//“NON RECIDERE QUEL RICORDO!!!”

“NON RECIDERE QUEL RICORDO!!!”

di | 2019-03-16T05:14:36+01:00 16-3-2019 5:14|Alboscuole|0 Commenti
di Bijaoui Salma  Classe 2^ OD – 6 agosto 2018 Ore 9.30: apro gli occhi e subito avverto l’afa di agosto, il caldo torrido dell’estate. Il mese è appena iniziato e un brulichio di gente si affolla per le strade assolate. Genova si affaccia sulla costa ligure e d’estate è una meraviglia: il mare azzurro, l’aria salina e le navi con le loro sirene ti svegliano in una maniera unica. Mi devo affrettare a vestirmi, non devo perdere tempo perché oggi devo andare con mia madre al mercato dato che tra poco sarà ferragosto e ci saranno i festeggiamenti con tutta la famiglia, come è nostra abitudine trascorrerlo ogni anno insieme ai parenti. Compriamo di tutto: patatine, frutta, verdura e bibite di vario tipo. Acquistiamo anche del pesce dato che verrà cucinato da mia madre in modo prelibato. Ogni giorno per andare in centro passiamo da un ponte, il famoso ponte Morandi: è datato ma ancora regge!!! Mio nonno, che vive con noi a casa, mi racconta sempre il giorno in cui è stato costruito perché lui era presente. Io ho avuto anche la fortuna di abitarci proprio sotto, perché sono sorti tanti edifici ed è nato un quartiere vivace. Ogni mattina, oltre alle sirene delle navi, sento anche quello delle macchine e dei camion. Tutto questo è molto caotico ma è questo il bello di Genova, è questo che la rende unica. Oggi pomeriggio mi devo vedere con Luca, il mio migliore amico: lui è diverso dagli altri. Ci vediamo e passiamo il tempo a parlare del futuro, di cosa lui vuole diventare da grande ed anche io. Abbiamo in programma di finire la scuola e di andare in Svizzera. Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo notato che la vita è un po’ cara, ma bisogna pur sacrificarsi per raggiungere i propri sogni, giusto?   8 agosto 2018 Stamattina non mi va di fare nulla. Dopo la colazione, mi sono trasformato in divano a guardare la tv da solo. Mio nonno è andato dai suoi amici al circolo e il clima che si respira qui non fa di certo per me, mia madre invece è andata in centro per fare delle commissioni. Ho chiamato Luca che si stava preparando per fare un giro in bici e, a tutti i costi, vuole che gli faccia compagnia. Io, senza pensarci due volte, accetto. Abbiamo deciso di andare a fare un giro nel nostro quartiere e, tra una chiacchiera e l’altra e tra uno scherzo e l’altro, incrociamo sul nostro cammino un povero mendicante che richiama l’attenzione dei passanti ed anche la nostra. Ci avviciniamo a lui che comincia a parlare e fare gesti strani, comunicando di aver fatto un sogno, terribile a dirsi: ha visto il ponte Morandi cedere e fare molte vittime!!! Ci ha raccomandato di fuggire, di avvertire il più possibile la gente. Ma riflettiamo un attimo: chi crede ad un povero mendicante, barbone e veggente? Ovviamente nessuno, anzi io e Luca addirittura ci siamo messi a ridere e ci siamo incamminati verso casa. Trovo mia   madre con le lacrime agli occhi che si lamenta con il nonno della situazione economica familiare. Certo, da quando è andato via mio padre, la nostra vita è cambiata. Avevo cinque anni quando lui ha lasciato la casa e me lo ricordo benissimo quel giorno: ero piccolo e lei non ne poteva più di pagare affitto e scuola tutto da sola, cosi ci siamo trasferiti in una casa popolare. Ora andiamo avanti con la pensione di nonno e lo stipendio misero di mamma. Mi sono messo a tavola e ho iniziato a mangiare in silenzio.   10 agosto 2018 Manca poco a ferragosto e io non vedo l’ora che arrivi perché mi piacciono le feste, dato che sono l’unica occasione in cui mangio tanto tanto. La spesa che ha fatto mia madre è costata parecchio e così lei ha deciso di far contribuire i suoi familiari, facendo versare una piccola quota. Loro hanno subito accettato e così sono iniziati i preparativi. Ognuno ha avuto un compito: il mio quello di ordinare la camera e di andare da mia zia che abita a pochi isolati da noi. Lei mi ha subito dato una cassa e un pc portatile sostenendo che io mi sarei dovuto trasformare in dj: subito mi sono messo a ridere ma   poi ho capito che l’avrei dovuto fare e così sono tornato a casa. Nella mia camera ho iniziato a provare: nuovo del “mestiere”, mi sono fornito di tanta pazienza e ho iniziato a guardare video tutorial su Youtube.  Alla fine della giornata, ho finalmente messo in funzione l’apparecchiatura, ho iniziato a provare delle canzoni e cercare dei brani musicali adatti proprio per la festa di Ferragosto. Mi sono concentrato così tanto da non aver sentito il telefono squillare: trovo cinque chiamate perse da Luca e, comunque, dopo averlo contattato, lui mi comunica di una fiera di moto che si sarebbe svolta presso il porto il giorno seguente. Accetto il suo invito e poi lo saluto augurandogli la buonanotte.   11 agosto 2018 Mi sono svegliato prestissimo oggi per andare a vedere la mostra. Io e Luca andiamo matti per le moto ed un nostro sogno è proprio comprarne una per noi, nuova, fiammante, scattante, veloce. Ci vediamo davanti all’autocarrozzeria Varenna e imbocchiamo poi la strada che porta al mare. Da lontano si sente il rombo delle moto: che emozione!!!Io e Luca non siamo nei panni, siamo troppo felici e chissà se un giorno possiamo coronare il nostro sogno! Trascorsa la giornata tra un’infinità di mezzi a due ruote, a ridere, a fare foto, a immortalare i nostri idoli, ci siamo messi incammino per tornare a casa. Certamente la giornata non si dimenticherà facilmente, ma comunque rimarrà nei nostri cuori. Ho una gran fame ma so che per cena mamma prepara il solito: approfitto dell’invito di Luca e così mi precipito a casa sua e sono strafelice. Luca non ha problemi   economici: suo padre è lo chef di una delle navi più prestigiose a livello mondiale, mentre sua madre lavora in una gioielleria. Lui abita a pochi isolati da me ma la sua casa è il triplo della mia. Ha tutti i giochi che desidera, tutto l’abbigliamento alla moda, insomma lui ha tutto quello che io non ho. Nonostante tutto, Luca non mi fa pesare questa diversità tra noi, anzi mi aiuta nel momento del bisogno. Sua mamma per cena ha preparato il pollo e le patate al forno, insalata di riso e una torta come dessert. Oddio, sogno ad occhi aperti! Ho mangiato fino a saziarmi. Intanto si è fatto tardi e mia madre mi sta cercando. Mi sono dimenticato di avvisarla e lei si è un po’ infastidita ma ha fatto finta di nulla.   14 agosto 2018 Domani è ferragosto e sono il ragazzo più felice al mondo. Devo iniziare a cucinare con mamma ma lei si è assentata per delle commissioni, come sempre. A casa regna il silenzio, cosa che non mi piace per nulla. Domani si festeggia e dobbiamo sbrigarci a mettere tutto in ordine. Verso le 11 scendo un attimo da casa per buttare il sacchetto dell’immondizia, poi salgo subito per lavarmi le mani e mi precipito davanti al pc. Non faccio in tempo a sedermi quando sento un forte boato: alzo la testa ma vedo il soffitto sgretolarsi come un biscotto e cadermi addosso. Subito dopo un silenzio cimiteriale avvolge tutto. Credevo di essere morto! Cosa è successo? Sono in confusione totale. Nonno dov’è? Sta bene? E mamma? Luca? Sto sognando o sono morto? Ma è tutto vero? Apro gli occhi, sento un forte peso sopra di me. Sono bloccato e noto che sono sotto le macerie. Vicino a me c’è una donna o meglio il cadavere di una donna, almeno credo. Cerco di capire cosa possa essere accaduto ma mi pongo tanti interrogativi. Le macerie, la donna nella macchina, sento urlare qualcuno che dice che il ponte Morandi è crollato. La profezia del mendicante si è avverata!!!Sono in uno stato di shock. Fino a quando sopravviverò? Urlo a più non posso, mi fa male la testa, il mio corpo è ricoperto di polvere e schegge di vetro. È impossibile che nessuno mi abbai ancora trovato: sento una voce in   lontananza. Sono nella lista delle vittime non trovate? Io sono vivo, messo male ma vivo. Ho fame e sete. Arriva la notte e sento il leggero vento solleticarmi la pelle. La luna illumina quella triste e tragica sera e io mi sento solo. Piango, urlo ma nulla: il silenzio regna ancora. Ho passato la notte così, tra le macerie e un cadavere in compagnia. Pensavo alla mia vita, ai miei sogni con Luca e a mamma. Non ci credo, non riesco a realizzare l’accaduto. Ferragosto, la festa a cui pensavo tanto, è svanita e con lei la mia vita.   15 agosto 2018 Apro gli occhi e vedo una luce fortissima : penso di essere morto e di essere andato in paradiso ma, focalizzando meglio, subito capisco di trovarmi in ospedale. Mi hanno trovato, mi hanno salvato !!! Dopo varie visite e controlli , sono sopravvissuto riportando   una distorsione alla caviglia. Mamma è viva ma purtroppo mio nonno non ce l’ha fatta. Mi dispiace tantisimo per lui, era una persona d’oro, un punto di riferimento per me, mi mancheranno i suoi racconti e la sua compagnia. Luca!!! Oddio dov’è? Scendo dalla barella e mi metto a   correre tra i vari reparti e fortunatamente lo trovo: non si è fatto nulla mentre sua madre ha riportato qualche ferita. Parliamo dell’accaduto e non riusciamo a credere a quello che è successo. Il ponte Morandi è crollato proprio sopra di noi, come aveva predetto il mendicante. Ha causato ben quarantatre vittime innocenti, quarantatre vite strappate e buttate tra le macerie. Una strage! Mi sento molto fortunato ad essere vivo, ma ahimè tante persone sono morte tra cui miei compagni di scuola e  diversi conoscenti. Il ponte, sì era vecchio, ma non pensavo che vecchio volesse significare “crollo imminente”, “strage di innocenti”, “morte”. Tutta l’Italia si è mossa per dare una mano a noi, per ricominciare, per trovare superstiti, per dare una speranza…ma da dove? Non abbiamo più una casa nè i nostri risparmi. Tutto è andato via come un soffio di vento in quel maledetto giorno. Qualcuno sapeva o sentiva che prima o poi sarebbe accaduto ma questo qualcuno non ha parlato prima, ha preferito tacere : perchè ? Il suo silenzio ha procurato quarantatre vittime e non solo.. danni materiali e soprattutto morali. Come può essere accaduto tutto questo ? Non ho parole.   16 agosto 2018 …E cosi la mia vita è cambiata ancora un’altra volta. Al momento mi ritrovo in alcuni dormitori provvisori finché non saranno ricostruiti i nuovi edifici ma, nonostante io mi possa ritenere fortunato, un gran vuoto è dentro di me. Mi manca tanto il nonno: lui era importante per me e io per lui. Mi ha fatto da padre quando il mio ha lasciato me e tutta la famiglia. Negli occhi di mamma si legge tanta tristezza e disperazione: bisogna necessariamente rimboccarsi le maniche e ricominciare. Certo, non è facile per niente, bisogna trovare una gran forza d’animo, bisogna avere tanto coraggio. Per me lei è il punto forza, non saprei cosa fare. Mi ha insegnato a non abbattermi mai, a rialzarmi sempre anche se nessuno ti sostiene. Mi dice sempre: tu devi sostenere te stesso. Mi viene da piangere a ripensare a tutto questo. Mi sento inutile, un peso più che altro ma devo rialzarmi, non mi devo abbattere. Le parole di incoraggiamento che vengono pronunciate in questi giorni da tutte le Autorità locali e non, sembrano a volte cadere nel vuoto, mi sembrano per nulla concrete. E’ inutile: non vogliamo promesse non mantenute, non ne abbiamo bisogno. Necessitiamo di altro, di concretezza, di speranza di una nuova vita, di ricominciare, di…potrei continuare all’infinito! Noi siamo persone, non oggetti, questo non deve essere dimenticato. Non dimenticateci, non fate di ciò che è accaduto una speculazione, non pensate di riuscire a ricavare tanto denaro dalla tragedia che ha colpito la mia città e non solo!!!   14 ottobre 2018 Sono passati due mesi dall’accaduto e ancora siamo qui, nei dormitori provvisori. Lo sapevo che le promesse, almeno per ora, non sono state mantenute. La scuola è iniziata e non ho né zaino né libri: circolano tante voci infondate che creano solo tanta confusione. Mia madre ha trovato lavoro presso un’agenzia di pulizie, non è un granché ma almeno è qualcosa. Oggi è in programma di andare nel punto dove è crollato il ponte e lasciare quarantatre rose, una per ogni vittima. La cosa mi rattrista perché tra quelle vittime c’è anche mio nonno e tanti compagni di classe. Ripercorro la strada con le altre persone sopravvissute, un silenzio avvolge tutta la città: nella mia mente riaffiorano tanti ricordi, le lunghe ed interminabili camminate che facevo con nonno, le corse per andare a prendere il bus sotto la pioggia insieme ai miei compagni, il suono dei clacson delle macchine o dei camion carichi di merce e diretti al porto. I ricordi stanno prendendo il sopravvento e le lacrime si fanno avanti sul mio viso, bagnandolo in modo indescrivibile. Mi manca tutto! Mi sento mancare il fiato quando arriviamo nel tragico luogo del crollo. Più avanti c’era la mia casa, il mio condominio dove trascorrevo le mie giornate, la mia vita quotidiana. Ogni giornata, ogni minuto, aveva un qualcosa di magico. Ero felice ma non lo ammettevo. Mi lamentavo con me stesso della mia situazione economica non rendendomi conto che però ero il più ricco. Ricco perché avevo un nonno e una mamma che mi amavano. Il loro affetto non lo dimenticherò mai, loro sono la mia forza. Solo adesso mi accorgo della loro importanza, della loro forza. Il loro affetto mi ha aiutato ad andare avanti in tutti questi anni e io non me ne sono mai accorto. Che codardo! Lasciando una rosa , mi è apparso nel vuoto il viso di mio nonno che mi saluta. Un addio o forse qualcos’altro non fa differenza. Lui rimarrà sempre nel mio cuore come nonno, padre e amico! Lui sarà sempre nel mio cuore come la mia città, Genova. Non abbandonateci!!!