Venerdì 11 aprile 2025 ha fatto tappa a Matera , nella sala convegni della Camera di Commercio, Il book tour dell’ ultimo libro di Emilio Salierno, docente giornalista e scrittore, La Luna respira, edito da Rubbettino, un avvincente racconto dedicato allo scienziato lucano Giovanni De Maria. L’evento, al quale hanno partecipato anche alcuni studenti redattori del giornale “Nel merito” dell’ITCG Loperfido-Olivetti, ha rappresentato un’occasione speciale per conoscere e ascoltare un uomo colto e spiritoso, di formazione umanistica che nel corso della sua vita ha incontrato personalità di rilievo nel panorama scientifico italiano e internazionale, vivendo numerose e significative esperienze .
Lo scienziato ha contribuito in modo rilevante alla comprensione della Luna, individuando la presenza di ossigeno sulla sua superficie e ipotizzando dunque una possibile permanenza dell’uomo sull’unico satellite naturale della terra, al quale tanti poeti, artisti e innamorati si sono ispirati. Ma come ci è arrivato? La vita di Giovanni De Maria è stata un susseguirsi di tappe fondamentali: dall’infanzia trascorsa nella cittadina lucana di Tricarico, fino alla carriera accademica che lo ha portato a studiare frammenti lunari ricevuti direttamente dalla NASA.
Con una formazione umanistica alle spalle, De Maria si iscrisse alla facoltà di Chimica della Sapienza di Roma, dove si laureò con il massimo dei voti. Fu allora che scoprì la chimica fisica, e in particolare la termodinamica, disciplina che lo appassionò per tutta la vita. Dopo aver vinto una borsa di studio dell’ENI, nel 1957 ottenne anche una seconda borsa per un percorso di ricerca biennale nel dipartimento di Fisica dell’Università di Chicago. Qui conobbe il professor Mark Ingram, che divenne il suo mentore.
Nel 1960 De Maria tornò a Roma, pur continuando a frequentare regolarmente Chicago, dove proseguì le attività di ricerca. Presso La Sapienza riuscì ad allestire un laboratorio simile a quello dell’università americana. Il suo ambito di indagine rimase sempre quello della termodinamica, con l’obiettivo di analizzare le proprietà dei materiali resistenti ad altissime temperature. La finalità era individuare materiali adatti a ricoprire e proteggere i vettori spaziali, in un periodo storico in cui le missioni spaziali — americane e non solo — erano al centro dell’attenzione scientifica e politica.
Nel 1969, con la missione Apollo 11, l’umanità mosse i primi passi sul suolo lunare. L’impresa fu seguita in diretta TV nella memorabile serata del 20 luglio. De Maria, colpito dall’evento, ebbe allora la geniale intuizione di lavorare su campioni lunari per capire come, dalla nebulosa primordiale, si fosse passati alla formazione della Luna. Questa, infatti, rappresenta una realtà quasi immutata, poiché, non avendo un’atmosfera come quella terrestre, ha conservato le sue caratteristiche originarie. Per portare avanti i suoi studi, lo scienziato chiese e ottenne dalla NASA alcuni campioni lunari raccolti dagli astronauti della missione Apollo 11. La sua principale curiosità era legata alla possibilità della vita sulla Luna: conoscerne i dati, le prospettive e le varie sfaccettature era il suo obiettivo.
Le numerose ed emozionanti testimonianze riguardanti la vita personale di De Maria ci hanno spinti a riflettere sull’eventualità di intraprendere un percorso di studi scientifici, sebbene impegnativo e lungo. Della sua vita abbiamo raccolto non solo elementi relativi alla carriera, ma anche aspetti legati al vissuto personale: il rapporto con il padre, le esperienze scolastiche, le ambizioni di un ragazzo comune. Abbiamo ascoltato anche una preziosa testimonianza sull’interesse, raro per l’epoca, che le donne della sua famiglia nutrivano per la matematica e le discipline scientifiche in generale.
Come redattori, partecipare a questo evento immersivo di alto valore culturale è stato estremamente formativo e interessante. In particolare, immedesimarsi nei racconti di vita del professore ci ha permesso di immaginare realtà e atmosfere molto diverse dalle nostre. L’alternarsi di momenti di viva curiosità con altri più suggestivi di coinvolgimento emotivo ha catturato e mantenuto alta la nostra attenzione.
Occorre ribadire quanto sia importante valorizzare la conoscenza e la cultura senza le quali si può ambire a un futuro più prospero per pochi, ma mai al benessere comune e sostenibile per tutti. L’incontro con uno scienziato e soprattutto un uomo del calibro di Giovanni De Maria può lasciare un’impronta significativa in tale direzione.
Gabriella Morelli