//Ricordare per non dimenticare

Ricordare per non dimenticare

di | 2019-01-28T13:19:45+01:00 28-1-2019 13:19|Alboscuole|0 Commenti
di Maria Rosaria Vitiello Il 27 gennaio di ogni anno a livello internazionale si celebra la Giornata della Memoria, in cui si commemorano le numerose vittime ebree (ma non solo) dei campi di concentramento. Purtroppo, oggi, come allora, la spietatezza dell’essere umano non si è placata, basta dare uno sguardo intorno a noi o leggere i giornali, dove ogni giorno vengono raccontate storie di guerra e di violenza che l’uomo mette in atto verso il suo simile. Cosa fare, dunque, affinché questi terribili atti non si ripetano più? Bisogna ricordare. È l’invito che il poeta Primo Levi (anche lui fu rinchiuso nei campi di concentramento, ma riuscì a salvarsi) fa agli uomini. Nella poesia “Se questo è un uomo”, si rivolge a chi vive in una tiepida casa e a chi trova il piatto pronto a tavola quando rincasa la sera, esortandolo a chiedersi se si possono considerare uomini coloro che lavorano nel fango per un misero pezzo di pane e che muoiono per un sì o per un no, oppure donne rimaste senza capelli e senza nome che non hanno più la forza di ricordare. Il poeta invita con energia al ricordo: se esso non ci sarà, gli uomini saranno senza casa, verranno colpiti da tremende malattie e non saranno più guardati in faccia dai loro figli. Ecco, dunque, che la storia diventa nostra maestra di vita: l’uomo è portato a ricordare quanto successo per far in modo che tali drammatici eventi non si verifichino più. Tributare un doveroso omaggio alle vittime della Shoah e di ogni persecuzione, ribadendo, al tempo stesso, il rispetto dell’altro e la valorizzazione della diversità, è stato lo scopo delle attività svolte dagli alunni di IV A e B della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Don Enrico Smaldone”. Intolleranza, discriminazione e indifferenza sono stati i concetti che hanno dato il via a profonde riflessioni sulla giornata della memoria. Gli alunni, già impegnati in un percorso educativo-didattico dello “Star bene insieme”, durante la settimana dal 21 al 25 gennaio, hanno approfondito i fatti storici ormai noti dello scempio umano messo in atto durante la Seconda Guerra Mondiale e hanno consolidato quei principi e valori che quotidianamente vivono, come la valorizzazione delle risorse di ciascuno e delle diversità, intese come bene prezioso comune da riconoscere e rispettare. Attraverso la visone dei film, come “La vita è bella”, “Il bambino con il pigiama a righe” e “La Stella di Andra e Tati”, ma soprattutto l’analisi della storia dell’”Orsetto Otto” che insegna il valore della Diversità, ci si è soffermati su un valore encomiabile quale quello dell’Amicizia, sottolineando il messaggio che “l’Amicizia fra bambini può unire quello che le barriere dividono”. Nello specifico gli alunni hanno dato vita ai seguenti laboratori:
  1. Laboratorio interattivo manuale: a conclusione dell’approfondimento dei diritti umani negati dei bambini, sono stati realizzati due lapbook: “La storia di Anna Frank” e “La Giornata della Memoria”;
  2. Laboratorio di psicomotricità inclusiva in circle time per rafforzare la valorizzazione dell’altro attraverso il gioco “La Rete dell’Amicizia”. Su un cartoncino a forma di orsetto ogni bambino ha scritto una frase sull’importanza dell’amicizia e l’ha donato ad un compagno di classe che desiderava conoscere meglio.
Il lavoro svolto in questa settimana ha avuto come obiettivo generale quello di sensibilizzare i nostri alunni alla condivisione, al rispetto di se stessi e dell’altro, accogliendo la diversità come risorsa per l’arricchimento individuale. E’ un dovere morale di ognuno di noi educare le nuove generazioni al rispetto dei valori e dei principi civili mediante un’educazione di cittadinanza attiva volta alla formazione di futuri uomini. Come affermava Anniek Cojean, ne “Les mémoires de la Shoah”, il compito di ogni insegnante deve essere quello di aiutare i propri allievi a diventare esseri umani… non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani».