che godono di habitat molto particolari. Le conoscenze che devono possedere i biologi marini sono specifiche e quindi possono essere acquisite solo compiendo un percorso di laurea specialistica. Le specializzazioni ovviamente aumentano le chance di trovare lavoro sia presso enti pubblici e istituzioni. La vita del biologo marino può essere avventurosa: oltre a prevedere immersioni, ci sono escursioni, viaggi, documentari e set fotografici, per studiare il mare serve tanta passione e competenza, poiché è un ambiente di lavoro complicato e che richiede anche tanto impegno fisico, qualità che Beatrice certamente s’impegnerà a potenziare sempre più.   In sintesi, i cartelloni realizzati sono anche serviti per schiarire un po’ le idee sul lavoro che potremmo fare da grandi. L’importante è che si decida di fare un lavoro che risulti bello per noi, di conseguenza anche meno faticoso. Un po’ come dice l’espressione “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita” (Confucio).