//La “convivialità delle differenze”. Presentato alla Vaccina il progetto “Sentinelle di pace”.

La “convivialità delle differenze”. Presentato alla Vaccina il progetto “Sentinelle di pace”.

di | 2019-12-02T23:38:21+01:00 2-12-2019 23:38|Alboscuole|0 Commenti
di Redazione La testimonianza e l’insegnamento di Mons. Tonino Bello, indimenticato vescovo di Molfetta, continuano a diffondersi anche a scuola. Nel pomeriggio di venerdì 29 novembre, infatti, si è svolto alla Vaccina il corso di formazione relativo al progetto regionale “Sentinelle di Pace”, promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e dall’IISS “Mons. Tonino Bello” di Molfetta, di cui la Vaccina è scuola polo provinciale. Erano presenti docenti di varie scuole dei comuni della provincia BAT. Relatori dell’incontro sono stati Mons. Luigi Mansi, Vescovo di Andria-Canosa-Minervino, Rosa Siciliano (direttore editoriale della rivista “Mosaico di Pace”), Sergio Ruggiero (consulente familiare) ed Elvira Zaccagnino (direttrice “edizioni la Meridiana”). La prof.ssa Tina Guglielmi ha presentato i diversi momenti del pomeriggio formativo e introdotto gli  interventi previsti. I lavori sono stati inaugurati dal coro della Vaccina che, guidato dai professori Gianpiero Grilli e Graziano Santovito, ha cantato “Un’ala di riserva”, la famosa preghiera di Mons. Tonino Bello messa in musica da Felice Spaccavento. La dott.ssa Francesca Attimonelli (Dirigente Scolastico della Vaccina) ha aperto l’incontro presentando il progetto “Sentinelle di pace”, evidenziandone l’articolazione, le finalità e le tipologie di elaborato che le scuole di ogni ordine e grado partecipanti dovranno produrre. In particolare, le scuole della provincia BAT che partecipano al progetto dovranno realizzare elaborati aventi per tema “Pace e famiglia”. Successivamente, la dirigente scolastica della scuola polo della provincia di Foggia (dott. ssa Rosati) ha consegnato alla dott.ssa Attimonelli, una pianta di ulivo e una tessera di un mosaico in cui è scritta la parola “Pace”. Questo “rito di pace” avverrà di nuovo quando la giornata di formazione si svolgerà presso le altre scuole polo provinciali. Si è poi entrati nel vivo dei lavori con la relazione di Mons. Mansi. Il vescovo di Andria ha innanzitutto evidenziato il contesto storico, la seconda metà del Novecento, in cui Mons. Bello ha operato e scritto. Un periodo fortemente segnato, in Europa, dall’esigenza di non ripiombare in una nuova, violentissima guerra mondiale e dalla “guerra fredda”, cioè il conflitto fra USA e URSS che fu spesso sull’orlo di far precipitare il mondo in una guerra atomica. L’esigenza della pace, quindi, era molto avvertita. E la Chiesa fece sentire la sua voce: papa Giovanni XXIII pubblicò l’enciclica Pacem in Terris. Si tratta di un’enciclica in forte empatia con il pensiero e l’azione pastorale di “don Tonino”  (come Mons. Bello ha sempre voluto farsi chiamare). Un’enciclica che vede nella pace una via che porta al Vangelo. All’indomani della fine della “guerra fredda”, idealmente segnata dalla caduta del Muro di Berlino, Don Tonino vede acutamente che per un muro che crolla se ne alzano altri: ad esempio, quello fra Nord e Sud del mondo, fra ricchi e poveri. E soprattutto la nascita di una nuova periferia: la “periferia esistenziale”, dello spirito, dove gli uomini dimenticano di essere persone. Insomma, un mondo che non vive in “convivialità fraterna o delle differenze”, dove si prende atto delle differenze e si instaurano relazioni positive fra gli esseri umani, indipendentemente dal loro credo religioso. Successivamente, Mons. Mansi è passato al tema centrale della sua relazione: il testo La famiglia, icona della Trinità, lettera pastorale scritta da Tonino Bello. È qui importante il modello di famiglia cristiana (e non solo) che Don Tonino presenta: non una famiglia che ha come modello quella di Nazaret, ma la Trinità, luogo per eccellenza delle relazioni, della pace, dell’armonia. La famiglia, quindi, è immagine della Trinità e luogo della pace perché primo luogo dove si costruiscono e sviluppano relazioni basate sulle differenze (di nuovo la “convivialità delle differenze”), quindi ispirate al rispetto e alla comprensione reciproci. E al cammino fraterno nel mondo. Chiaro, quindi, che se tutti costruissero relazioni positive a partire dalla famiglia il mondo sarebbe sicuramente un mondo di pace. Incentrato sui temi della pace, della giustizia e della famiglia vista come “famiglia umana” è stata la relazione di Rosa Siciliano, direttrice della rivista Mosaico di Pace. Sono stati ripercorsi diversi momenti della vita di Don Tonino come uomo di pace che lotta per la pace: famoso il suo invito all’obiezione di coscienza, alla condanna delle armi atomiche e delle spese di guerra, con queste ultime che potrebbero essere indirizzate, invece, ad alleviare la fame e le differenze fra paesi ricchi e paesi poveri. E proprio quest’ultimo aspetto è rivelatore di un altro punto forte del pensiero e dell’opera di Don Tonino: il legame fra pace e giustizia. L’uomo, insomma, deve farsi promotore di un’unica famiglia, quella umana. Da ultimo, Rosa Siciliano ha ricordato la fortissima attualità dell’insegnamento di Mons. Tonino Bello: la costruzione della pace, la critica alla civiltà dei consumi, la famiglia come luogo centrale e formativo delle relazioni in quanto immagine della Trinità. Collegato alla relazione di Rosa Siciliano, è stato l’intervento di Sergio Ruggieri, consulente familiare, che si è soffermato sui temi del conflitto familiare, dell’accettazione delle differenze e del loro superamento, sulla famiglia come luogo per eccellenza della pace. A ricordare ulteriormente il forte impegno di Mons. Tonino Bello per la pace, è stato il prof. Mericati, che ha ricordato gli anni in cui mons. Bello è stato presidente nazionale di Pax Christi e le attività della sezione andriese di Pax Christi. L’ultimo intervento è stato di Elvira Zaccagnino, che ha fornito diverse suggestioni e suggerimenti di lavoro di un’ideale Educazione alla pace incentrata sulla famiglia come origine della pace, come luogo privilegiato dove la pace si costruisce attraverso relazioni che prendono atto delle differenze di ognuno dei membri della famiglia e si prova a camminare insieme nel mondo. La famiglia, quindi, come laboratorio della pace in cui sperimentare l’orizzonte della fede, quello del significativo della pace e delle relazioni, l’orizzonte ecumenico delle relazioni col prossimo. Una famiglia in cui ognuno è al servizio dell’altro e, così facendo, del prossimo e del mondo. Una famiglia come laboratorio delle differenze da comporre (ricordando che la differenza è dono), del rispetto del prossimo come persona, dell’accoglienza. La dott.ssa Attimonelli, prima di aprire il dibattito, ha tirato le conclusioni dell’incontro. La parola passa ora alle scuole.