//MAI PIÙ SPRECHI

MAI PIÙ SPRECHI

di | 2022-05-10T19:03:49+02:00 10-5-2022 19:03|Alboscuole|0 Commenti
di Angela Attinese VC E poi la corrente andò via. Tutto smise di funzionare. Non eravamo pronti. La paura e la confusione portarono al panico. A seguito di un misterioso evento ci ritrovammo improvvisamente senza energia elettrica, racconta la nonna a Michael, tutti i dispositivi elettrici smisero di funzionare. Michael fra le lenzuola e le coperte del suo lettino si mette comoda, mentre la nonna si fa un po’di spazio vicino a lei e le racconta ciò che ha vissuto in quel periodo, quando aveva più o meno la sua età; Michael si perde fra le parole della sua nonna, la guarda mentre racconta, ed è come se fosse ancora lì in quel preciso tempo. – Nonna non fermarti, continua, cosa successe dopo?- – Michael mi tocca farti una premessa, tu sai che io, il mio papà e la mia mamma non abitavamo in questa città, ma in un paesino molto lontano da qui, alle cui spalle c’era un bosco che ogni mattina mi incantavo a guardare dalla mia finestra. Quel giorno in cui iniziò il tutto, era notte fonda quando si verificò una raffica di vento talmente forte che oltre a provocare tanti danni, provocò l’inaspettato. Immagina per un momento come sarebbe la vita senza energia elettrica, ci hai mai pensato?- domanda la nonna a Michael. – No, nonna, mai! – esclama Michael. – Dobbiamo dire che non tutti un tempo avevano l’elettricità nelle proprie case; l’elettricità ci ha offerto confort, sicurezza e sollievo dalla noia, ma ci ha resi schiavi.- – Perché nonna?- – Perché quel periodo in cui siamo stati senza energia elettrica inizialmente è stata dura ma poi pian piano le persone si trovarono costrette a lottare quotidianamente per sopravvivere cercando di sfruttare al meglio le proprie abilità, fisiche o intellettuali.- La nonna continua a raccontare. – La mia mamma e il mio papà insieme agli altri abitanti ogni giorno ne inventavano una nuova per poter andare avanti fin quando non si capiva come far ritornare l’energia elettrica. Ricordo che quando calava la sera si vedevano sulle finestre di ogni abitazione ,piccole lanterne, così anche a tavola, una candela posta al centro del tavolo, e lì con la luce soffusa si cenava e si parlava di come tutto quello che si stava vivendo fosse così surreale. La stessa candela la si portava in giro per la casa fino alla stanza da letto dove la mia mamma mi metteva a letto rassicurandomi che sarebbe andato tutto bene. Di giorno si andava a scuola a piedi e gli adulti a lavoro in bici, ci accontentavamo dell’indispensabile nell’attesa che le cose sarebbero ritornate al proprio posto prima o poi. Il mio papà era un boscaiolo, infatti con il suo lavoro trovò molta difficoltà senza l’energia elettrica; il lavoro restò fermo per un po’ di tempo e la mamma anche con i lavori domestici. In casa mentre prima era tutto veloce in quei giorni era tutto a rilento.- – Cosa si poteva fare Michael? -esclama la nonna – Aspettare e avere tanta pazienza, aiutandosi gli uni con gli altri. E così fu. Eravamo diventati una grande famiglia. Trascorrevo a volte le serate leggendo; dopo cena la mia mamma mi lasciava qualche oretta sola, infatti c’erano sere in cui cercavo solo un angolo appartato, in cui respirare profondamente e pensare oppure rilassarmi con un buon libro . Per essere felice a volte bastava una finestrella da cui vedere la luce della luna e il bagliore delle stelle, sedermi lì ad ammirare la notte e a percepire i silenzi, attimi dolci per sognare forte. Le giornate a scuola volavano e una volta a casa noi bambini, dopo i compiti, passavamo più tempo all’aria aperta e non più davanti alla tv. Fra alti e bassi si cercava di andare avanti, ma successe un qualcosa di veramente sbalorditivo. Quella sera mamma come suo solito con un bacio mi lasciò una dolce notte, ma nel trovare la posizione giusta per addormentarmi, mi voltai verso la finestra e notai un forte bagliore che attraversò il cielo e si perse nel bosco, di sbotto mi alzai dal letto, misi le ciabatte, presi una lanterna e mi diressi in silenzio alla porta sul retro, che affacciava sul sentiero che conduceva nel bosco. Intravidi da lontano il forte bagliore, mi avvicinai pian piano e vidi sull’altra sponda del fiumiciattolo una piccola stella. Non credevo ai miei occhi.- – Nonna fermati! Una piccola stella? Sei sicura? – – Si una piccola stella – Restai ad ammirarla per un bel po’, immobile, non riuscivo a staccare gli occhi da così tanta bellezza. Ricordo che in quel preciso istante si avvicinò una piccola volpe, che spavento, ci guardammo per un attimo negli occhi, che buffa, ma poi ci voltammo a guardare di nuovo la stella. Indietreggiai a piccoli passi, poi mi voltai e corsi a casa, mi rimisi a letto, e pensai, mentre lo facevo gli occhi si fecero pesanti e crollai. Il giorno seguente mi alzai pensando di aver fatto un bel sogno e andai a scuola di corsa. Quella giornata trascorse velocemente. Si fece sera, tutti a dormire, mi voltai verso la finestra e vidi nuovamente quella forte luce. Saltai dal letto e corsi nella camera di mamma e papà, li tirai dal letto e gli raccontai ciò che mi era successo la notte precedente pensando di averlo sognato ma non era così. In fretta e furia andammo sul posto ma ciò che vedevo io agli occhi dei miei genitori non risultava; mamma mi prese in braccio e con papà mi riportarono a casa, mi rimisero a letto, e li sentii parlare: la mancanza di energia elettrica secondo loro mi aveva scosso tantissimo fino a portarmi a vedere ciò che non c’era, non riuscivo a capire. Il mattino seguente prima di andare a scuola mi diressi sul posto. Michael!- – Cosa nonna? – – La stella era veramente svanita nel nulla, non c’era, speravo di trovarla lì, invece no. Rientrai dal retro della casa, presi lo zaino e stranita mi diressi a scuola. Uscita da scuola andai a casa, notai tanta confusione per strada. Non capivo cosa stesse succedendo, di corsa mi diressi a casa e mentre entravo sentii la mamma urlare e gridare:-FINALMENTE,FINALMENTE-. A quelle parole avevo intuito, mi voltai e accesi l’interruttore della luce:-FINALMENTE:-esclamai, la mamma e il mio papà mi abbracciarono e mi strinsero forte. Quell’incubo ebbe fine.- – Nonna e la stella?- domandò Michael – Tesoro quella stella resta per me ad oggi, ancora un mistero, non trovo spiegazione, mi piace pensare che il fatto che fosse caduta in quel punto del bosco abbia dato una scossa di corrente, fatto sta che dopo qualche giorno ritornò l’energia elettrica e tutti gli abitanti del paese impararono a non sprecarla più. Michael hai capito ciò che ho voluto dirti con quello ho vissuto?- La nonna si volta e trova la sua piccola nipotina addormentata, si alza dal letto la copre per bene con le coperte e un bacio, ma Michael ad un tratto sussurra: – Nonna sì ho capito – si ferma e riprende -bisogna avere cura di ciò che abbiamo, senza fare sprechi.- – Buonanotte piccola Michael -rispose la nonna.   Angela Attianese V C