Il Serpentone di Corviale è ubicato nel quadrante sud ovest della capitale, all’interno del XI municipio di Roma. È conosciuto comunemente dai romani con il nome di Serpentone per via della lunghezza della struttura principale, e nel corso dei decenni è diventato uno dei luoghi simbolo del degrado delle periferie romane. È però uno degli esempi più noti di architettura e di edilizia popolare degli anni ‘70. Il progetto fu ideato dall’architetto Mario Fiorentino e realizzato tra il 1972 e il 1982. Il nome “Serpentone” deriva dalla sua forma, che si sviluppa in lunghezza come un grande serpente e si estende per circa un chilometro. Questo gigantesco complesso è stato concepito per affrontare la crescente domanda di abitazioni economiche, con l’intento di ospitare migliaia di persone in un unico grande edificio. Si voleva porre fine, infatti, alla realizzazione di quartieri-dormitorio che caratterizzavano le periferie delle grandi città negli anni ‘70 con abitazioni destinate solo alle fasce popolari. Per questo, l’intero complesso doveva comprendere una serie di edifici e servizi che potessero agevolare la quotidianità dei cittadini: 4 teatri, uffici comunali delle allora Circoscrizioni, scuole dall’infanzia alle medie di primo grado, servizi sanitari, un mercato e un intero piano dell’edificio principale completamente adibito ad attività commerciali. La struttura si articola in tre blocchi abitativi. Il primo che si sviluppa su 9 piani, con una lunghezza complessiva di circa 986 metri, e si caratterizza per una serie di balconi e terrazze che si affacciano su cortili interni e su ampie aree verdi, il secondo blocco, più piccolo, alto 5 piani e parallelo al primo, e il terzo collocato diagonalmente rispetto agli altri due. Il progetto, che mirava a creare una sorta di “città verticale”, ha incontrato diverse difficoltà nel corso degli anni, per l’isolamento sociale e per le problematiche legate alla gestione e alla manutenzione. Il quartiere, infatti, ha sofferto di degrado urbano e di problemi sociali, che lo hanno reso simbolo di una parte della Roma periferica spesso trascurata. Le occupazioni abusive avvenute nel corso degli anni ’80 e ‘90, e la lunghezza nella realizzazione dei lavori hanno contribuito a far diventare il serpentone di Corviale il simbolo del degrado delle periferie romane. Negli ultimi decenni, tuttavia, ci sono stati diversi tentativi di riqualificazione dell’area, sia a livello urbanistico che sociale, cercando di restituire al Serpentone una maggiore vivibilità e integrazione con il resto della città. Alcuni degli interventi hanno riguardato l’architettura degli spazi comuni e la creazione di nuovi servizi, mentre altri si sono concentrati sull’impegno civico e sul rafforzamento della comunità locale. Oggi, ciò che salta agli occhi arrivando a Corviale è una striscia verde brillante che taglia a metà il serpentone nel senso della lunghezza. Uno dei tunnel di accesso è azzurro turchino e le opere di street art raccontano le storie di una periferia per nulla anonima. Sebbene continui ad essere oggetto di discussione, il Serpentone rimane comunque un importante esempio di architettura sociale e un simbolo della Roma contemporanea.