//UN NATALE IN LOCKDOWN

UN NATALE IN LOCKDOWN

di | 2021-01-09T11:25:34+01:00 9-1-2021 9:33|Alboscuole|0 Commenti

L’emergenza Covid-19, dettata dal d.p.c.m. del 3 dicembre e dal decreto legge di Natale del 18 dicembre, impone a tutti noi sobrietà. Sono state annullate le classiche tavolate delle feste, nel corso del cenone della Vigilia del Natale o del pranzo del 25 dicembre. Le regole sono tutte affidate al buon senso dei cittadini e, anche se il governo non ha potuto esprimere divieti su quello che accade nelle case private, ha comunque raccomandato di sedersi a tavola con il minor numero possibile di commensali non conviventi.

Le Regioni italiane continuano a colorarsi di giallo, arancione e rosso e anche per le festività natalizie purtroppo sarà così, verrà messo da parte quel bianco candido della neve che ha sempre contraddistinto il Natale e che è simbolo di rinascita: quest’anno non si penserà al rigore dell’inverno, ma a quello delle regole da dover prendere in considerazione e da dover rispettare. Al di là del colore sono previste restrizioni per tutte le Regioni e nessuno sarà in grado di festeggiare le festività secondo le proprie tradizioni. Ma sarà facile adattarci? Gli Italiani tengono tanto alle tradizioni ma soprattutto alla famiglia e non sarà per niente semplice stare lontano dai propri familiari e dai propri cari. Lo spirito del Natale, quel sentimento che si fa spazio nei nostri cuori durante questo periodo, e quell’aria di felicità che si diffonde magicamente dove sono finiti? Saranno stati portati via insieme alle vittime di questo virus dai militari quella notte di marzo a Bergamo o dalle immagini dei sanitari distrutti dalla fatica del superlavoro che ci resteranno impresse per sempre? Ebbene sì,  l’atmosfera del Natale c’è ma è diversa dagli altri anni e alle scontate parole di augurio, gioia e serenità si aggiunge stavolta  anche la salute prima di tutto. Molti di noi non vediamo i nostri parenti da svariati mesi ormai perché alcuni di questi vivono lontano per lavoro o per residenza e speravamo che nelle festività natalizie ci venisse concesso un ricongiungimento anche solo con i familiari a noi più cari, ma purtroppo non potrà accadere. Viviamo in un’epoca in cui è difficile dedicare del tempo a noi stessi e ai nostri parenti e il Natale è sempre stato l’occasione perfetta ma il Covid-19 ci ha tolto tanto e ci ha negato molte cose ma non possiamo far portare via dai nostri cuori anche la speranza di un anno migliore. Anche se aleggia nell’aria un profondo timore che qualcosa sia cambiato per sempre non dobbiamo perderci d’animo. Quest’anno molte persone non sanno se dar conto alle restrizioni o alle tradizioni e non c’è da biasimarli. Sarebbe come mettere a confronto la propria salute  all’amore  per la famiglia. Chi di noi sarebbe in grado di prendere una decisione di fronte a una scelta del genere? Non sarebbe facile per nessuno! Ma nonostante tutto questo è importante non perdere il Natale perché ci regala ogni anno il tempo necessario per curare le relazioni: la festa ci dà l’affetto di cui hanno bisogno le persone per sentirsi amate, perché amare è proprio donare il proprio tempo a qualcuno, senza rivolerlo poi indietro… e pure quest’anno sarebbe bello prepararsi,  curando dettagli e sfruttando il  tempo per e con qualcuno,  anche  solo per i pochi  con cui potremo festeggiare perché in fondo che altro c’è mai da fare se non stare qui, insieme, assaporando i minuti e i doni della vita? (A. D’Avenia) Anche il Papa dice che questo è il Natale della pandemia, della crisi sanitaria, economico-sociale e persino ecclesiale ma spiega, citando la filosofa ebrea Hannah Arendt, che gli  uomini, anche se dovranno morire prima o poi, non sono nati per questo, ma per incominciare. Quindi dobbiamo ricordarci che nonostante il buio la luce della speranza sarà sempre più forte. Ed è proprio per questo che la Redazione dell’I.T.E. A. Gallo augura a tutti noi un felice e speranzoso Natale. Sfruttiamo queste feste per ricaricare le energie così che appena potremo tornare a vivere e ad abbracciarci lo faremo apprezzandolo ancor di più. JOSEPHINE PETRILLO (4^ D)