Carlo Vetrani – 13/3/25
Caro Dante,
sono Carlo Vetrani, detto Albin dj. Ho 13 anni, soffro di una malattia genetica chiamata albinismo e somiglio a Caronte, il tuo personaggio con la barba bianca; io penso che da grande somiglierò un po’ a lui e un po’ a Babbo Natale… ma soprattutto sono un po’ cattivello proprio come mi è sembrato lui. Come direbbe una persona moderna, hai davvero un’ottima immaginazione! Ad esempio, quando hai cominciato a scrivere la Divina Commedia ti sei ritrovato “per una selva oscura” ed io in una selva oscura ci sono nato. Questa situazione della selva oscura la vivo quando sono triste.
Il 5 gennaio 2021 mio nonno, che era un nonno speciale (stavo di più con lui che con i miei genitori), a causa di una malattia degenerativa chiamata S L A è morto alle otto di sera. Io mi sentivo solo il giorno dopo, che era l’Epifania. Mi sono sentito smarrito perché lui era una persona che mi dava libertà; quando stavo all’asilo, il 99% delle volte mi passava a prendere lui. Mio nonno per me era come per te Virgilio: infatti mi portava dove volevo con la sua Fiat Stilo.
Volevo dirti che la lingua in cui scrivi, il volgare fiorentino, mi risulta un po’ ridicolo, un po’ “cringe” e…anche pesante come un manubrio (ad esempio …“ella si va sentendosi laudare”…)
A proposito di Beatrice: come mai, se tu sei sposato con Gemma Donati ma soprattutto hai due figli, fai il “moscone”, come dice il prof. Amatulli, con Beatrice? Se lo scoprono i tuoi figli e la tua moglie, come andrà a finire?
Caro Dante, sei stato davvero un grande, tant’è che ancora (purtroppo) ti studiamo a scuola. Adesso devo salutarti perché sta per suonare la campanella che segna la ricreazione. E sono sicuro che (purtroppo) ci rincontreremo alle superiori.
Tuo Carlo