//Open Day, I.C. Sestu, Star Science, a cura della Prof.ssa Isa Marongiu

Open Day, I.C. Sestu, Star Science, a cura della Prof.ssa Isa Marongiu

di | 2019-06-13T20:53:30+02:00 13-6-2019 20:53|Alboscuole|0 Commenti
Ritratti degli scienziati: prof.ssa Monica Corda ALAN TURING: Edoardo Lampis Giornalista: Matteo Perra da “Sestu Times” D1) Benvenuto, per iniziare ci può parlare di lei, della sua giovinezza e dei suoi studi? R1) Thank you! Oh Yes, of course!  I was born in Maida Vale, a residential disctrict in London on  (the) 23rd of June 1912. Fin da piccolo dicono che dimostrassi grandi capacità mentali. In realtà ero poco attratto dalla Lingua latina e preferivo invece la teoria della relatività, la chimica e il gioco degli scacchi. Nel 1931 fui ammesso al King’s College dell’Università di Cambridge dove approfondii la logica, la meccanica quantistica e la teoria della probabilità. Nel 1936 vinsi il premio Smith che veniva assegnato ai due migliori studenti ricercatori in Fisica e Matematica. Nello stesso anno mi trasferii alla Princeton University dove studiai per due anni e ottenni  il dottorato. D2) Dott. Turing, il suo lavoro ebbe vasta influenza sullo sviluppo dell’informatica, grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante la macchina di Turing, che a sua volta ha svolto un ruolo significativo nella creazione del moderno computer. Per questo contributo lei è considerato il padre della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale, da lei teorizzate già negli anni ‘30, quando non era ancora stato creato il primo vero computer. Può spiegarci cos’è la macchina di Turing? http://mysteriumstoria.blogspot.com/2015/ R2) Sure! In ICT (Information Communication and Technology) a Turing Machine is an ideal machine that manipulates data contained on a strip of length potentially infinite, according to a table of rules. In altre parole, è un modello astratto che definisce una macchina in grado di eseguire algoritmi e dotata di un nastro potenzialmente infinito su cui può leggere e/o scrivere dei simboli. È un potente strumento teorico di notevole aiuto agli studiosi nel comprendere i limiti del calcolo meccanico. La sua importanza è tale che oggi, per definire in modo formalmente preciso la nozione di algoritmo, si tende a ricondurlo alle elaborazioni effettuabili con macchine di Turing. https://capelli4ib.wordpress.com/2017/08/30/macchina-di-turing/ D3) Si parla di codice enigma da lei decifrato… In cosa consiste questo codice e come riuscì a decifrarlo? R3) During  the Second World War I put my Mathematical skills at the service of  the English “Department of Communications” in order to decipher the German codes. Fu un compito particolarmente difficile in quanto i tedeschi avevano sviluppato un tipo di computer denominato “Enigma” che era capace di generare un codice che mutava costantemente. Durante questo periodo al “Department of Communications”, io e altri studiosi lavoravamo con uno strumento chiamato “Colossus” che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con “Enigma”. Si trattava, essenzialmente, di un insieme di servomotori e metallo, ma era il primo passo verso il computer digitale. Enigma è dunque il nome di una macchina elettro-meccanica per cifrare e decifrare messaggi. Sono riuscito a decifrare il codice costruendo una macchina che poteva individuare l’esatta impostazione di quel giorno e decifrare grazie a delle semplici parole chiave tutti i messaggi che i tedeschi riuscivano a trasmettere. https://www.luinonotizie.it D4) A cosa si dedicò una volta finita la guerra? R4) After the war, I kept working for the “ National Physical Laboratory” and I set myself to the research of digital computer. Lavorai nello sviluppo all’ “Automatic Computing Engine” (ACE), uno dei primi tentativi nel creare un vero computer digitale. Fu in questo periodo che iniziai a esplorare la relazione tra i computer e la natura. Scrissi un articolo dal titolo “Intelligent Machinery”, pubblicato poi nel 1969. Fu questa una delle prime volte in cui fu presentato il concetto di “intelligenza artificiale“. La mia convinzione era, infatti, che si potessero creare macchine che fossero capaci di simulare i processi del cervello umano. Prima del completamento dell’ “Automatic Computing Engine” mi trasferii alla University of Manchester dove lavorai alla realizzazione del Manchester Automatic Digital Machine (MADAM), con il sogno di poter vedere, a lungo termine, la chimera dell’intelligenza artificiale finalmente realizzata. https://slideplayer.it/slide/15199514/ Grazie Dott. Turing per questa sua appassionante testimonianza. Thank you! Credo che alla fine del secolo l’uso delle parole e l’opinione delle persone di cultura siano cambiate a tal punto che si potrà parlare di macchine pensanti senza aspettarsi di essere contraddetti. https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=9261   ENRICO FERMI: Mattia Loi Giornalista: Andrea Uras da “Il tg delle scoperte”
  • Buongiorno dott. Fermi, ci racconti della sua infanzia…
Buongiorno a voi! Nacqui a Roma il 29 settembre 1901 da Alberto, piacentino, ispettore capo presso il ministero delle comunicazioni, e da Ida De Gattis, barese, insegnante di scuola elementare nella capitale. Sono l’ultimo di tre figli. Fin da piccolo mostrai di possedere una memoria che tutti definivano “eccezionale” e una grande intelligenza, che mi permise di primeggiare sempre negli studi. Iniziai i miei studi universitari a Pisa, dove mi laureai il 7 luglio del 1922, dimostrando anche una conoscenza linguistica non comune (oltre al latino e il greco, conosco infatti l’inglese, il francese ed il tedesco), che mi permisero poco dopo di partire alla volta di Gottigen, alla scuola di Max Born, per migliorare le conoscenze di fisica quantistica; nel 1925, mi spostai a Leida, in Olanda, dove ebbi modo di incontrare Albert Einstein.
  • Posso chiederle com’è diventato così famoso?
Certo! Sono noto per gli studi teorici e sperimentali nell’ambito della meccanica quantistica, e in particolare della fisica nucleare. Tra i miei maggiori contributi in campo scientifico, posso citare: la teoria del decadimento β, la statistica quantistica di Fermi-Dirac e i risultati riguardanti le interazioni nucleari. https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Fermi 3) Ci parli della statistica delle particelle. Nell’autunno del 1926  vinsi il concorso per occupare il posto della prima cattedra di fisica teorica in Italia. A Roma ottenni per primo la cattedra, creata dal Prof. Corbino, direttore dell’Istituto di Fisica. Le argomentazioni principali dei miei studi riguardano la spettroscopia, ed è in questo campo che ho ottenuto risultati eccellenti. Mi sono concentrato sullo studio del nucleo atomico, arrivando a formulare la teoria del decadimento beta, secondo il quale l’emissione di un fotone è data dalla transizione di un neutrone in un protone con la creazione di un elettrone e di un neutrino. Questa teoria, introdotta al termine del 1933, trova subito conferma nella scoperta della radioattività da parte di Curie e Joliot, esposta nei primi mesi del 1934. Sulla base di questa scoperta, ho formulato una nuova idea: utilizzare i neutroni come proiettili per poter produrre radioattività artificiale. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, ottengo risultati positivi per 37 specie sulle 60 testate, scoprendo altresì che in caso di urti successivi, i neutroni prodotti da urti rallentati hanno un tasso di efficacia molto più elevata nella generazione di specie radioattive. Più tardi accettai la cattedra alla Columbia University, dove iniziai a concentrarmi sugli esperimenti iniziali di altri colleghi, sulla fissione nucleare e progettai un primo piano per la costruzione della prima pila nucleare, in altre parole, il primo dispositivo per produrre in modo controllato la reazione a catena. Vide la realizzazione dei miei sforzi il 2 dicembre del 1942, con l’entrata in funzione della prima centrale nucleare a Chicago; l’energia nucleare divenne così fonte di vita, ma allo stesso tempo anche uno strumento di guerra: aderii, infatti, al progetto Manhattan allo scopo di creare il primo ordigno nucleare. https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Fermi
  • Fermi, lei fu premiato col Nobel, quando lo ricevette e con quale motivazione?
Nel 1938, il Premio Nobel per la fisica, per “l’identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti”. https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Fermi Grazie Dott. Fermi per la sua interessante testimonianza!!   GUGLIELMO MARCONI: Edoardo Bullita Giornalista: Giulia Pili da “Via Torino newsGIULIA Buongiorno, io sono Giulia, sono una giornalista e oggi avrò il piacere di intervistare il dottor Marconi, noto per le sue invenzioni. Dottor Marconi, ci vuole raccontare come ha iniziato la sua carriera? S: Ho iniziato i miei studi di elettrotecnica e fisica all’Istituto Nazionale di Livorno, dopodiché ho allestito un laboratorio a casa dei miei genitori, dove ho potuto realizzare i miei primi esperimenti, tra i quali la realizzazione di pile termoelettriche, cioè la trasformazione del calore in elettricità. Gli esperimenti che mi hanno appassionato di più sono con le onde elettromagnetiche. GIULIA Le sue invenzioni sono molto interessanti, secondo lei qual è quella per cui è conosciuto di più? S: Quella del primo trasmettitore radiotelegrafico, che sperimentai personalmente con l’aiuto di mio fratello a Pontecchio. Eravamo separati da una collina a distanza di circa 2 km, io inviai dal mio trasmettitore un codice morse a mio fratello che ricevette la trasmissione. Grazie a questo ricevetti il brevetto per la telegrafia senza fili. GIULIA Lei Ha collaborato con molti scienziati del suo tempo… Ci può fare qualche nome? S: Sì, ho lavorato con Hertz, Popov e Edison. GIULIA Lei è riuscito anche nel suo obiettivo più ambizioso: creare un ponte di comunicazioni transatlantiche e proprio per questo ha vinto il Nobel per la fisica. S: Esattamente, l’ho vinto nel 1909 assieme a Karl Braun. GIULIA Noi sappiamo che la scienza non è la sua unica passione. Ha fatto anche altri mestieri nel corso della sua vita? S: Sì, infatti, ho trascorso una parte del mio tempo nel mondo della politica e in quello imprenditoriale. GIULIA Signor Marconi potrebbe terminare questa piacevole intervista con uno dei suoi celebri aforismi? S: “La scienza è incapace di dare la spiegazione della vita; solo la fede ci può fornire il senso dell’esistenza: sono contento di essere cristiano.” https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=9410 GIULIA Grazie per la sua collaborazione signor Marconi. S: Grazie a lei.   Margherita Hack: Elena Spanu Giornalista: Maria Elena Marroccu del “Corriere scientifico”
  1. Dottoressa Hack, buonasera. Potrebbe farci un breve ritratto della sua biografia?
Volentieri! Sono nata a Firenze nel 1922 , dopo il diploma  di maturità classica, ho proseguito gli studi universitari scegliendo una facoltà all’epoca considerata, posso dire con un pizzico di ironia…..”Poco femminile”: infatti, mi sono laureata in fisica. Nel corso della mia carriera, ho dovuto subire l’indifferenza e persino l’opposizione dei colleghi maschi, che consideravano inconcepibile confrontarsi con un collega di sesso opposto.
  1. Come e quando iniziò la sua carriera?
Mi sono laureata nel 1946 con una tesi in astrofisica sulle Cefeidi. Mi resi conto proprio subito dopo la laurea che l’astrofisica era una delle mie più grandi passioni.
  1. Come si appassionò alla scienza?
Durante la guerra leggevo tanti libri solo di scienza, ma avrei voluto essere anche maestra. Così studiai per diventare scienziata, ma feci in modo da poter insegnare scienze.
  1. Dove ha insegnato?
Dal 1948 al 1951 insegnai astronomia con l’incarico di assistente. Nel 1954 iniziai la libera docenza, chiesi e ottenni il trasferimento all’Osservatorio di Merate, vicino a Lecco. Nel 1964 divenni professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste.
  1. Per i suoi studi si è ispirata a qualche scienziato?
Sì, mi ispirai a Galileo Galilei perché lui fu il primo a dire che non era il sole a girare intorno alla terra ma era la terra a girare intorno al sole e, anche se nessuno aveva creduto a quello che lui aveva detto, i fatti erano quelli.
  1. Lei rappresenta la prima donna in Italia che ha diretto un osservatorio astronomico.
Sì, nel 1980 fondai l’“Istituto di Astronomia” che fu poi sostituito nel 1985 da un “Dipartimento di Astronomia” di cui fui direttrice fino al 1990. Ho anche scritto dei libri, la maggior parte dei quali dedicati alle stelle, al sistema solare e all’universo. Infatti, il mio nome è  legato alle stelle e ai pianeti… Ho anche collaborato con numerosi giornali e periodici specializzati, e fondato nel 1978 la rivista bimensile “ L’Astronomia” di cui sono stata a lungo direttrice.  Poi ho diretto la rivista di divulgazione scientifica e cultura astronomica “Le Stelle”. https://archive.org/stream/HackMargheritaLamicaDelleStelle.StoriaDiUnaVita/Hack%20Margherita%20-%20L%27amica%20delle%20stelle.%20Storia%20di%20una%20vita_djvu.txt
  1. E’ noto, infatti, che in suo onore un asteroide è stato battezzato 8558 Hack. Mi dica… Su che cosa si sono concentrati maggiormente i suoi studi?
Le Cefeidi furono il mio primo argomento di ricerca e, come spiegato prima, oggetto della mia tesi. http://www.donnenellascienza.it/table/protagoniste-di-ieri/margherita-hack/
  1. Perdoni la mia ignoranza… Che cosa sono le Cefeidi?
Le Cefeidi, o Variabili Cefeidi, sono stelle che diventano periodicamente brillanti. Infatti, pulsano come lucciole, passando gradualmente da una fase di minimo splendore a una di massimo. Sono dette stelle variabili, cioè che variano continuamente la loro luminosità nell’arco di un periodo molto breve, appena cinquanta giorni. Si conoscevano fin dall’antichità, ma fu una donna, Henrietta Leavitt, a scoprire agli inizi del XX secolo che attraverso lo studio della variazione di luminosità era possibile misurare il periodo di ciascuna stella, cioè l’intervallo fra un massimo di luminosità e il successivo. Scoprì così che tanto più luminosa è una Cefeide, tanto maggiore è il periodo. Infatti, le Cefeidi sono stelle variabili molto speciali, perché il loro periodo è regolare (cioè non cambia nel tempo). Questo comportamento permette di utilizzarle per la misura delle distanze cosmiche fino a qualche decina di milioni di anni-luce. https://www.focus.it/scienza/spazio/che-cosa-e-una-cefeide
  1. Dottoressa Hack, lei è stata e ancora è una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea ed è nota a livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nell’ambito dell’astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle… Ritiene di essere famosa per tutto questo? Quando passa per la strada, qualcuno la ferma per chiederle un autografo?
Sono orgogliosa di aver realizzato i miei desideri e probabilmente sono famosa per le scoperte che ho fatto. Le persone mi stimano e mi guardano con ammirazione, certo mi chiedono anche gli autografi e io qualche volta li lascio volentieri, ma ciò che mi preme maggiormente è lasciare alle giovani generazioni un messaggio che possa diventare un insegnamento per la vita: Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.” https://girobloggando.wordpress.com/   MARIE CURIE: Sara Tinti Giornalista: Veronica Duville da “Science post” Giornalista Bonjour, Madame Curie, ci parli un po’ di lei, dov’è nata? Marie Curie Bonjour. Sono nata a Varsavia, in Polonia, il 7 novembre 1867. I miei genitori sono Władysław Skłodowski e Bronisława Boguska. Io sono l’ultima di cinque figli, la petite de la famille. Giornalista Sappiamo che ha legato molto con sua sorella Bronia, che è una donna forte che le ha dato sempre fiducia e che lei è un esempio per le donne di tutto il mondo. Quindi, la figura di sua sorella ha influenzato, in qualche modo, la sua fiducia verso le donne? Marie Curie Oui, c’est vrai! Bronia mi ha sempre protetto, consolato e aiutato ed è forse proprio da questa fiducia che è nato il mio costante atteggiamento verso le donne. Per me la forza si trova nelle donne, cosa che non mi aspetto dagli uomini. Giornalista A che cosa ha dedicato la sua vita? Marie Curie … Ma vie?… Ho dedicato la mia vita allo studio della chimica, in particolare del Radio e del Polonio, elementi chimici presenti in piccolissime quantità nella pechblenda, che ho scoperto insieme a mio marito Pierre Curie. https://www.studenti.it/marie-curie-biografia-scoperte.html Giornalista Ci spiega brevemente che cos’è la Pechblenda? Marie Curie Oui, bien sur! La Pechblenda è un minerale radioattivo e rappresenta una delle principali fonti naturali di uranio. https://educalingo.com/it/dic-it/uraninite Giornalista In questo minerale, se non erro, ci sono due elementi non ancora scoperti. Come avete fatto a capirlo? Marie Curie Bien… io e i miei collaboratori notammo che alcuni campioni erano più radioattivi di quanto lo sarebbero stati se costituiti di uranio puro; ciò implicava che nella pechblenda fossero presenti altri elementi. Decidemmo, così, di esaminare tonnellate di pechblenda riuscendo ad isolare una piccola quantità di un nuovo elemento dalle caratteristiche simili al tellurio e 330 volte più radioattivo dell’uranio che fu chiamato polonio in onore del mio paese natale, ma chérie Pologne. http://www.iniziativalaica.it/?p=7056 Giornalista Per queste sue grandi scoperte ha vinto dei premi? Marie Curie Si, sono la prima persona che ha vinto due premi Nobel e anche la première femme, la prima donna a vincere il premio Nobel per la fisica, per i servizi straordinari che ho reso nella ricerca sui fenomeni  radioattivi. https://it.wikipedia.org/wiki/Vincitori_del_premio_Nobel_per_la_fisica Giornalista Fragilità e genialità sono due aspetti finemente intrecciati nella sua vita che possiamo definire sorprendentemente moderna. Grazie! Merci bien, Madame Curie! Marie Curie Merci à vous! Grazie a voi, mi sento onorata per questi complimenti!   RITA LEVI MONTALCINI:: Silvia Salvatori Giornalista: Giorgia Argiolas curatrice del blog: “Sciencestudent.blogspot.com”   d.1 Buongiorno, può parlarci un po’ di lei raccontandoci le sue origini?
  1. 1 Buongiorno. Sono nata il 22 aprile 1909 a Torino. Mio padre, Adamo Levi, era un ingegnere elettronico, mentre mia madre, Adele, faceva la pittrice.
Ho un fratello maggiore, Gino (che tra il 1902 e il 1974 – è stato uno dei più famosi architetti italiani ed ha insegnato presso l’Università di Torino) e due sorelle: Anna (1905- 2000) e una gemella, Paola (1909 – 2000), una famosa pittrice. https://www.ilportaledeibambini.net/portfolio-articoli/rita-levi-montalcini/ Mio padre pensava che per la donna una carriera professionale avrebbe potuto interferire con la famiglia e quindi aveva deciso che io e le mie sorelle non ci saremmo iscritte all’università. d.2 Nonostante questo lei ha continuato gli studi?
  1. 2 Certo! A vent’anni ho capito che non potevo accettare la decisione di mio padre e, in pochi mesi, sono riuscita a terminare gli studi superiori e a iscrivermi alla facoltà di Medicina presso l’Università di Torino.
d.3 Continui pure a descriverci il suo percorso di studi. r.3 Nel 1936 mi sono laureata alla facoltà di medicina di Torino, ma già dal primo anno di università lavoravo nel laboratorio di Giuseppe Levi. Durante la mia specializzazione in Psichiatria e Neurologia, sono entrate in vigore le leggi razziali ed io, di origine ebrea, ho dovuto emigrare in Belgio. Poi mi sono nascosta nelle campagne torinesi e infine a Firenze, dove ho collaborato come medico al servizio delle Forze Alleate. Non ho mai abbandonato le mie ricerche, allestendo un laboratorio clandestino, dove ho studiato embrioni di pollo. Nel 1945, finalmente, sono riuscita ad avere attività regolari. Poco dopo, ho ricevuto un’offerta irrinunciabile dal Dipartimento di Zoologia della Washington University, dove ho trascorso oltre 30 anni. https://www.studentville.it/studiare/rita-levi-montalcini-biografia-frasi-riconoscimenti/ d.4  Può parlarci della sua scoperta scientifica? r.4 Nel 1951-1952 ho scoperto il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Poi ho proseguito le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione. Negli anni Cinquanta, molti fenomeni biologici sono ancora sconosciuti; fra tutti, il più misterioso rimane il funzionamento del sistema nervoso. Alla fine degli anni Cinquanta ho individuato una proteina prodotta dalle cellule nervose stesse che, invece, è in grado di favorirne la moltiplicazione e di dirigere la crescita delle fibre nervose verso i vari organi. Successivamente, ho scoperto  anche che la proteina era in grado di coordinare il funzionamento dei sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Quindi  il tessuto nervoso non ha una struttura fissa e immutabile dalla nascita, ma la sua crescita può essere facilitata (anche se in misura minore di altri tessuti) da una sostanza che viene chiamata Nerve growth factor o NGF («Fattore di crescita dei nervi»). https://aeroclubmodena.it/tag/torino/
  1. 5 Lei è vincitrice di un premio Nobel. Può descriverci come si è sentita quando come ha ricevuto questa splendida notizia e quali sono state le parole che le hanno detto quando le è stato consegnato il premio?
r.5 Nel 1986 mi venne conferito il Premio Nobel per la Medicina (con Stanley Cohen). Abitavo a Roma, ricordo che era quasi notte quando mi telefonarono per darmi la notizia. La cerimonia della consegna del Nobel a Stoccolma non fu particolarmente eccitante, piuttosto una specie di grande festival». https://biografieonline.it/biografia-rita-levi-montalcini Quando mi fu assegnato il premio Nobel, ricordo furono usate queste parole: “Le viene assegnato il Premio Nobel con la seguente motivazione: La scoperta del NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. I neurobiologi non hanno idea di quali processi intervengono nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo. https://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Levi-Montalcini d.6 Grazie dottoressa, sono veramente orgogliosa di averla intervistata. r.6 E’ stato un piacere!   STEPHEN HAWKING: Andrea Demurtas Giornalista: Francesco Baldussi direttore della rivista di divulgazione scientifica: “Dubbi e realtà”
  1. Buongiorno Dott. Hawking! Mi piacerebbe innanzitutto che ci parlasse un po’ di lei e della sua vita.
  2. Certo, volentieri…. Sono nato l’8 gennaio 1942. I miei genitori frequentarono l’Università di Oxford, dove mio padre studiò medicina tropicale e mia madre invece filosofia, politica ed economia. Si conobbero dopo l’inizio della seconda guerra mondiale in un Istituto di ricerca medica, dove mio padre lavorava come ricercatore e mia madre come segretaria. https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking
  3. Mi scusi… Sono indiscreto se le chiedo di illustrarci il problema per cui è costretto a stare su questa sedia?
  4. No, nessun problema, per me è una cosa naturale che fa parte del mio “personaggio”. Ormai mi conoscono tutti perché sono sistemato in questa splendida sedia … Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Per questo dico a tutti: “Guardate le stelle invece dei vostri piedi”. http://laleopardessa.blogspot.com/2018/03/stephen-hawking.html Nel 1963 iniziai ad avere problemi con l’utilizzo degli arti e i medici mi diagnosticarono la sclerosi laterale amiotrofica. Nel 1985 fui colpito da una grave polmonite e sottoposto a una tracheotomia permanente, con perdita della funzione vocale. Perciò un informatico, David Mason, inventò e costruì per me questo sintetizzatore vocale che trasforma in suono ciò che scrivo su un apposito computer, collegato alla sedia a rotelle. In questo modo riesco a comunicare, sebbene molto lentamente. Altre domande?
  5. Certo! Dottor Hawking, lei è un brillante scienziato, grande divulgatore scientifico, un fisico dalla mente visionaria. Possiamo considerarla un’icona della cosmologia moderna?
  6. Sono un cosmologo, fisico, matematico e astrofisico conosciuto per i miei studi sui buchi neri e sull’origine dell’universo ma anche per i miei contributi nella radiazione di Hawking, la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo. Nonostante sia gravemente disabile, ho avuto successo nel lavoro e viaggiato tanto. Nel corso della mia straordinaria carriera, ho collezionato un numero sterminato di premi e onorificenze. Nella mia bacheca però, manca ancora il riconoscimento forse più ambito, il premio Nobel. https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking
  7. Potrebbe raccontarci dei suoi studi?
  8. Fin da ragazzo, ho scoperto la passione per la matematica, osteggiata però da mio padre che desiderava seguissi gli interessi paterni in campo medico. All’università studiai fisica e mi laureai alla facoltà di Scienze naturali. Subito dopo la laurea mi trasferii a Cambridge per approfondire i suoi studi in cosmologia. Nel 1976 fui nominato titolare della cattedra di matematica a Cambridge. Tra il 1965 e il 1970 ho elaborato alcune teorie che spiegano l’evoluzione dell’universo. Nel 1970 ho compiuto degli studi sui buchi neri con la stesura del mio primo libro: ”Dal big bang ai buchi neri” pubblicato nel 1988. https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking
  9. I buchi neri… ci racconti di questo mondo affascinante….
  10. Cercherò di spiegare nel modo più semplice possibile. I buchi neri sono regioni nello spazio con una gravità così alta da intrappolare ogni elemento attorno, impedendogli per sempre di uscire. Quando parlo di ogni elemento, lo intendo in modo letterale: persino la luce è divorata, per questo motivo il buco assume questo aspetto nero. https://www.wattpad.com/233405535-space-i-buchi-neri
  11. Dottor Hawking, grazie! Averla conosciuta e intervistata è stato per me motivo di grande orgoglio. Se mi permette, vorrei concludere con uno dei suoi personali e famosissimi aforismi che mi ha colpito in maniera particolare:
“Per milioni di anni il genere umano ha vissuto come gli animali. Poi è accaduto qualcosa che ha liberato la forza della nostra immaginazione. Abbiamo imparato a parlare. https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=2945