//MATERA: CAPITALE DELLA CULTURA 2019

MATERA: CAPITALE DELLA CULTURA 2019

di | 2019-04-19T15:01:58+02:00 19-4-2019 15:01|Alboscuole|0 Commenti
  “…Arrivai ad una strada che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera… Di faccia c’era un monte pelato e brullo, di un brutto color grigiastro, senza segno di coltivazioni né un solo albero: soltanto terra e pietre battute dal sole. In fondo… un torrentaccio, la Gravina, con poca acqua sporca ed impaludata tra i sassi del greto… La forma di quel burrone era strana: come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso da un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca: S. Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante… La stradetta strettissima passava sui tetti delle case, se quelle così si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone… Le strade sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelli di sotto… Le porte erano aperte per il caldo, Io guardavo passando: e vedevo l’interno delle grottesche non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette”                                                                            Così Carlo Levi scriveva di Matera nel suo famoso libro “Cristo si è fermato a Eboli”.   Matera, capoluogo di provincia della Basilicata, quest’anno ha avuto un importante riconoscimento: la Commissione europea l’ha eletta Capitale della cultura 2019. Matera è una città che, fino a non molti decenni fa, era discriminata per la sua “povertà”. Oggi, invece, è una città molto ricca: i famosi Sassi (il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso), la Cattedrale di Maria SS. della Bruna e sant’Eustachio, la Cripta del Peccato Originale e tanti altri monumenti naturalistici, artificiali e paesaggistici, la rendono unica al mondo. Matera conserva, silenziosamente, una cultura ricca di leggende, storia e cinematografia. Ecco alcune leggende:   Il tesoro del re Barbarossa   Si narra la leggenda di un favoloso Re Barbarossa che, dopo aver distrutto una chiesa ricavata in una grotta, vi seppellisce sua figlia insieme ad un misterioso tesoro. La speranza di ritrovare la preziosa ricchezza del Barbarossa spinge, nel corso dei secoli, contadini e pastori a frequentare la grotta e a devastarne, purtroppo, il deposito archeologico e il suo ricco contenuto di significativi reperti.   Il Castello delle Monacelle   La leggenda narra che nella frazione “La Martella”, nei pressi della masseria delle Monacelle, abitava un’umile famiglia: padre, madre e una giovane fanciulla. Nel giro di poco tempo, però, la madre morì improvvisamente e la giovane ragazza dovette farsi carico della casa e del padre. Un giorno, mentre faceva le faccende domestiche, trovò in un cassetto del comò un anello: era l’anello che il padre regalò alla madre nel giorno delle loro nozze, e che la donna conservò prima di morire. Emozionata e concitata, infilò l’anello al dito: sembrava fatto per lei! La sera, quando il padre rientrò dopo una lunga giornata di lavoro, ingenuamente glielo mostrò. Ma la reazione non fu quella aspettata. Il padre, infatti, si infuriò, la schiaffeggiò e le ordinò di rimetterlo a posto e non toccarlo mai più. La giovane, crucciata, obbedì. Quella notte al padre venne un’idea: avrebbe cercato in lungo e in largo una donna al cui anulare l’anello fosse calzato a pennello. Una volta trovata, l’avrebbe chiesta in moglie. E così, l’indomani, prese di nascosto l’anello e uscì alla ricerca della futura moglie. Girovagò per il mondo intero. Misurò l’anello a donne di ogni età, nazionalità ed etnia. Ma niente. Non riusciva a trovare una donna a cui andava bene. A chi andava troppo largo, a chi troppo stretto. Solo al dito della figlia si adattava alla perfezione. E così all’uomo venne alla mente un folle progetto: sposare sua figlia, sangue del suo sangue. Non esitò, dunque, ad avanzarle la proposta. La fanciulla rimase sbigottita. Provò rabbia, indignazione, disgusto. Sapeva che il padre era un uomo violento, capace di prendersi con la forza ciò che desiderava. Capì che non aveva scampo. Non sarebbe potuta sottrarsi a quell’atroce destino. Da quel momento non fece altro che piangere, invocare Dio e i santi supplicando il loro aiuto. Sant’Anna ebbe pietà di lei cosicché un giorno le apparve, le si avvicinò e le domandò che cosa le fosse successo, cosa la turbasse. La giovane le raccontò la sua storia e le parlò delle terribili intenzioni del padre. La Santa l’incoraggiò e le promise che non l’avrebbe mai lasciata sola. Ma il tanto temuto e odiato giorno arrivò. La ragazza entrò in Chiesa vestita da sposa, con lo sguardo triste ma rassegnato e, disperata, continuava a invocare l’aiuto di Dio. Ed ecco che, mentre era inginocchiata a fianco di quell’uomo viscido, con il prete dinnanzi a loro pronto a unirli in matrimonio, la chiesa si riempì di luce e una visione celestiale stupì tutti i presenti. Era Sant’Anna giunta per compiere la sua promessa. Afferrò la ragazza per i capelli e la portò con sé nella fortezza delle Monacelle. La giovane riuscì così, con l’aiuto della Santa, a sottrarsi a quel funesto destino. Ma i colpi di scena non erano ancora finiti. Poco dopo, infatti, oltre la balaustra, comparve anche il demonio con i denti digrignati e lo sguardo infuocato. Inforcò l’uomo con le sue corna lucide e appuntite e lo trascinò all’inferno per la strada maestra.   La festa della Madonna della Bruna   1)Una ragazza sconosciuta, apparsa ad un lavoratore della terra al rientro verso la città di Matera, chiese al buon uomo un passaggio sul suo carro e questi, dopo averla accompagnata fino alle porte della città, nei pressi della chiesetta di Piccianello, la vide trasformarsi in statua. La Vergine salutò quindi l’incredulo contadino sussurrandogli queste parole: “È così, su un carro addobbato, che voglio entrare ogni anno nella mia città”. 2)Ci fu un probabile assalto dei saraceni. I materani, per scongiurare il pericolo che le icone della loro profonda devozione e venerazione cadessero nelle mani degli aggressori, distrussero loro per primi il carro, evitandone il saccheggio. 3)Il Conte Tramontano, signore di Matera, aveva promesso alla cittadinanza di Matera tutto il necessario per lo svolgimento della Festa in onore della Santa patrona, persino un carro nuovo ogni anno. I materani per mettere alla prova il mal sopportato tiranno, assaltarono il Carro trionfale costringendo il Conte a mantenere la promessa fatta.   Due pellicole molto famose girate a Matera sono: 1)The passion of the Christ   “The passion of the Christ” è un film molto toccante riguardante la passione e la morte di Gesù durante le sue ultime 12 ore di vita. È molto atteso “The passion of the Christ: Resurrection”, il sequel di “The passion of the Christ”, che uscirà nel 2020. Ecco un’immagine del sequel.   2)Il vangelo secondo Matteo Girato anche a Ginosa, è la narrazione, appunto, del vangelo di Matteo e fu girato da Pierpaolo Pasolini.  

Paolo Cascardi

Cristian Trentadue