//L’APE PICCOLA MA PREZIOSA

L’APE PICCOLA MA PREZIOSA

di | 2019-05-20T20:22:02+02:00 20-5-2019 20:22|Alboscuole|0 Commenti
Prendete la lista della spesa e iniziate a cancellare le voci: melone, caffè, cioccolato, mele, limoni. Tenete la penna in mano, vi servirà: se sparissero le api, e con esse altri preziosi insetti impollinatori, l’elenco dei cibi di cui dovremmo fare a meno diventerebbe infinito. Api, coleotteri, farfalle e altri impollinatori sono “responsabili” della buona resa del 75% dei raccolti su cui basiamo la nostra sopravvivenza. La salute di tutti questi impollinatori è oggi messa a dura prova: un quarto delle api europee rischia l’estinzione, per cause non ancora del tutto chiare, ma che probabilmente includono l’uso di pesticidi, la scarsa disponibilità di cibo per gli insetti, la diffusione di parassiti.   Oggi, 20 maggio 2019, si celebra la seconda giornata mondiale delle api! La festa è stata istituita dall’ONU per ricordare il fondamentale ruolo svolto dalle api nel mantenimento dell’equilibrio naturale. Le api infatti sono tra le protagoniste principali del processo d’impollinazione, ossia il trasporto di polline da un fiore all’altro che permette alle piante di potersi riprodurre: sono, insomma le “coltivatrici del pianeta”. La riduzione del loro habitat ed il crescente inquinamento hanno complicato drasticamente vita e riproduzione di questi insetti, i quali sono quasi spariti dalla Cina e stanno rapidamente diminuendo in America ed Europa, Italia compresa, dove le api, oltre che impollinare, producono anche più di 30 qualità di mieli differenti!   Entriamo insieme nel mondo di questo piccolo ma importantissimo animale. L’alveare prevede l’esistenza di 3 caste: la regina, l’unica in grado di riprodursi arrivando a deporre fino a mille uova al giorno; i maschi, detti “fuchi”, che sono presenti solo in primavera in qualche centinaia di individui e hanno l’esclusivo compito di fecondare le uova; le operaie, femmine sterili che svolgono tutte le mansioni necessarie alla salute dell’alveare, come raccogliere il nettare e il polline, pulire le celle, nutrire le larve (con il miele) e la regina (con la pappa reale), difendere la comunità dall’attacco dei predatori e dei parassiti. Mediamente, un’operaia vive 2-4 settimane durante l’estate ma, se supera l’inverno, può raggiungere gli 11 mesi, i fuchi circa 4-8 settimane, e non affrontano mai la stagione fredda, e le regine 2-5 anni.   Un aspetto sbalorditivo del comportamento delle api è la capacità delle operaie di comunicare alle compagne l’esatta ubicazione di una nuova fonte di cibo attraverso una particolare “danza”, che non solo indica il punto esatto dove andare a prelevare il polline e il nettare dai fiori, ma anche quanto cibo è disponibile.

Le api non dormono mai ,o quasi: diversi studi dimostrano che le api più che dormire riposano per brevi periodi di tempo (anche 30 secondi) senza addormentarsi del tutto.

Non tutti sanno che ogni colonia di api ha il proprio odore caratteristico che permette agli individui che la compongono di riconoscersi facilmente tra loro e di escludere eventuali visitatori non graditi.  

Inoltre, sono state proprio le api ad aver dato l’idea delle mummie agli antichi Egizi. Simbolo di diligenza, coraggio ed ingegno, le api ispirarono con il loro comportamento molti popoli antichi, tra cui gli Egizi che le venerarono e trassero molti insegnamenti dalla loro organizzazione sociale. In particolare, furono proprio le api ad ispirare agli Egizi le tecniche di mummificazione. Infatti, bisogna sapere che ogni volta che un piccolo animale come un topolino od un insetto si introduce in un alveare, questo viene, spesso e volentieri, ucciso a colpi di pungiglione dalle api che non potendolo trasportare all’esterno, per evitare pericolosi fenomeni di decomposizione lo ricoprono di propoli. Quest’ultimo, è un potente antibioticopreserva il corpo dell’animale ed in pratica lo trasforma in una mummia. Questo fenomeno era stato osservato fin dagli antichi Egizi i quali copiarono l’idea per trasformare i loro faraoni in mummie ed utilizzavano il propoli come unguento per bendare le loro mummie.

Infine, lo sapevate che le api conoscono la geometria?

Oltre ad essere delle infaticabili operaie, sono anche delle grandi calcolatrici. Provate ad osservare attentamente con quanta precisione creano le cellette di perfetta forma esagonale che compongono i favi. La scelta non è casuale: la forma esagonale, infatti, le consente di costruire il maggior numero di celle nel minor spazio disponibile. Ogni cella combacia con altre 6, apportando solidità a tutta la struttura e favorendo lo scambio di calore generato dalle larve mantenendo una temperatura costante nella zona di allevamento. Massima resa… minima spesa!