//Noi giovani studenti di fronte alla quarta ondata

Noi giovani studenti di fronte alla quarta ondata

di | 2021-12-23T17:40:11+01:00 23-12-2021 17:32|Alboscuole|0 Commenti
Il mio desiderio in tutta l’estate è stato di poter tornare a scuola e di vivermi l’ultimo anno con i miei compagni di classe. Tutti noi eravamo accomunati da un’unica speranza: la tranquillità che per molto tempo ci è mancata. Molte volte ho avuto ansia di trovarmi in contesti sociali e mi domando se effettivamente il covid e quello che è stata la conseguenza del covid abbiano cambiato completamente le nostre vite. Siamo stati  colpiti in pieno perché abbiamo visto la nostra crescita, la costruzione delle relazioni, la socializzazione bloccarsi e si è registrata una crescita di atti autolesionistici, idee suicidarie, per il malessere che si è creato. Un malessere psicologico generato dall’esperienza del lockdown e del distanziamento sociale, un malessere che va gestito per garantire serenità futura. Abbiamo messo in pausa la nostra vita cercando di tenerci sempre occupati, trascorrendo le ore e i giorni con cose che ci facevano compagnia e una delle conseguenze è che ad oggi si procrastina qualsiasi cosa importante. La didattica a distanza sicuramente ci ha salvati da molte situazioni ma ha lasciato in noi un vuoto poiché ci ha tolto un lato umano di socializzazione. Al rientro a scuola mi sono trovata spiazzata da un insieme di emozioni.
  Una delle domande ricorrenti durante l’estate era: ‘A scuola si tornerà finalmente alla normalità?’Era molto difficile immaginarlo ma ci speravamo. Nella realtà ci siamo trovati ad affrontare una nuova normalità. Con mascherine, distanziamento, orari scaglionati e senza compagno di banco. Soprattutto il banco singolo, non riusciamo proprio ad accettarlo, ci è difficile non avere più un compagno di banco. Ci è capitato di trasgredire le regole avvicinandoci con i banchi per ricordarci la bellezza del rapporto tra i compagni di banco. È difficile mantenere la distanza e in alcune situazioni è quasi impossibile, sentiamo la necessità del contatto fisico. Dove il vero problema non è la posizione del banco ma suscitare la passione di risedersi lì, su quella scomodissima sedia che tanto ci è mancata. Ma dove  inconsapevolmente non si siederà più la stessa persona. Sarà una persona diversa che probabilmente è maturata, più ansiosa, in allerta per il passato e presente pericolo.
Sta salendo la curva dei contagi in maniera vertiginosa per la variante omicron,  alcune regioni  già sono in giallo e rischiano di passare tra qualche settimana  in zona arancione. In Europa la situazione è ancora più difficile. In Olanda hanno richiuso tutte le attività che non vendono beni di prima necessità; anche il Regno Unito è pronto a tornare in lockdown dopo Natale. In Francia si prevede a breve un picco  di 100.ooo contagiati in un giorno. In Germania misure molto restrittive per i non vaccinati (con ipotesi concreta dell’introduzione dell’obbligo). Secondo me il rischio che si passi qualche settimana solo casa-lavoro o scuola tra gennaio e febbraio anche in Italia è reale. Per questo Natale si parla, ancora una volta, di super green pass, tamponi ogni 48h, mascherina all’aperto, lockdown, divieto di bere in piazza, manuali per le cene di natale, gli auguri solo al telefono e tamponi per gli eventi. Addirittura è spuntata l’ipotesi di prolungare la chiusura delle scuole per queste festività natalizie. Insomma, ancora una volta aleggia tanta incertezza sul nostro futuro prossimo. Penso che chiedere ai vaccinati di fare il tampone per entrare nei cinema o nei teatri, nei ristoranti o negli stadi è sbagliato e controproducente: indebolisce la priorità di proseguire nella campagna vaccinale e genera confusione nei tantissimi cittadini che stanno facendo la propria parte con grande senso civico  Andiamo avanti con vaccini, mascherine, regole e controlli. Non torniamo indietro, andiamo avanti tutti insieme. Con fiducia e responsabilità.
ROSA GALLUCCIO (5^ C)