Ollolai è un comune italiano di 1156 abitanti che si trova nella provincia di Nuoro, in Sardegna. Questa era un’antica sede curatoria della Barbagia. Si trova a 920 metri di altezza, il che lo rende il secondo paese più alto della Sardegna. Secondo delle ipotesi il nome potrebbe derivare dagli Iliesi, profughi Troiani, il cui nome era usato per indicare una tribù sarda che si era trasferita dal Campidano alla Barbagia. Questa tribù veniva anche chiamata la tribù degli “Iolaesi” o “Iolei”, da cui deriverebbe Ollolai. La storia di Ollolai è molto antica ed è ricca di leggende che sono ormai diventate patrimonio dei suoi abitanti. I primi segni di vita sono stati ritrovati sul monte di San Basilio (Santu Basili). I primi insediamenti risalgono al 4000 a.C. Diversi popoli provenienti dal Campidano si insediarono in questo luogo per scappare dagli invasori cartaginesi, gli Iloaesi, il cui nome cambia poi in Iliesi. Da questi avrebbe avuto origine il paese. Gli abitanti praticavano il paganesimo, mentre nel resto della Sardegna era molto praticato il cristianesimo. L’imperatore bizantino Maurizio capì che se i Barbaricini fossero rimasti autonomi, il dominio non sarebbe mai stato completo, perciò chiese aiuto a papa Gregorio I che inviò una lettera ad Ospitone, il capo dei barbaricini, che secondo la religione viveva sul monte di San Basilio. Chiedeva il suo aiuto per incoraggiare la conversione del suo popolo e accogliere due dei suoi ecclesiastici, Felice e Ciriaco. Nel periodo medievale Ollolai combatté per il Giudicato D’Arborea contro gli aragonesi. Dopo la pace del 1388 tra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona, Ollolai rimase legata alla dinastia sarda entrando trai feudi del marchese d’Oristano. La storia del paese si lega ad una leggenda che narra della faida tra le casate dei Ladu e degli Arbau, I primi supportavano gli Aragonesi, mentre i secondi stavano dalla parte di Arborea. Accadde che uno dei figli dei Ladu, che i francescani istruivano con cura, venne ucciso e il corpo venne trovato nel pozzo dell’orso del convento. Del delitto, probabilmente imputabile agli Arbau, vennero accusati i frati che, il 5 agosto 1490, abbandonarono velocemente il villaggio lanciando una maledizione, che portò ad un incendio che distrusse la maggior parte del villaggio, e portando con loro un Crocifisso ligneo (conservato nella Cattedrale di Santa Giusta vicino ad Oristano). Dopo che Ollolai venne ricostruito, nel 1604 fu incorporato nel ducato di Mandas, feudo dei Maza. Nell’epoca sabauda passo ai Tellez-Giron d’Alcantara, dai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale. Nel 2015 il comune ha iniziato un programma di ripopolamento che è incentrato nella vendita di case del centro storico al prezzo di 1€ a chi rispetti alcuni obblighi, ovvero restaurare la casa e mantenerla almeno per 5 anni. Nella piazza principale di Ollolai, Piazza Marconi, si può trovare la chiesa di San Michele Arcangelo al cui interno si possono trovare alcune delle tavole dei pittori Carmelo Floris, e anche il grande crocifisso dipinto dal noto pittore Ollolaese Franco Bussu. Nei pressi della piazza anticamente era presente una chiesetta dedicata a Santa Susanna, ora del tutto demolita. Un’altra chiesa importante è quella dedicata a Sant’Antonio abate e a qualche chilometro dal paese si può trovare la chiesa dedicata a San Pietro Apostolo. Il territorio è ricco di acque e sorgenti. La più nota e abbondante è quella di Gupunnio, conosciuta come “Sa ‘Untana Manna” e ribattezzata poi “Regina Fontium”. Minore, per portata d’acqua, è la fontana de “Su Sapunadorju” (il lavatoio), detta “Sa Untanedda” (la fontanella). Si può trovare anche la fontana “Su Puthu”, un tempo utilizzata come abbeveratoio. Tutte le acque di queste fontane sono fresche e leggere. Ollolai, inseme a Oliena, Orgosolo, Mamoiada, Lodine, Fonni, Ovodda, Olzai e Gavoi, fa parte dei nove paesi barbaricini in cui viene parlata una variante del sardo logudorese che presenta un mutamento fonetico unico in tutta la Sardegna, ovvero la trasformazione di k (nella maggior parte dei casi) in occlusione laringale, il cosiddetto salto o colpo di glottide. Ci sono numerose tradizioni legate alle feste e alle sagre curate dalla Pro Loco di Ollolai. Da citare sono, il Palio degli Asinelli, la cui prima edizione fu nel 1970, la festa di San Bartolomeo e la festa di San Michele, e si può anche trovare il “Gruppo Folk Balladores di Ollolai”. Lo scopo del “Palio degli Asinelli” è quello di promuovere e valorizzare l’asinello, che rappresentava un bene prezioso per ogni famiglia di Ollolai, e far conoscere meglio il paese attraverso questa tradizione. Il Palio ha avuto origine da una sfida tra i vicinati “Vihinasos” del paese, ma questa manifestazione poi ha assunto un carattere di rievocazione storica. La realizzazione del Palio coinvolge l’intero paese, tutti aiutano nell’allestimento del corteo e nel preparare il corridore che con l’asino deve difendere il proprio colore. Le contrade, o “Vihinados” sono cinque: “Ferruthones”, i cui colori sono rosso e blu, “Laralai”, verde e bianco, “Sa Padule”, celeste e arancione, “S’Istradone”, giallo e nero, e “Su Montriccu”, giallo e grigio. La Festa di San Bartolomeo è una sorta di festa di iniziazione, organizzata esclusivamente dai 18enni a fine agosto. La festa di San Michele è invece caratterizzata dalla processione dei diversi costumi sardi, tra cui quello di Ollolai. Il costume sardo di Ollolai è uno dei migliori della Sardegna, più volte premiato alle sfilate di Cagliari, Sassari e Nuoro. Nel costume della donna, o anche nel costume della sposa, i capelli vengono raccolti a “cornetti” sulla nuca, in un gioco di intrecci e legature che formano “su crundhile”, un’acconciatura sarda che secondo alcuni viene fatta anche in oriente. Sopra i capelli si mette “su cappiale”, una cuffia ornata con un nastro rosso che viene legata sotto il mento con un nastro. Sopra la cuffia si pone un velo bianco quadrato, chiamato “su tullu”, fissato con una spilla. Nelle feste importanti questo viene rimpiazzato da “su miccadore anellau”, un grande fazzoletto marrone dalle lunghe frange annodate e grandi fiori ricamati con fili di seta e vari colori. La camicia, “sa hamisa pramà”, di tela bianca, viene chiamata così per il suo particolare ricamo, sia nel collo che nei polsi; è tenuta da un busto “sas palas”, di panno rosso, che funge da reggiseno. Sopra la camicia si mette un giubbottino corto, “su zippone”, che ha uno sfondo blu con delle rose rosse e gialle, e che si apre davanti facendo vedere la camicia. La gonna, “su vardellinu”, è in parte coperta da un grembiule “su hodale”, molto stretto in vita, che si allarga in un triangolo di seta gialla, verde e bianca. A questo si aggiungono i gioielli, che sono solitamente dei bottoni d’oro lavorati in filigrana con in punta incastonato un piccolo turchese, che chiude alla gola la camicia. Dei bottoni simili, ma più piccoli e d’argento, fermano i polsi. Nel collo si mettono “sos horradoa”, collane di corallo, “s’iscappullariu”, con immagine sacra, e “s’ispulihadentes”. Mentre nelle orecchie si mettono “sos pendilizzones”, che sarebbero delle piccole manine scaramantiche di corallo rosso. Nell’abito maschile si indossa in testa “sa berrita” di panno nero, poi “sa hamisa”, una camicia di tela, sopra questa un gilet, “su cosse”, di panno blu ornato di rosso, e a coprire il tutto si mette “sas peddes de montoninu”, pelli di montone con il pelo all’esterno. Si mette poi una larga cintura di pelle ricamata con fili di seta, “sa hintorza”, poi “sa vrentera”, una seconda cintura, con tasche interne, per riporre piccoli oggetti. La giacca, “sa zanchetta”, è in orbace nero. Si mette anche un gonnellino di orbace nero con bordi di velluto, “su hartone de guresi”, e sotto questo gonnellino, “su hartone biancu”, di tela, di cotone Grezzo, e infine “sas hartas”, delle ghette di orbace nero. A Ollolai si può trovare anche la sede della società di calcio “U.S. Ollolai”, che ha disputato campionati dilettantistici regionali. È presente anche la società Polisportiva Barbagia, specializzata nel Taekwondo FITA (Federazione Italiana Taekwondo), presente dal 1975. Da Ollolai viene anche il campione di Body Building Franco Columbu. Un altro sport per cui Ollolai è conosciuto è “S’Istrumpa”. Il termine “Istrumpa”, deriva dalla lingua sarda, “istrumpare”, “strumpare”, che vuol dire buttare a terra rumorosamente. Questa forma di sport è stata tramandata per millenni, con la pratica e con i racconti. Nel 1994 si è costituita la Federazione de S’Istrumpa con sede ad Ollolai, e nel 2003 la Federazione “S’Istrumpa” di Ollolai ha organizzato i campionati europei di lotte etniche con la presenza di lottatori in tutta Europa ma di origini sarde. Attualmente color oche praticano questa disciplina sportiva sono circa 200. Oggigiorno Ollolai è proiettata verso il futuro grazie alla vendita di case ad un euro. Nel 2023, infatti, una donna proveniente dagli Stati Uniti si è trasferita ad Ollolai, comprando la casa ad un euro, per il progetto “Work from Ollolai/Traballa dea Ollolai”, promosso dal comune per combattere lo spopolamento. L’obiettivo è quello di sviluppare una rete di residenze internazionali a favore di professionisti che vivranno e lavoreranno in Sardegna grazie allo Smart Working.