//Le leggende del Matese Vol.2

Le leggende del Matese Vol.2

di | 2020-04-08T16:13:05+02:00 8-4-2020 16:13|Alboscuole|0 Commenti
  • Il fantasma della Beata Maddalena
La fantasia popolare, fin dal 1975, creò la leggenda della Beata Maddalena.     Oggi a S. Gregorio si crede che il fantasma della ragazza si aggiri nei pressi del campanile, al suono delle campane, dalle prime luci dell’alba fino a sera. Maddalena era una ragazza umile del Matese che, dopo la morte dei genitori, fu costretta ad andarsene, rifugiandosi nel convento delle Carmelitane. Improvvisamente si ammalò e iniziò a sputare sangue, così, accolta dalla zia, ritornò in quella campagna che tanto aveva amato. Maddalena guarì e negli anni divenne motivo di orgoglio per la popolazione. Compì atti eroici come quello di salvare una madre e tre bambini da un toro che li stava spingendo verso un precipizio. Purtroppo dopo qualche anno, Maddalena si ammalò nuovamente e morì il giorno del Corpus Domini. Il funerale, celebrato tra il pianto della folla, terminò con un evento inspiegabile: Maddalena aprì gli occhi e sorrise, salutando con la mano la folla. Per questo episodio, insieme ai tanti prodigi attribuiti alla giovane matesina, guadagnò l’appellativo di ‘’Beata’’.  
  • MARIANNELLA NEL PARCO D’AMORE
Viveva sul Matese una giovane pastorella conosciuta come Mariannella che usava portare al pascolo il proprio gregge presso il Parco d’Amore. La ragazza era particolarmente bella ma anche molto povera. Lì vicino, presso Campobraca, viveva un potente massaro, signore di quella valle, uomo dai valori disonesti e attirato dalla caccia. La fama della fanciulla si diffuse per le strade fino a giungere a lui, che incuriosito escogitò il modo di incontrarla. Ciò accadde e, al momento dell’incontro, le fece offerte e lusinghe con l’intento di averla in sposa. La giovane Mariannella rifiutò causando la furia dell’uomo. Mai nessuno nella vita dell’uomo aveva osato negargli nulla, così giurò di vendicarsi. Mariannella era affezionata ad un giovane, Pascaleantonio, al quale però non rivelò mai l’accaduto. Accade così che un giorno due sgherri del massaro le si presentarono davanti e la rapirono portandola alla masseria, ma ancora una volta Mariannella rifiutò l’offerta di matrimonio, nonostante le numerose minacce che non sfiorarono affatto l’animo della ragazza. Il massaro, allora, si vede obbligato a portarla al famoso Parco d’Amore e, dopo averle chiesto per un’ultima volta di sposarlo, le fece poggiare la testa su un tronco di faggio e la decapitò, lasciando che si spargesse nell’aria l’ultimo respiro della ragazza. Per anni, come simbolo di ricordo, a San Gregorio comparvero sul sentiero tronchi di faggio intrecciati e racchiusi in un cuore con inciso il nome di Mariannella.  
  • La principessa Jole esule al Matese
In un lontano tempo vi era una principessa di nome Jole e un guerriero di nome Fosco. I due erano follemente innamorati. Un giorno le terre di Jole furono invase e lei, per difesa, ne affidò la protezione all’amante. Le schiere di Fosco respinsero l’invasione ma lui rimase ucciso in campo. Jole, allora, decise di dividere tutti i suoi possedimenti terrieri tra i suoi parenti, poi prese tre mule e vi caricò su una l’oro, su un’altra l’argento e sull’ultima gli abiti, portando con sé solo ciò che le era essenziale. Partì e cominciò a vagare tra i boschi, accompagnata da un servo che conduceva gli animali. La sera del primo giorno, mentre attraversava un villaggio, chiese un po’ d’acqua ad un uomo e gli regalò la mula carica d’argento. All’imbrunire del giorno successivo incontrò alcuni fanciulli che le offrirono della frutta e lei li ricambiò cedendo la mula carica d’oro. Il terzo giorno incontrò una fanciulla e le chiese l’umile abito celestino che indossava in cambio del suo abito da principessa e di tutti gli altri vestiti caricati sulla mula. Spodestata di tutti i suoi averi, si allontanò anche dal servo e tutta sola continuò il suo cammino. Si fermò finalmente in una vallata in cui non c’erano che pastori. Trascorse molto tempo vagando lì, cibandosi di fragole e bevendo acqua fresca dal ruscello. Ma il tempo delle fragole terminò, il ruscello gelò e la neve coprì ogni cosa. La fanciulla dalla veste celestina scomparve. Ma un giorno, quando cominciò il disgelo, in mezzo la neve apparve il suo bel corpo inanime. Si seppe solamente dopo che quella meschina era una principessa esule dal mondo. In sua memoria, il monte stesso fu chiamato “Esule”.  
  • Il Santuario di Maria SS.Assunta
  Il santuario Maria SS.Assunta sorge sulla collina alle spalle del borgo di Baia. Secondo la leggenda fu edificato per richiesta della stessa Vergine Maria, apparsa in sogno ad un fedele. In omaggio alla Vergine ogni anno i residenti portano in processione le antichissime statue di quattro Santi contenuti all’interno del tempio, in occasione della festa popolare dedicata all’Assunta.  Posta un po’ più in alto si trova la Torre del Saggio chiamata così in quanto si narra sia stata abitata da un famoso astrologo. In alcuni scritti, tra cui quelli dello storico Gioacchino Antenari, si narra che essa abbia ospitato un laboratorio molto ben attrezzato con strumenti scientifici, esoterici, astronomici e magici, confermando la presenza di un astrologo. Voluto a Napoli da Beatrice D’Aragona, alla quale predisse il futuro, l’astrologo abbandonò la torre. Ad oggi sono visibili solo pochi ambienti della torre, che comunque riescono ancora a trasmettere tanta suggestione e mistero.